RECENSIONE: LE VOCI DEL FARO DI LAURA FERRARI
Data di pubblicazione: 5 novembre 2020
Nel 1961 una coppia di amanti maltesi si
suicidò gettandosi dal faro dell’isola di Gozo. Da allora una leggenda aleggia
sulla vicenda, e perpetua la sua eco fino ai giorni nostri, provocando a
cascata il suicidio di tutti i guardiani dello stesso faro, spaventati dalle
grida dei due innamorati che tornano dalla spuma del mare a rivendicare il loro
amore spezzato.
Laura Marshall, fotoreporter italo-londinese
del National Geographic, viene a conoscenza della leggenda durante la cena di benvenuto
per una vacanza a Malta, ospite dell’amica Emma e di suo marito Philippe, noto
attore teatrale. Proprio durante quel piccolo viaggio, Philippe scompare nel nulla.
Laura, inizia un’indagine personale, aiutata col suo caro amico Chris che l’ha
accompagnata in vacanza, mentre la polizia porta avanti le ricerche ufficiali.
Verranno quindi a galla particolari drammatici legati alla leggenda e ai personaggi, che mostreranno il vero volto degli attori della vicenda.
“Le voci del faro” ha tutte le premesse per essere un buon giallo, l’idea è interessante, l’ambientazione originale, ma meritava uno sviluppo migliore.
Narrato in prima persona da Laura, è asettico,
asciutto, tecnico: una sola esposizione di fatti, senza molto spazio a emozioni
e impressioni, come la trasposizione di un testo teatrale, e a parer mio questa
caratteristica è un valore aggiunto: conferisce ritmo, lo rende accattivante. L’inizio
infatti è incalzante, rapido e cattura il lettore che lo legge volentieri, ma
improvvisamente, poco dopo la metà, rallenta e diventa poco credibile e per
certi aspetti un po’ superficiale, quasi banale nella trattazione di alcuni
temi che mancano dei tecnicismi più o meno specifici e approfonditi di chi si è
documentato per esporre temi che non conosce, e lo rendono un po’ infantile quando
viene data quasi più importanza all’aspetto amoroso, trasformando l’opera in un
tiepido romance.
Laura Marshall è un personaggio insulso e fastidioso,
poco caratterizzato, a tratti ingenua e sciocca, a tratti acuta e tenace, con le
due parti della personalità in contrasto tra loro, nettamente separate. Le sue
emozioni sono talvolta superficiali, come lo stereotipo della protagonista
adolescente di uno Joung-adult dozzinale, ed è un vero peccato, perché l’idea
del romanzo è buona, intelligente, stuzzicante ma questi personaggi così
improbabili e superficiali le tolgono valore.
I dialoghi sono banali, surreali e
improbabili, talvolta enfatizzati, anch’essi esagerati in modo “teatrale”: la
passione di Laura Ferrari per il teatro si rende quindi evidente in più aspetti
del romanzo.
I personaggi sono risicati, e questo è
perfettamente in linea col clima insulare e con le dimensioni del romanzo, come
se fosse tutto molto ben proporzionato, intimo e racchiuso in minimi termini.
A tratti ridondante e inutilmente aulica è la
scelta di termini poco utilizzati e un po’ démodé, che rallentano la narrazione
e la rendono un po’ pesante. Al termine di alcuni capitoli, poi, compaiono
slegati dal resto, alcuni pensieri che tornano alla mente di Laura, ricordi del
suo passato e del rapporto con lo zio che è stato per lei molto importante.
Sono aneddoti che dovrebbero aiutare il lettore ad approfondire la comprensione
del personaggio, ma in realtà stonano e appesantiscono, senza portare alcun
valore aggiunto.
La storia di per sé è avvincente e il finale è
abbastanza inaspettato: sarebbe davvero un bel giallo se solo fosse un po’
meglio strutturato! Peccato per le contaminazioni romance e paranormal
che mescolate e poco sviluppate, fanno solo confusione: forse l’autrice avrebbe
dovuto scegliere uno solo degli stili, puntare su quello e approfondire gli
aspetti utili a sostenerlo, procedendo in una sola direzione senza mescolarli.
Mi spiace per il giudizio, perché l’ho cominciato
con vero piacere e interesse: la sinossi è interessante e all’inizio si fa
divorare velocemente.
Credo che cercherò altre opere di Laura Ferrari,
per darle un’altra possibilità: credo proprio che se la meriti!
Lettori, non voglio scoraggiarvi, tuttavia: se amate il genere
giallo-rosa, sono sicura che potrete apprezzarlo!
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