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Recensione: La Ragione del Male di Rafael Argullol


LA RAGIONE DEL MALE 

di Rafael Argullol

Prezzo: € 18,60  | Ebook: € 9,99|
Pagine: 272 | Genere: fantascienza filosofica|
Editore: Lindau 
Data di pubblicazione: 6 dicembre 2018

Trama

Una città viene improvvisamente colpita da un male misterioso. La nuova peste, che nelle persone contagiate annienta ogni forma di volontà ed emozione, non assomiglia a nessuna malattia nota: non si sa come si sviluppi e si diffonda, e tanto meno come trattarla. I medici e le autorità annaspano indecisi e inconcludenti, e i cittadini vivono nell'incertezza e nella paura. Nel marasma che sconvolge ogni ritmo e ogni equilibrio, mentre le autorità decretano misure eccezionali e impongono forme diverse di censura, in molti si affidano alla superstizione e a nuove credenze religiose. Intanto Víctor Ribera, fotografo professionista, si muove per la città, catturando nei propri scatti il caos che ogni giorno va crescendo. Qual è la vera origine di questa malattia dell'anima? È qualcosa che si prepara da tempo dietro una facciata di ordine perfetto, di benessere diffuso, di libertà solo apparente? E cosa cambierà dopo, quando il peggio sarà passato e tutto, forse, tornerà nei ranghi della normalità?
  
 

IL MIO PENSIERO SUL LIBRO

Ho scelto di leggere questo libro attratta dalla sinossi del retrocopertina, mi hanno sempre affascinato i libri "apocalittici" e mi aspettavo di leggere un thriller serrato e con continui colpi di scena.
Invece questo romanzo è particolare, nonostante il tema abbastanza scontato e sfruttato sia dall'editoria che dal cinema, la trama è originale.
Victor viene informato da un suo amico medico, con il quale si ritrova a pranzo una volta a settimana, di un aumento esponenziale dei ricoveri per problemi psichici.
le persone che vengono ricoverate sono apatici, come involucri di carne senza anima.
Nessuno sa dare una spiegazione a ciò che sta succedendo, gli ospedali sono sempre più affollati e le persone sempre più spaventate.
I malati vengono chiamati esanimi, in quanto non si riesce a capire in nessuna maniera da che tipo di malattia siano affetti, nel mentre in città scoppiano tafferugli e violenze, le persone sono sempre più allo sbando e nascono dei nuovi profeti.
Victor fotografa ogni giorno i volti inanimati dei malati e il caos generato da chi teme la malattia.
Ci sarà speranza in un futuro migliore? 
Non è facile recensire un libro così, per tanti motivi.
Il primo è la scelta dell'autore di usare principalmente il "raccontato", con pochissimi dialoghi e solo se necessari.
Una scelta di questo genere, rende la lettura poco ritmata e non troppo scorrevole, e costringe il lettore a ponderare bene ogni parola per potersi creare mentalmente il proprio film.
Anche la scelta delle parole è particolare, l'autore usa un linguaggio forbito che è davvero un piacere leggere, ma che nello stesso tempo contribuisce a rendere la lettura non troppo scorrevole.
I temi trattati sono d'attualità e sono descritti in maniera approfondita.
Il protagonista Victor è ben caratterizzato, anche se in realtà, il vero protagonista è l'obiettivo fotografico con il quale immortala la quotidianità.
Ambientazione apocalittica e distopica fa da perfetta cornice al racconto e in alcuni casi diventa la cooprotagonista.
Un libro da leggere lentamente, andando oltre la storia, leggendo tra le righe i messaggi che l'autore vuole farci arrivare alla coscienza.
Durante la lettura, mi è tornata alla mente la "Critica della ragion pura" di Emmanuel Kant, forse per la scelta di prediligere il raccontato all'azione, o forse perché l'estetica trascendentale, le intuizioni e le sensazioni si mescolano all'uso di concetti e giudizi, ma sicuramente all'interno  si possono trovare profonde tracce filosofiche.
Un libro di non facile lettura, non per tutti, consigliato a chi ama la filosofia e l'importanza del significato delle parole.































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