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[Review Party] L'isola del faro di Abby Geni


Ciao a Tutti lettori e ancora una volta ben trovati!

Che le novità editoriali in questi ultimi giorni non si stiano facendo attendere è ormai incredibilmente chiaro, che alcune di queste siano assolutamente imperdibili, però, lo dobbiamo dimostrare e questo è esattamente quello che intendo fare adesso: L'isola del faro costituisce l'esordio letterario di Abby Geni, autrice che insieme a Longanesi è riuscita a deliziarci con un giallo formidabile.

L'ISOLA DEL FARO.


L'ISOLA DEL FARO
di Abby Geni

Prezzo: € 18,60 | Ebook: € 8,99
Pagine: 312 | Genere: Giallo/Thriller
Editore: Longanesi| Data di pubblicazione: 17 Maggio 2018

TRAMA
Attratta dal fascino della natura estrema delle isole Farallon, il remoto arcipelago al largo della costa californiana, Miranda decide di trascorrervi un anno intero per immortalare il paesaggio e gli animali che lo popolano. Miranda è infatti una fotografa naturalista che ama girare il mondo spinta anche da una costante inquietudine, originata da una ferita nel suo passato. Quando sbarca su una delle isole, riceve un’accoglienza molto fredda da parte dei pochissimi abitanti, un gruppo di biologi impegnati nello studio della fauna locale. Circondati dalle forze che agiscono incontrastate su un luogo dimenticato dalla civiltà, i ricercatori sembrano quasi essersi adattati a quella vita, assorbendone la violenza e l’asprezza. Finché un giorno Miranda rimane vittima di una brutale aggressione da parte di uno dei ricercatori, che poco dopo verrà ritrovato morto. Apparentemente per un incidente. Ancora sotto shock, Miranda si convince che l’isola, con la sua forza incontaminata, abbia fatto giustizia, che l’abbia vendicata. Cercherà quindi di pacificarsi con il suo passato e con quello che ha subito. Ma quando il sangue tornerà a scorrere sulle Farallon, nessuno potrà più dirsi al di sopra di ogni sospetto. L’isola del faro sovverte la tradizionale struttura del romanzo giallo – un ambiente isolato, un gruppo chiuso di personaggi ostili, una morte solo apparentemente accidentale – affrontando temi più vasti, come il mondo della natura, il dolore della perdita e la successiva rinascita. Un esordio che con il suo passo sicuro e le atmosfere sottilmente inquietanti ha incantato la critica americana.

IL MIO PENSIERO SUL LIBRO.

Ogni lettore, com’è ovvio e naturale che sia, ritrova in uno o più generi letterari specifici quella che potrebbe essere definita la sua comfort zone, gli elementi in sostanza che più lo invogliano alla lettura, quelli di cui è sufficiente anche la minima presenza per convincerlo ad affrontare quello che potenzialmente potrebbe rivelarsi un libro capace di dare una svolta alla propria vita. Per me, paradossalmente, però, il Giallo non rientra all’interno di questa piccola bolla felice, o quanto meno non vi rientrava fino al momento in cui i miei occhi non si sono posati su un esordio letterario da cui, in fondo, non mi aspettavo miracoli. L’isola del faro di Abby Geni è riuscita a conquistarmi fin dalle prime pagine, dapprima cullandomi verso l’entroterra di un mondo ostile, quasi a voler imprimere nel mio cuore quella dolcezza che la sua essenza non sarebbe stata in grado di darmi, e successivamente trascinandomi e strattonandomi nel susseguirsi inevitabile di eventi capaci di trasmettere con un’intensità più unica che rara la forza di una natura inarrestabile.

Fotografa naturalista per passione, Miranda ha sempre intrattenuto con la natura più selvaggia un rapporto di ancestrale rispetto. Perennemente alla ricerca di luoghi meravigliosi da incorniciare con i suoi fidati obiettivi, un giorno apparentemente molto simile a tanti altri decide di stabilirsi per un anno sul solitario ed inospitale territorio delle isole Farallon, arcipelago a largo della costa californiana, attratta dal fascino che solo un luogo tanto remoto può essere in grado di esercitare. Giunta sull’isola, però, Miranda ben presto dovrà scontrarsi con la cruda realtà: tanto quanto la natura, infatti, anche i pochi abitanti del luogo sembrano celare un’asprezza ed una malvagità impossibili da scalfire, quasi come se quel territorio tanto arido e minaccioso fosse riuscito ad insinuarsi nei loro animi, plasmandoli a suo totale piacimento. E quasi a conferma di questo sta l’aggressione che la fotografa subisce, dopo poco tempo, proprio da uno di essi. Biologo, quest’ultimo, che finirà per scomparire in circostanze misteriose, il cui sangue però non sarà l’unico ad essere versato. Cosa sta succedendo veramente sulle Farallon? Chi sta macchiando quel territorio incontaminato del più oscuro sangue umano?

Con una narrazione capace fin dall’inizio di abbracciare il lettore in una sicurezza solo apparente, Abby Geni si dimostra abile nel dare vita ad un mondo capace, con una semplicità disarmante, di riflettere in profondità non solo quella natura a cui ogni essere vivente dovrebbe essere grato, ma soprattutto quell’indole spaventosamente malvagia che si cela negli abissi di ogni cuore umano. In un parallelo per nulla forzato o banale, infatti, l’autrice riesce a mettere a confronto l’uomo da una parte e la maestosità del mondo naturale dall’altra, facendoli interagire l’uno con l’altra fino a creare un unicum in cui prescindere da uno dei due risulta essere assolutamente impossibile: cominciare a domandarsi se, in fondo, non sia proprio l’essere umano a rendere la terra così ostile diverrà incredibilmente semplice e chiedersi se in qualche modo possa esistere una sorta di relazione tra l’inasprirsi della natura e la ruvidità dell’animo umano lo sarà ancor di più. Frustrante sarà rendersi conto che una risposta univoca in realtà non esiste, consapevolezza questa che L’isola del faro, nonostante tutta la sua durezza, riuscirà a far penetrare nel cuore del lettore lasciandogli, forse del tutto paradossalmente, un’inquietudine capace allo stesso tempo di rassicurare.

Proprio la caratterizzazione dei personaggi e le ambientazioni risultano essere i veri punti di forza del romanzo, che fa inoltre del suo ritmo lento e ben cadenzato un elemento di spicco capace di rendere il tutto incredibilmente armonico: l’interazione tra questi due mondi, spesso data per scontata o banalizzata, ne L’isola del faro diviene fondamentale per riuscire a comprendere appieno il messaggio che Abby Geni ha voluto lasciare tra le righe ad un lettore sempre più colpito dal fascino crudele che traspare dalle sue pagine. Turbamento che uno stile semplice, ma molto intenso si dimostra in grado di emanare con una forza trascinante ammaliando ripetutamente un pubblico incapace di restare a guardare solo come se fosse un semplice spettatore di uno spettacolo tanto avvincente quanto malvagio, desideroso più che mai di poter compiere quell’unico atto possibile per porre fine a tutto questo. 

Un romanzo crudo, quello di Abby Geni, ma capace di ridare vita a situazioni per tanto tempo fin troppo edulcorate.


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