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Recensione: La settima figlia di Angela Garrè


Prezzo: € 15,00
E-book: € 4,99
Pagine: 104
Editore: Giovane Holden
Genere: Romanzo

Egitto: dopo un lungo periodo di scavi viene riportata alla luce una tomba, probabilmente appartenente ad un membro della XVIII dinastia. La tomba, una volta aperta, risulta essere spoglia e incompleta e all'interno del sarcofago il Professor Moore, responsabile degli scavi, e la sua squadra rinvengono un cofanetto contenente dei papiri, i cui è raccontata la storia della settima figlia di Nefertiti e Akhenaten, figlia di cui nessuno era a conoscenza...


Più che un libro La settima figlia è un racconto breve di una cinquantina di pagine, racconto di cui mi è difficile capire bene quale sia lo scopo e soprattutto la trama.
La storia è divisa in tre parti, di cui quella centrale si svolge nell'antico Egitto all'epoca della XVIII dinastia e narra la triste storia d'amore tra un sacerdote e una principessa egizia.
I personaggi sono poco caratterizzati, infatti l'autrice tende a dar maggior spazio alle informazioni storico-artistiche dell'antico Egitto piuttosto che concentrare l'attenzione del lettore sulla storia.
Le troppe nozioni fornite spezzano spesso il racconto, facendo perdere il filo al lettore e risultando inutili, la Garrè avrebbe dovuto infatti cercare di concentrarsi di più sulla storia e sulla caratterizzazione dei personaggi, che risultano essere un contorno ad una lezione di Egittologia.
I dialoghi sono inesistenti e, nonostante il testo sia costituito nel complesso da sole 52 pagine, la lettura risulta assai pesante, spesso noiosa e per nulla coinvolgente. 
Non vi sono colpi di scena o momenti carichi di tensione, il tutto è raccontato in maniera piatta e insipida e il lettore non solo non riesce ad esser coinvolto, ma non prova trasporto e pagina dopo pagina si domanda quale sia lo scopo del libro e della storia narrata.
Ho studiato egittologia e per la prima volta ho trovato un libro sull'Egitto terribilmente inutile e noioso e questo mi ha lasciato un terribile amaro in bocca.
Un consiglio che mi sento di dare all'autrice è, la prossima volta, di soffermarsi di più sulla caratterizzazione dei personaggi e sul dare un corpo alla storia piuttosto che tenere una lezione sull'Antico Egitto.



valutazione 5


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