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Recensione : Le Fredde notti dell'infanzia di Tezer Ozlu


Prezzo: € 12,00
Ebook: € 5,99
Pagine: 122
Genere: Racconto
Editore: lunargento

Una scrittura attenta, riflessiva, che invita il lettore a immergersi nell’Istanbul degli anni ‘50; una scrittura “corporale” che narra i traumi e le sofferenze di un’adolescente inquieta, di una donna tormentata che barcolla, inciampa, ricade in cliniche ed ospedali psichiatrici senza cedere al dolore mortale dell’elettroshock.
In Le fredde notti dell’infanzia, in una Turchia già afflitta da oppressivi condizionamenti, l’autrice, stretta tra camicie di forza e abbracci casuali, riscatta la riscrittura del proprio destino nella ricerca di un amore che raggiunga l’infinito e traghetti la vita verso il futuro.



L'autrice ci trasporta nella sua Istanbul dell'infanzia povera ma allo stesso tempo colorata e caratteristica. 
Suo padre tratta "militarmente" la famiglia impartendo ordini e pretendendo obbedienza assoluta, le regole e le imposizioni le vanno strette e già in giovane età sarà tormentata dall'idea della morte, dal pensiero di uccidersi anche se non ha un motivo preciso. 
In seguito ad un tentato suicido finisce nell'ospedale psichiatrico ed è addolorata dal fatto che l'hanno salvata ma pian piano abbandona quest'idea e lascia che la vita le scorra addosso ma è inquieta, sa che c'è di più: vuole di più.
In un ambiente di ristrettezze economiche e poche libertà personali cercherà di farsi spazio. Le scoperte del sesso, l'inadeguatezza, le aspettative e la malattia.
Non riesce a far capire questi sentimenti e stati d'animo alla sua famiglia, anzi gli "attacchi" della malattia l'allontaneranno da tutti creando quasi un mondo parallelo in cui lei è all'eterna ricerca di qualcuno che la protegga e la faccia sentire amata.
Una malattia che vien curata a suon di sedativi ed elettroshock creando dei "buchi neri" nella sua vita, ricordi confusi, ricordi persi e tanta paura di non uscire più.
In una scrittura senza abbellimenti o giri di parole l'autrice espone la sua storia tramite episodi belli e brutti che accompagnano la sua infanzia sino all'età adulta. 
Frammenti di vita che son rimasti vividi in lei di cui ha paura di perderne traccia e memoria. 
In un trascinarsi da un ospedale all'altro riuscirà a camminare con le proprie gambe alla ricerca di una vita che non le vada stretta. 
E' una storia toccante e allo stesso tempo terrorizzante. 
Tutti possiamo perderci ma in pochi riescono a ritrovarsi e questo breve romanzo ne è la prova.
Lo consiglio a chi vuole emozioni forti ma senza il melodrammatico, a chi crede che essere se stessi non debba per forza corrispondere ad essere definito malato.








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