LE NOSTRE RECENSIONI


Incontro con l'autore: Donato Carrisi

Ciao a tutti Lettori e ben trovati! 

Il mese appena passato, primo di questo nuovo anno, ha avuto la capacità di sorprendermi giorno dopo giorno, qualche volta in negativo, ma per lo più nel senso più positivo del termine, con mia grande gioia e soddisfazione. Uno degli eventi che più mi faranno ricordare con nostalgia i giorni appena passati è, senza alcun dubbio, il primo incontro letterario di questo 2018, che ha portato nella mia Bologna un autore italiano incredibile, in grado di scalare le classifiche con una semplicità disarmante: DONATO CARRISI, che con Longanesi ha raggiunto la città felsinea per la presentazione del suo ultimo romanzo, L’UOMO DEL LABIRINTO.


A dialogare con l’autore pugliese c’era Giampiero Rigosi, in collaborazione con “Bottega Finzioni”, che ha messo subito in evidenza una delle grandi doti del libro, quella di rapire completamente ogni tipo di lettore grazie ad una storia forse atipica nel suo genere: L’uomo del labirinto, infatti, al contrario di molti altri Thriller, si apre con una liberazione, quella della ragazza protagonista del romanzo, portando, di fatto, l’autore a fare i conti con una incontestabile verità: lo schema contrario, quello classico che si ritrova quasi in ogni libro appartenente al genere, non sarebbe forse più efficace e più idoneo a creare tensione? Stando all’impatto che L’uomo del Labirinto ha avuto, sia a livello di vendite che di recensioni, direi che ancora una volta Donato Carrisi ha saputo dimostrare la propria abilità narrativa, pur mescolando le carte in tavola. 

Uno degli elementi principi del romanzo è, poi, il TEMPO e non solo quello necessario alla risoluzione del caso, ma anche, e soprattutto, quello che allo stesso investigatore privato incaricato, Bruno Genko, rimane da vivere: il protagonista maschile, infatti, si ritrova a lottare da un lato contro una mente criminale affilata, che lo riporterà a diretto contatto con il proprio passato, e dall’altro contro la malattia che, giorno dopo giorno, lo sta lentamente annientando e che proverà, con ogni forza, ad allontanarlo dalla risposta alla domanda che negli anni ha inseguito invano. Una tecnica narrativa efficace e ben studiata in grado di regalare al romanzo quel ritmo incessante che avvolgerà completamente il lettore rendendolo partecipe di una storia che, in fondo, arriverà a sentire anche sua.


Discorso particolare, invece, è stato lasciato all’AMBIENTAZIONE che ha fatto emergere, con grande sorpresa, un aspetto dell’autore che io, personalmente, non conoscevo: fin dall’inizio della presentazione Donato Carrisi ha dimostrato di possedere un rispetto molto particolare nei confronti dei suoi lettori, illustrando come cerca, di volta in volta, di coinvolgerli appieno nella lettura non dando loro, di fatto, un vero e proprio riferimento circa i luoghi in cui ambienta i suoi romanzi affermando che il lettore deve essere portato a pensare che tutto potrebbe accadere intorno a lui, definendo l’ambientazione una totale identificazione con un luogo personale. Se, inoltre, per sua stessa ammissione, con il proseguire del tempo scovare nuove trame e scrivere nuove pagine non è diventato più difficile, altrettanto non può dirsi proprio in riferimento al rapporto con i lettori: dal libro successivo al primo il lettore acquista potere e questo è molto importante, il rapporto diventa particolarmente fragile e il narratore non può permettersi di deludere il proprio pubblico, non possono esserci buchi di trama o simili, e questo perché in qualche modo il lettore contribuisce alla creazione del romanzo, è suo compito districarsi tra le sue pagine, mentre quello dello scrittore fondamentalmente finisce in copertina. Un grande rispetto reciproco, quindi, alla base di uno dei rapporti più intimi che si possano creare, un concetto molto sottile, mai banale e mai scontato. 


Parlando di costruzione del romanzo, poi, riveste evidentemente una grande importanza il momento della ricerca delle informazioni essenziali per dare vita a personaggi e situazioni il più verosimili possibili: l’autore ha, infatti, parlato di questa fase come di quella più lunga e più affascinante al contempo, dove diviene necessario effettuare una prima analisi fredda e distaccata per non arrivare a chiedersi perché, in qualche modo, ci si senta così attratti dal lato oscuro dell’animo umano, in fondo è necessario tenere conto di tutti gli aspetti della vita del mostro, perché l’unico modo per catturarlo è capire come fa ad amare. Senza una simile comprensione, continua Carrisi, il meccanismo, di fatto, non funziona, è necessario servirsi delle emozioni del lettore per far sì che tutto possa essere vissuto realmente, prenderle una ad una e, sostanzialmente, trasfigurarle. 

Infine, la chiacchierata si è conclusa con un interessante parallelismo tra la vita da scrittore e quella da regista di Donato Carrisi, dove quest’ultima altro non è che uno scrivere per immagini, dove, anche in questo caso, è il lettore a divenire il vero regista. 

Un incontro particolarmente emozionante, quello con Donato Carrisi, che oltre ad essersi confermato uno degli autori italiani di Thriller più talentuosi in circolazione, si è dimostrato essere un grande uomo di cultura, profondamente rispettoso verso chi lo circonda e, soprattutto, un animo affine.

Commenti

  1. Bellissimo articolo! Un incontro oltre che bello, interessante. Super Vale inviata speciale ha colpito ancora! *-*

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    1. Grazie! :* è stata un'esperienza unica, decisamente!

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  2. Io ho qualche suo libro. Non scrive propriamente un genere che io leggo tanto spesso, però me li hanno regalati e quindi devo decidermi a leggerli!
    Il post è molto interessante, sono contenta che tu abbia avuto occasione di incontrare un autore così importante!

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    1. Sono quasi certa che li apprezzerai, Carrisi una una scrittura a dir poco magnetica :) Grazie! Sono contenta di essere riuscita a cogliere al volo questa occasione e averla vissuta appieno!

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