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Recensione: Vite vulnerabili di Pablo Simonetti

VITE VULNERABILI.


VITE VULNERABILI
di Pablo Simonetti

Prezzo: € 18,00 | Ebook: € 12,99
Pagine: 184 | Genere: Narrativa contemporanea
Editore: Lindau | Data di Pubblicazione: 1 Marzo 2018

TRAMA
In questi 12 racconti, Pablo Simonetti ci mette di fronte alle nostre stesse vulnerabilità, alle crepe che possono aprirsi nella facciata tutta ordine e decoro dietro cui nascondiamo la nostra vita. I suoi personaggi, uomini e donne di ogni età, si trovano coinvolti in situazioni – alcune drammatiche, altre apparentemente banali – che hanno il potere di far emergere, anche in un solo istante fatale, la loro fragilità e le loro debolezze, costringendoli a fare i conti con sé stessi. Desideri e antichi rancori, speranze e ossessioni, ferocia e tenerezza: di questo si nutre la prosa di Simonetti, dotata di una tensione sottile e persistente che contagia il lettore, ma sempre ricca di profonda umanità.

IL MIO PENSIERO SUL LIBRO.

Dare voce ai sentimenti, soprattutto quelli più profondi, è probabilmente quanto di più difficile esista per uno scrittore: confrontarsi con la propria intimità, accettarne l’esistenza ed esternarla, nero su bianco, rendendola fruibile ad un numero inimmaginabile di persone può essere, di per sé, spaventoso, ma affacciarsi sulla soggettività altrui, cercare di colpire il cuore di chi quel romanzo lo sta leggendo lo è, forse, ancor di più. E cimentarsi con tutto questo, in fondo, è anche un grande atto di coraggio: ognuno di noi è dotato di una sensibilità differente e spesso ciò che riesce a segnare un animo, non è in grado di farlo con un altro e far levare le stesse voci di apprezzamento da corpi evidentemente diversi è quasi impossibile. Non per Pablo Simonetti, però, che con i suoi dodici racconti contenuti in Vite vulnerabili è stato capace di conquistare un pubblico fortemente eterogeneo con una semplicità assolutamente strabiliante.

Filo conduttore dei dodici racconti, apparentemente slegati gli uni dagli altri, è, proprio come recita il titolo della raccolta, il senso di vulnerabilità che la vita, per sua stessa definizione, porta dentro di sé. Un amore in cui non ci si sente se stessi e da cui si cerca di fuggire, anche se non definitivamente, un sentimento di inadeguatezza, la paura di non essere tollerati o riconosciuti per la propria identità sessuale, il timore del fallimento, un’eccedenza di orgoglio per le proprie incontestabili qualità, una gelosia accecante, una silente ammirazione: tutto questo Pablo Simonetti riesce a far vivere tra le pagine dei suoi racconti, a loro volta animate da donne e uomini comuni alle prese con l’imprevedibilità della vita, in uno stato costante di tensione che il lettore non potrà non sentire profondamente suo.

Proprio la prosa dell’autore cileno deve essere considerato, senza alcun dubbio, l’elemento più sorprendente dell’intera raccolta. Rinforzata da un solido senso di umanità, la narrazione di ciascun racconto procede con studiata lentezza cullando il lettore nella scoperta, o per meglio dire nella riscoperta, delle proprie emozioni: farsi sorprendere dal sentimento di ciascun personaggio, infatti, non è affatto semplice, ma il modo in cui Pablo Simonetti riesce a far intrecciare le vite del lettore da una parte e di ogni suo protagonista dall’altra rende possibile anche una simile commistione. Così, ci si ritrova catapultati in un mondo del tutto ordinario, popolato da uomini qualsiasi, ma soprattutto da turbamenti intensi, profondi nel loro essere apparentemente semplici, speciali proprio grazie al loro saper mettere in evidenza quell’aspetto quotidiano che nessuno mai vorrebbe rendere di pubblico dominio: le proprie debolezze, le proprie sfaccettature, le proprie incolmabili crepe.

Vite vulnerabili, in fondo, è uno specchio capace di riflettere il nostro Io più intimo, di riportare alla luce tutto ciò che, consapevolmente o meno, decidiamo di nascondere nell’ombra delle più rassicuranti bugie, non rendendoci conto, però, dello straziante dolore di cui nutriamo ogni giorno il nostro piccolo animo, ed è probabilmente proprio per questa mia personale lettura che Nozze d’oro, Finale di finale e Peter Faraday, complici sicuramente le tematiche che ognuno di essi affronta, sono stati i racconti che più di ogni altro hanno saputo imprimere sulla mia pelle quel segno indelebile che solo le grandi storie possono lasciare: un ricordo dolce e amaro al contempo ed un insegnamento di vita inaspettato.

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