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Recensione: November Criminals di Sam Munson



A inizio mese è arrivato in libreria November Criminal di Sam Munson, libro da cui è stato tratto l'omonimo film.

NOVEMBER CRIMINALS

di November Criminals

Prezzo: € 16,90 | Ebook: € --- |
Pagine: 324 | Genere: YA  |
Editore: Sperling & Kupfer Data di pubblicazione:  4 Dicembre

Trama


Washington D.C. Addison Schacht ha diciotto anni e cinque giorni. È all'ultimo anno del liceo e vive in un elegante quartiere abitato da famiglie alto-borghesi con il padre, un artista fallito che fa vasi di terracotta e insegna come farli in una semifamosa accademia d'arte della città. Addison non è esattamente quel che si definisce il ragazzo popolare della scuola. Ha una sola amica e non perde occasione di citare l'Eneide di Virgilio in latino, sostenendo che abbia ancora molto da insegnare sulla vita. Negli ultimi quattro anni ha dedicato quasi tutto il suo tempo libero a spacciare erba a coetanei annoiati e innocui. Non che fosse previsto tra i suoi progetti, ma di certo era facile, e più intrigante delle lezioni. Deciso a smettere una volta diplomato, ce l'ha fatta addirittura prima del termine che si era imposto. Ma non grazie alla sua forza di volontà: le circostanze hanno avuto un ruolo importante. Circostanze che portano il nome del suo compagno di classe, Kevin Broadus, assassinato, pare, in un tentativo di rapina. Per Addison questo omicidio diventa un'ossessione. Un mistero e un'indagine personale che si trasformano presto in un viaggio esistenziale tra gli interrogativi della vita e gli inganni della società.

  
 


IL MIO PENSIERO SUL LIBRO

Leggendo la trama ero convinta di trovarmi tra le mani un thriller psicologico young adult, ma dopo un inizio niente male la storia ha preso una piega diversa e non mi sono persa un po'.
Addison è la sola voce narrante all'interno del libro, i dialoghi sono quasi nulli, è più un monologo un po' sconclusionato del protagonista, una sorta di pensieri e riflessioni confuse messe nero su bianco. Tutto prende il via dall'assassinio di un compagno di classe del protagonista, che non si sa bene perché decide di indagare e scoprire chi e perché ha ucciso un adolescente e questo sarebbe davvero un buon punto di partenza se ad un certo punto Addison non iniziasse a divagare, raccontando fatti che han poco a che fare con l'omicidio e che sono anche del tutto inutili.
Addison ha 18 anni e da quando è poco più un adolescente spaccia erba ai suoi compagni, non si sa perché ha iniziato e continui a farlo, forse per noia o per gioco, soprattutto perché andando avanti con la letture si comprende che Addison non é uno sciocco, adora il latino e fa il suo dovere di studente eppure si ha costantemente l'impressione che ci sia qualcosa fuori posto nella sua vita, peccato che una volta arrivati in fondo al libro il lettore non abbia compreso di cosa si tratta. 
November Criminals ci racconta la vita di Addison, la sua crescita e lo fa senza freni, senza seguire un filo logico, facendo incredibili voli pindarici e parlando di tutto tranne della morte del suo compagno Kevi, anzi ci sono momenti in cui ci si domanda se non si sia scordato perché e su cosa stava indagando. 
Devo ammettere che la storia rispecchia tantissimo Addison, che da una parte adora l'Eneide e può apparire come uno studente modello e dall'altra è un piccolo criminale, che non ci pensa due volte a prendere la pistola che gli viene offerta: tutto nella vita di Addison ha un equilibrio precario e anche la storia che racconta, passando da un argomento all'altro senza una vera ragione, senza seguire un filo logico, probabilmente solo per raccontarsi agli altri e mostrare lati che nessuno vede o conosce.
Sam Munson cerca di affrontare lo spinoso tema del razzismo, una realtà ben radicata in America e che ancor oggi è motivo di violenze e soprusi, vi sono tantissimi riferimenti agli ebrei e agli afroamericani, ma ahimè pur essendoci tutti i presupposti per imbastire un discorso serio alla fine l'idea non viene elaborata, la storia non prende il via e si resta incastrati nella mente annebbiata del protagonista.
Kevin e Addison hanno in comune il fatto che uno era afroamericano e l'altro è ebreo e fanno entrambi parte di quella parte di popolazione presa di mira dai razzisti, penso che Munson volesse attirare l'attenzione su questo, ma purtroppo ha creato un microcosmo personale di Addison che si allontana moltissimo da tutto ciò, distraendo il lettore e a tratti portandolo a domandarsi dove voglia andare a parare il lettore con le tante deviazioni di Addison.
Probabilmente avevo aspettative molto alte per questo libro, ma in ogni caso mi aspettavo davvero qualcosa di completamente diverso dal diario confuso e un po' distratto di un adolescente, che pagina dopo pagina prende atto che la vita che conduce non è sicura e adatta a lui e che quella che chiama amica è in realtà qualcosa di più e deve trovare il coraggio per andare avanti e far evolvere sia il loro rapporto sia la sua vita.
Ora sono curiosa di vedere com'è il film, credo che l'adattamento cinematografico sia sicuramente più chiaro e meno contorto.





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