RECENSIONE: LA PROFEZIA PERDUTA DEL FARAONE NERO DI FABIO DELIZZOS
Prezzo: 9,40 € | Ebook: 2,99 € |
Data di pubblicazione: 3 settembre 2020
1799.
A Torino Eugenio Caffarel professore universitario
di Filosofia, nominato suo malgrado poliziotto, indaga su efferati omicidi apparentemente
legati al culto magico, compiuti da una versione antenata dei moderni
serial-killer, chiamata “Cannibale”, che decapita ed eviscera le sue vittime.
A Il Cairo, intanto, poco dopo la scoperta
della stele di Rosetta, un segreto antico affiora dalle calde sabbie del deserto.
Conon de Solis, militare al servizio di Napoleone Bonaparte ma anche esperto
egittologo, è chiamato a svelarlo a ogni costo.
Due regioni geograficamente molto lontane tra
loro, ma vicine perché entrambe ricche di magia ed esoterismo che nascondono
segreti terribili e pericolosi, che fanno gola a molti.
Ammetto che mi ha dato del filo da torcere,
per quanto lo abbia inizialmente affrontato con curiosità, essendo ambientato
nella mia Torino e affrontando i temi che amo da sempre, quali la magia e l’Antico
Egitto. Tuttavia, la struttura nella sua totalità è molto complessa, per la moltitudine
di personaggi che entrano in campo e che sono difficili da tenere sotto
controllo: si affacciano per poche pagine, poi scompaiono per ritornare dopo
diversi capitoli e raccapezzarsi è difficile. Inoltre, soprattutto all’inizio,
le ambientazioni si susseguono e cambiano rapidamente, rendendo ancora più
difficile tenere le fila: è un romanzo che va affrontato con grande
concentrazione.
Scorre lentamente e la narrazione è appesantita, occorre superare abbondantemente le prime 100 pagine perché prenda un po’ di ritmo e diventi accattivante, mentre prima è molto frammentario. Il contesto storico è ben delineato e molto particolareggiato e come l’autore stesso scrive in una nota al termine del romanzo, la realtà storica è molto presente, anche se strettamente legata all’invenzione, in un fitto intreccio in cui il confine è sfumato, e dove anche i personaggi inventati traggono radici dalle fonti dell’epoca, il tutto sicuramente frutto di un accurato e corposo lavoro di ricerca. È possibile trovare diversi aneddoti interessanti e poco noti ai non addetti ai lavori. Tuttavia, alcuni riferimenti sono superficiali e molte sono le informazioni date per scontate, così che diventa difficile orientarsi per chi non ha dimestichezza con l’epoca: Delizzos è laureato in Filosofia e sicuramente si trova a suo agio a spasso nella storia.
Massoneria e carboneria, Templari, leggende, sette occulte e segreti dell’Antico Egitto sono i pilastri portanti del romanzo,
che non poteva che scegliere Torino, da sempre considerata importante centro
magico, come anello fondamentale di un ordito occulto. Del resto è proprio sito
a Torino il secondo più grande Museo Egizio al mondo, secondo solo a quello de
Il Cairo.
Così, mentre francesi e austriaci si
contendono una Torino stremata dalla guerra e dalla fame, la città fa da sfondo
a una spietata caccia all’uomo su cui convergono intrighi politici, tradimenti,
spionaggi, doppi giochi, magia nera ed esoterismo.
È inoltre interessante incontrare l’egittologia ai suoi albori, le perplessità e gli interrogativi che la magnificenza e i misteri di questo popolo suscitavano nel XVIII secolo: la Campagna d’Egitto di Napoleone rappresenta infatti un punto di svolta dell’Egittologia, perché, per esempio, risalgono proprio a questo periodo il ritrovamento e la traduzione della stele di Rosetta.
In alcuni punti la tensione corre tra le
pagine e non mancano i colpi di scena, ma altrettanto spesso la narrazione
langue e tenere il passo è faticoso.
Mi spiace, ma non me la sento di promuoverlo
senza riserve, nonostante gli elementi interessanti, la contestualizzazione
storica accattivante, la profonda cultura che trasuda ad ogni pagina… Non è una
lettura facile.
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