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Recensione: Il prigioniero della notte di Federico Inverni


Prezzo: € 16,90
Ebook: € 9,99
Pagine: 481
Genere: Thriller
Editore: Corbaccio
Data di pubblicazione: 3 Marzo 2016

Lucas è un detective. Nel suo presente gli sono rimasti solo il nome e il lavoro. Il suo passato è una ferita sempre aperta da quando un evento sconvolgente ha segnato la sua vita... e la sua mente. Come un automa attraversa i delitti su cui è chiamato a investigare, mettendo al servizio della giustizia il suo intuito straordinario, quasi visionario, e la sua sensibilità persino eccessiva. Fino a quando viene coinvolto suo malgrado in un caso diverso da tutti gli altri: una giovane donna trovata morta con il terrore negli occhi e nessun segno di violenza apparente. Lucas sa che il colpevole è un assassino seriale e ne ha conferma da Anna, psichiatra profiler, abituata a scandagliare il male in tutte le sue forme, da quando lei stessa, da ragazza, ha vissuto un'esperienza traumatizzante. Lucas e Anna annaspano in un labirinto di follia in cui i ricordi del loro passato, tenuti troppo a lungo sepolti, riemergono taglienti come vetri rotti in un'indagine che li coinvolge da vicino, lasciandoli devastati di fronte a una verità impensabile.

Gli elementi che devono caratterizzare e non devono mai mancare in un buon thriller sono essenzialmente due: quel filo di tensione in grado di tenere sempre alta l'attenzione del lettore e, soprattutto, una storia in grado di catturare veramente il lettore, di tenerlo incollato alla pagine, di non farlo respirare, di non farlo riemergere nel presente con la paura che la finzione possa diventare realtà. Il prigioniero della notte di Federico Inverni, però, possiede molto più di questo e posso certamente affermare che si tratta di uno dei Thriller più belli che io abbia mai letto: l'autore, con la sua storia, non solo è stato capace di travolgervi totalmente, ma ha saputo anche farmi provare sensazioni ed emozioni uniche, mai assaporate prima, e ancor di più mi ha conquistata con personaggi assolutamente strabilianti.
Siamo ad Heaven, una piccola ed ordinaria cittadina. Lucas, uno straordinario detective particolarmente conosciuto per il suo grande intuito, viene chiamato sul luogo di una sparatoria dove un cecchino, dall'alto del suo appartamento, ha cominciato a mietere vittime ed ha espresso un unico desiderio, quello di poter parlare con il detective. Subito dopo, però, la sua presenza viene richiesta per il ritrovamento di un cadavere, una ragazza, che apparentemente non reca alcun segno di violenza o abusi, ma con una paura innaturale negli occhi. Coadiuvato da Anna, una psichiatra profiler particolarmente dedita al suo lavoro, Lucas si immergerà in un'indagine complicata in cui sia lui sia Anna dovranno fare i conti con il proprio passato, sepolto fin nelle viscere e da troppo tempo celato a chiunque: cos'ha a che fare questo serial killer con il detective e la profiler? Come può essere a conoscenza di segreti tenuti nascosti per anni interi? Ma soprattutto, perché rapisce e uccide innocenti ragazze? In una vera corsa contro il tempo, Anna e Lucas si ritroveranno ad affrontare una mente geniale e pericolosa che li ingannerà, li metterà a dura prova, farà credere loro di essere quello in realtà non sono, e quando anche Kathryn, una presenza essenziale nella vita dell'uomo, scomparirà l'ansia, il tormento e la paura prenderanno il sopravvento: dov'è il serial killer? Qual è realmente il suo fine?

Era come morto, ma forse presto avrebbe smesso di esserlo.

Fin dalle prime pagine il lettore si ritroverà immerso in una storia in cui non mancheranno assolutamente i colpi di scena e, ritrovandosi nel bel mezzo dell'azione, si renderà subito conto del tenore che l'autore ha voluto dare al libro: mentre la noia non si affaccerà mai, la tensione, l'ansia e la paura saranno le sensazioni che maggiormente percepirà il lettore, fortemente amplificate dal ritmo che prenderà la narrazione, mai lenta o banale, sempre pronta a sconvolgere.
La storia è davvero costruita benissimo, i numerosi colpi di scena sorprenderanno ripetutamente il lettore che si ritroverà catapultato in una serie di ipotesi e congetture che, nella maggior parte dei casi, non saranno esatte, o quanto meno non del tutto, ed è questa la grande capacità, una delle tante in realtà, che più mi ha sorpresa: complice anche il fatto che i Thriller e i Gialli sono i generi che leggo di più in assoluto, molto spesso mi ritrovo a capire ed ad individuare il finale della storia ancor prima di arrivare a metà libro, questa volta invece mi è successo esattamente il contrario, fino alle ultime pagine l'identità del serial killer, le motivazioni che l'avevano indotto a compiere determinate azioni, a tenere certi comportamenti mi erano completamente oscure, solo verso la fine ogni pezzo del puzzle ha cominciato a trovare il suo posto ed era da tanto che una sensazione simile non si impadroniva di me, non in questo modo!
Oltre a questo, inoltre, salta all'occhio del lettore l'intensità con la quale l'autore narra le vicende, quasi come se fossero state vissute da lui in prima persona: è stato in grado di descrivere alla perfezione ogni singola emozione o sensazione provata dai protagonisti, ogni azione sembrava essere già stata compiuta in precedenza, e questo ha sicuramente reso il più verosimile possibile il tutto e onestamente non mi stupirei di leggere una storia simile sui quotidiani nazionali. Questa sensazione è stata notevolmente amplificata dalle puntuali informazioni circa le nozioni di criminologia, psicologia e medico legali che l'autore ha fornito, elemento che mi ha incuriosita davvero tanto e mi ha fatto apprezzare anche sotto un altro punto di vista lo scrittore, che ha dimostrato una grande conoscenza.
Diversamente, poi, da altri Thriller, dove mi concentravo molto di più sulle vicende, sugli assassini, sugli indizi lasciati dagli autori nel corso della lettura, nel libro di Federico Inverni ho trovato dei personaggi davvero formidabili, protagonisti e non che mi sono entrati nel cuore e dal quale non usciranno assolutamente più: affezionarsi a Lucas è davvero molto semplice, fin dall'inizio si ha la sensazione che abbia dovuto affrontare un evento traumatico che l'ha portato ad essere un visionario, una persona che rifugge dal contatto fisico, dagli affetti e dai sentimenti in generale, questo suo essere schivo, duro, incomprensibile a volte mi ha lasciato dentro una voglia incredibile di difenderlo, di fargli capire che a tutto c'è un rimedio, esattamente come farei se un amico si trovasse in una situazione simile; questo lato del detective è però compensato da un intuito straordinario che mi ha lasciata esterrefatta. Dall'altra parte, invece, troviamo Anna, una donna con una tempra non indifferente che rivela, però, fin da subito le sue paure e le sue insicurezze: anche lei, come Lucas, lascia intravedere un passato torbido e particolarmente doloroso che le permetterà di dare tutta se stessa, seppur non senza tentennamenti, in un'indagine che delineerà una situazione fin troppo simile a quanto lei stessa ha dovuto subire anni prima. Entrambi verranno scoperti poco a poco dal lettore, che solo una volta arrivato agli ultimi capitoli potrà realmente conoscerli per quello che sono stati e per quello che sono adesso, una scelta fatta dall'autore che io ho apprezzato davvero tanto poiché in questo modo è stato in grado di innestare una grande curiosità che mi ha permesso davvero di finire il libro in breve tempo, impossibilitata a staccarmi dalle sue pagine, dalle vite che raccontava, quelle che ha messo a nudo e quelle che ha fatto rinascere nonostante tutto.
Oltre ai due protagonisti, meritano menzione anche altri personaggi, quelli impropriamente detti secondari: ognuno di essi avrà un ruolo cruciale nella storia, chi per un motivo e chi per un altro, grazie anche a semplici parole o a piccoli gesti che hanno dato la svolta nelle indagini. E così, dal capitano Zannier al capitano Gacey, dall'ispettore Ramirez ai due psichiatri, Richter ed Immonen, tutti hanno saputo dare al libro quel punto in più che l'ha reso perfetto.
Anche le descrizioni rivestono la loro importanza e si guadagnano sicuramente una menzione degna di essere tale: soprattutto nei capitoli finali, ma in generale durante tutta la durata della lettura, divengono quasi le protagoniste delle vicende rispecchiando alla perfezione quell'atmosfera cupa e tesa che permea tutto il libro.
Il finale è molto soddisfacente, ma ammetto di aver sofferto molto quando è arrivato il momento di oltrepassare la pagina bianca, chiudere il libro e salutare una volta per tutte Lucas e Anna, ma una cosa è certa: non vedo l'ora di potermi immergere nuovamente in un'altra storia proveniente dalla penna di Federico Inverni.
Lo stile, infine, è molto scorrevole, diretto, che arriva dritto al punto e senza fronzoli, esattamente come piace a me.
L'esordio di Federico Inverni è uno dei migliori a cui io abbia mai assistito.

Commenti

  1. Partendo dalla copertina e magnifica, amo molto i thriller e questo e uno di quelli formidabile. complimenti bellissima recensione

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