Recensione: La scelta di Jonah diAndi Jaxon
LA SCELTA DI JONAH
Pagine: 384 | Genere: Romance MM |
Editore: Hope Edizioni | Data di pubblicazione: 12 febbraio
Trama
Mi chiamo Jonah Cohen e la mia vita è un inferno.
Lo è diventata da quando mio padre, pastore della First Baptist, ha accettato un trasferimento da Seattle a una cittadina del Kentucky, in piena Bible Belt.
Tutto ciò che mi hanno insegnato urla a gran voce che sono sbagliato. E, come se questo non bastasse, ora c’è anche lui: Roman King, il quarterback, la stella della squadra di football, venerato da tutta la città.
Fin dal primo giorno di scuola Roman mi ha preso di mira e ha dato il via a un gioco perverso e pericoloso a cui ho deciso di partecipare. E nessuno di noi due sembra intenzionato a farlo finire.
Roman è diventato la mia droga e per lui, ora, potrei attraversare persino le fiamme dell’inferno.
Ma se qualcuno dovesse scoprire il nostro segreto sarebbe la nostra fine.
Posso correre questo rischio?
Vale la pena perdere tutto, forse anche la vita, per Roman King?
IL MIO PENSIERO SUL LIBRO
C'è qualcosa di profondamente disturbante nella storia di Jonah, figlio di un pastore protestante che si trasferisce, insieme alla famiglia, in una cittadina dell’America del Sud, stretta nella morsa della Bible Belt.
Jonah è cresciuto all’ombra di una Bibbia usata come arma.
Il padre, pastore carismatico e autoritario, predica ogni domenica la dannazione eterna per chi devia dal "giusto cammino".
Jonah ascolta, ogni volta, seduto tra i banchi, con il cuore stretto in una morsa: perché lui sa – anche se non osa dirlo a nessuno, nemmeno a se stesso – che qualcosa dentro di lui è diverso.
Che il suo sguardo, quando incrocia quello di un altro ragazzo, si sofferma troppo.
E questa consapevolezza lo divora, perché sa che nella sua casa, nella sua chiesa, nella sua città, non c’è posto per chi, come lui, non rientra nei confini imposti da una fede cieca e bigotta.
All’arrivo nella nuova scuola, Jonah e la sorella Mary incontrano Roman, il quarterback della squadra di football. Bello, popolare, intoccabile.
Per Mary è il colpo di fulmine adolescenziale che cambia tutto; per Jonah, invece, è un impatto violento, scomodo, non solo metaforico ma tangibile.
Roman non è però solo ciò che appare: dietro il sorriso sicuro e la maschera del ragazzo perfetto e strafottente – re del campo di gioco – si nasconde anche in lui una frattura.
Un desiderio represso, una rabbia che non sa dove incanalare, una famiglia spezzata.
Roman non è solo il bullo o il carnefice: è anche vittima di un contesto maschilista e omofobo che premia l’aggressività e punisce la vulnerabilità.
Mary diventa inconsapevolmente un ponte tra i due, ma è una strada che porta al conflitto prima ancora che all’intimità.
Roman, infatti, usa la sorella per avvicinarsi a Jonah, mentre a scuola Jonah subisce le angherie dei compagni, proprio sotto gli occhi di Roman che, per proteggere la propria immagine, si fa complice di quei soprusi.
Il cuore del romanzo pulsa in questo continuo strappo interiore: il corpo che desidera e la mente che condanna.
Per Jonah, l’attrazione che prova è peccato, carne e fuoco che brucia troppo vicino all’inferno descritto nelle prediche di suo padre.
Ma a ben vedere, non è già un inferno vivere costantemente nella paura? Nascondersi? Sentirsi sbagliato?
L’autrice ci regala pagine che non fanno sconti.
Non idealizza l’amore tra Jonah e Roman.
È un amore che nasce nel dolore, nel rifiuto, nella rabbia.
Ma è anche un legame che, proprio per questo, si carica di una forza brutale e sincera.
In mezzo alla violenza, ai silenzi, alla vergogna e al desiderio, si insinua una domanda che aleggia per tutto il libro:
è possibile salvarsi a vicenda quando nessuno ti ha mai insegnato ad amarti?
"La scelta di Jonah" è la storia di un amore che non dovrebbe esistere, ma esiste lo stesso.
E in questo, forse, c’è già una forma di redenzione.
Barbara
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