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Recensione: Stati transitori di Stevan Mena


Prezzo: € 14,90
Ebook: € 8,99
Pagine: 372
Genere: Thriller
Editore: Giunti
Data di pubblicazione: 18 Maggio 2016

Al detective Jack Ridge restano pochi mesi di vita, ma prima della fine vuole assolutamente mantenere la promessa che ha fatto al padre di Angelina: riportare a casa sana e salva la ragazza, l'ultima di una catena di sparizioni che hanno lo stesso modus operandi e lo stesso esito, tre vittime e nessuna traccia dell'assassino. Rebecca è una bambina di nove anni da poco arrivata in città con la mamma; improvvisamente si comporta in modo strano: parla di luoghi e cose che non ha mai visto, è sconvolta da visioni e incubi spaventosi ed è affetta da episodi di xenoglossia. Quando il suo psichiatra, un collaboratore di Jack, riesce ad avvicinarsi all'origine delle sue paure, intuisce qualcosa di davvero inquietante: è Rebecca la chiave per risolvere il mistero che ha ossessionato le notti di Jack. In una disperata lotta contro il tempo, il detective e la bambina devono stringere un patto di fiducia che va oltre ogni logica. Solo insieme potranno scoprire chi si nasconda dietro il serial killer e che fine abbia fatto Angelina. Ma il conto alla rovescia della vita di Jack è già cominciato e la piccola Rebecca sa troppe cose per potersi considerare al sicuro.

Raramente mi capita di provare sensazioni molto discordanti tra loro durante la lettura di un libro, spesso se un romanzo non mi convince rimane tale dall'inizio fine, e lo stesso vale per il contrario, nel caso in cui, cioè, mi appassioni dalla prima all'ultima pagina, con Stati Transitori però le emozioni si sono scontrate ripetutamente: per una buona parte del libro qualcosa non mi convinceva e mi è stato molto difficile riuscire ad entrare nella storia narrata, nella parte finale, però, Stevan Mena ha dato prova di saper tenere alta la tensione e di saper catturare l'attenzione del lettore, dando così al libro un tono decisamente diverso e nettamente più intrigante.
Jack Ridge è un detective particolarmente stimato nel suo ambiente grazie al suo ottimo istinto e alle sue grandi abilità investigative, ma negli ultimi mesi il caso su cui sta incessantemente lavorando sembra volerlo mettere alla prova: tre ragazze di cui si sono perse le tracce, stesso modus operandi, stesse risposte, nessuna traccia dell'assassino e una promessa da mantenere, riportare Angelina Rosa tra le braccia del padre sana e salva. Quando ormai tutto sembra essere perduto, però, arriva Rebecca, una ragazzina di nove anni con un talento artistico inimmaginabile, che, paradossalmente, con il suo strano comportamento, sembra poter mettere la parola fine a questo intricato caso. Contro ogni scetticismo, coadiuvato da un suo collaboratore, uno psichiatra, Jack comincia a dar credito a teorie impensabili deciso più che mai a ritrovare Angelina e ad assicurare il colpevole alla giustizia, ma come può una ragazzina di soli nove anni diventare parte integrante per la risoluzione del caso? Come può Jack mettere in pericolo la vita di Rebecca e di sua madre per qualcosa che lui stesso fatica a credere? In un'autentica corsa contro il tempo il detective si ritroverà protagonista di una storia incredibile, al limite della realtà, disposto a tutto pur di salvare le vite poste sotto la sua responsabilità: chi è il serial killer che sta terrorizzando la cittadina americana?

Parlare di Stati Transitori non sarà affatto semplice, è un libro che mi ha divisa profondamente, un Thriller che in parte mi ha delusa, ma che è riuscito a risollevarsi nelle pagine finali, un romanzo strano, a tratti surreale, ma che poggiava su solide basi che, purtroppo, a mio avviso, non sono state sfruttate in tutto il loro potenziale. 
Andiamo con ordine. Inizialmente, e in realtà per buona parte del libro, mi è stato molto difficile entrare nelle dinamiche della storia narrata, non riuscivo a sentirla mia e soprattutto non riuscivo a sentirmi coinvolta: sebbene la vicenda apparisse fin da subito particolarmente interessante ed originale, la poca cura nei dettagli che ho scoperto man mano, un ritmo troppo veloce ed uno stile troppo frammentato hanno fatto sì che la storia non mi scorresse sotto la pelle: per tutta la durata della lettura, infatti, ho sempre avuto la sensazione di essere un'estranea al tutto, come se stessi osservando le scene in una bolla impermeabile all'interno della quale non potevano arrivare le emozioni dei protagonisti ed in cui non potevo essere raggiunta dai loro pensieri, e più andavo avanti più questa sensazione si intensificava rendendomi la lettura aspra e difficile da digerire. Solo nelle pagine finali ho assistito ad una svolta importante che è stata in grado di rendere davvero accattivante il libro e all'interno delle quali ho potuto toccare con mano il vero talento dell'autore, il suo saper catturare l'attenzione del lettore mettendolo davanti ad una situazione di calma apparente che andrà inevitabilmente a scontrarsi con la dura realtà dei fatti: le ultime cinquanta pagine sono state davvero folgoranti, sono state in grado di sorprendermi e soprattutto di regalarmi quelle emozioni e quelle sensazioni che prima non ero riuscita a provare facendomi immergere, finalmente, nella particolare storia che Stevan Mena ha saputo costruire. 

Sicuramente quello che colpisce immediatamente di questo libro è il suo genere, che non può essere collocato nettamente all'interno dei Thriller, o quanto meno non di quelli classici a cui ormai ci siamo abituati: quello che contraddistingue Stati Transitori è il connubio che presenta tra Thriller e Paranormal, un mix strano, ma incredibilmente attraente che può dare vita ad una storia originale ed accattivante. Una nota ancora più originale, però, è data dal protagonista della vicenda: Jack Ridge non è il solito detective bello, scontroso ed attraente di cui siamo abituati a leggere, al contrario risulta essere un uomo dilaniato da una perdita particolarmente dolorosa, da una malattia contro cui combattere è impossibile e soprattutto dedito al lavoro come solo pochi altri lo sono, disposto a tutto pur di portare a termine il suo ultimo compito e mantenere la sua solenne promessa. Il rapporto che si instaura tra lui e Rebecca, l'altra vera protagonista del romanzo, è molto profondo e altrettanto intenso e ha dato modo al lettore di scoprire qualcosa in più di un personaggio misterioso e proprio per questo particolarmente interessante. Al di là di Jack e Rebecca, però, non ho trovato negli altri protagonisti qualcosa capace di contraddistinguerli e di farmeli così ricordare per una determinata dote, ed in questo ambito la poca attenzione ai dettagli di cui vi accennavo prima emerge in tutta la sua chiarezza: oltre ai due protagonisti principali, i personaggi secondari non vengono caratterizzati con la dovuta attenzione, rilegandoli ai margini della vicenda l'autore ha voluto certamente porre l'accento sulla bambina e sul detective, sulle loro storie e sul loro legame, ma, a mio avviso, ha fatto venire meno una nota di curiosità per quello che riguarda le vite di tutti gli altri che, intendiamoci, non si limitano ad essere mere comparse.

Le tematiche trattate, inoltre, sono particolarmente importanti, ma anche in questo caso non ho trovato nella loro trattazione quella dovuta accortezza ed attenzione che sicuramente meritavano: dal bullismo che subisce la ragazzina alla condizione di solitudine che rende prigioniero Jack, dal senso di abbandono provato da Laura, la madre di Rebecca, ai Legami Familiari, tutto abbisogna di un certo approfondimento e sebbene a determinati aspetti sia stato dato il giusto collocamento, per altri non è valso lo stesso e questo ha reso il tutto forse un po' troppo superficiale.

Ad ogni modo mi sento ugualmente di consigliare la lettura di questo Paranormal Thriller perché, nonostante tutto, credo ci sia davvero del pontenziale nel suo autore e soprattutto nella storia, e d'altronde, si sa, una lettura leggera non si nega a nessuno.



Commenti

  1. A me è piaciuto molto invece, ho apprezzato soprattutto la scelta di mixare insieme paranormale e thriller. Due generi tanto diversi, ma che insieme danno vita a qualcosa di originale e intenso. Almeno questo è stato il mio pensiero quando l'ho letto :D

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    1. Il mescolare questi due generi è piaciuto molto anche a me, il problema è che non sonk riuscita ad entrare nella storia se non alla fine.. Tutto sommato però non è stata una lettura malvagia, altrimenti non lo avrei finito in un giorno solo ^^

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  2. Uh ce stano miscuglio di generi. Potrebbe anche interessarmi ma se la storia si fa pesante va a finire che mi annoio :-(

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