Recensione: Finis Terrae di Gian Luca Campagna
FINIS TERRAE
Prezzo: € 19,00| Ebook: € 5,99 |
Pagine: 512 | Genere: Thriller |
Editore: Oltre Edizioni| Data di pubblicazione: Maggio 2016
Trama
Trama
Un parroco che sapeva troppo trovato incaprettato nella canonica del suo borgo, un comitato ambientalista che
scava nei segreti di una discarica e di una centrale nucleare dismessa, una ballerina di un night sparita nel
nulla, una squadra di calcio che perde per pagarsi lo stipendio, un cronista indolente che non sa come
impiegare il proprio tempo, un gruppo di imprenditori che avvia una centrale a biomasse per dare futuro a se
stessi, un gruppo di amiche sull'orlo di una crisi isterica per i tradimenti dei mariti, una commessa di una
boutique che aspetta ancora il principe azzurro, un ex calciatore col vizio della cocaina, un faccendiere
serbocroato che tratta puttane, calciatori e scommettitori come se fosse ancora un cecchino durante l'assedio di
Sarajevo. Amore e odio che si rincorrono a ritmi forsennati, scavalcandosi e sovrapponendosi. E sullo sfondo lo
Scirocco che avvolge una città, sospesa tra mare, laghi paludosi e macchia mediterranea, in una sorta di Finis
Terrae.
IL MIO PENSIERO SUL LIBRO
Sinceramente 512 pagine sono tante per questo libro che, nonostante sia
scritto bene e scorre, i tanti personaggi e le loro vicissitudini rallentano la
lettura e disperdono l’attenzione del lettore.
Angelo Corelli di professione giornalista, depresso e schiavo dell’alcool cerca di
risolvere alcuni misteri sorti a Villareale: l’omicidio di un parroco, la scomparsa
di una spogliarellista, la comparsa nel fiume di anguille bicefale, imprenditori
senza scrupoli che investono in una centrale a biomasse, calciatori corrotti che
vendono la propria squadra per quattro soldi.
Alcuni personaggi risultano stereotipati, in particolare le donne: sono tutte
belle, tutte ossessionate dal sesso, dalla paura di essere tradite oppure alla
ricerca del principe azzurro, sembra quasi che l’unico scopo che abbiano nella
vita sia quello di fare da satellite al genere maschile.
Anche la vicenda dell’assassinio del parroco segue un cliché che in verità non
appassiona, inoltre troppe chiacchiere inutili sul calcio. Sarà che non sono una
tifosa ma sincerante, mio malgrado, mi sono trovata a saltare interi paragrafi
di spiegazioni calcistiche.
La trama non è molto originale ma l’ambientazione è ben descritta, consona
alla storia e molto reale.
Si percepisce chiaramente che lo scrittore è stato ispirato da una cittadina che
conosce.
Il protagonista è ben configurato, anche se in alcuni momenti ci si chiede come
faccia a bere così tanto sin dalla mattina e a rimanere talmente lucido da
trovare indizi e risolvere i misteri.
Lo stile di scrittura è duro, realistico, in linea con le vicende narrate e in
generale è un noir che può risultare gradevole anche se a me non ha
pienamente convinto.
Con tutti questi personaggi, l’aurore avrebbe potuto scrivere almeno altri due
libri.
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