Recensione: Tartufi Bianchi in Inverno di N.M. Kelby
Prezzo: € 18,50
E-book: € 9,99
Pagine: 338
Editore: Frassinelli
Genere: Romanzo Biografico
Escoffier è un grande chef e un giorno vince la sua futura sposa al biliardo... La prima volta che Delfine entra nella cucina del neo marito pensa che è solo cibo, ma da quel giorno un mondo fatto di magia e nuovi meravigliosi sapori si apre davanti a lei...
Tartufi Bianchi in Inverno racconta la vita, gli amori e i grandi sogni di un grande cuoco francese: Auguste Escoffier, colui che diede ai suoi piatti i nomi di attrici, cantanti, imperatori e regine e che diede vita alla suddivisione della cucina per specialità.
La storia prende il via dai ricordi di Madame Escoffier, Delphine, nel 1935 anno in cui sia lei sia il marito morirono... Il racconto degli ultimi giorni di Auguste e Delphine è alternato da flashback della vita dello chef a pagine tratte dalla sua Guida ed ogni racconto è accompagnato da una ricetta, ogni piatto è descritto così minuziosamente fin dalla preparazione che a lettore sembra di riuscirne a sentire il profumo nell'aria.
Una storia travolgente, poetica e romantica, ma anche triste e drammatica: il lettore viene rapito dal racconto, lo vive e lo gusta anche se qualche volta si perde tra i vari balzi temporali tra presente e passato.
I personaggi principali sono Delphine, Escoffier e l'attrice Sarah Bernhardt ed ognuno di loro è ben delineato, descritto con tale precisione che quasi si materializzano davanti agli occhi del lettore, che impara a conoscerli a fondo e li guarda mentre si espongono e si liberano delle loro maschere per mostrarsi come sono davvero...
Escoffier è un genio della cucina, per lui cucinare è pura poesia, non mette solo insieme degli ingredienti bensì li rende pura arte. Un uomo che ha amato due donne per tutta la sua vita, ma nessuna delle due più di quanto amasse la cucina.
Delphine è una donna forte, che però non ha mai capito quanto davvero l'amasse il marito e che involontariamente con le sue scelte lo ha spesso allontanato da lei... Nonostante ciò ha continuato a credere in quell'amore fatto di poesia, ricette e sapori unici.
Sarah Bernhardt, il cui vero nome era Rosine: una donna avvolta nel mistero e negli scandali, che basò la sua vita sulla recitazione, ma che a suo modo amò Escoffier pur non essendo mai sua. Una donna che si nascondeva dietro le maschere dei suoi personaggi, ma che era in realtà capace di una grande umanità e forza d'animo... Una donna che continua a recitare anche quando il suo corpo, ormai mutilato e troppo vecchio, non riesce più a sorreggerla.
Tre personaggi, tre storie e un grande amore... Per tutto il libro si rincorrono, si perdono e si ritrovano, ma senza mai raggiungersi davvero, senza mai diventare una cosa sola: sono come tre ingredienti incapace di amalgamarsi tra di loro.
E poi c'è Sabine... una giovane cuoca alle dipendenze di casa Escoffier nel 1935, colei che aiutata dal grande chef e dalla moglie darà vita a "nuove storie" fatte di cibo e ricordi.
Molti dei luoghi in cui si svolgono i fatti non sempre sono ben descritti, l'autrice ha infatti cercato di concentrare l'attenzione del lettore sulla figura di Escoffier e di coloro che hanno fato parte della sua vita: lui e ma sua cucina sono i veri protagonisti, la sua tristezza, quella sensazione di solitudine e di non esser mai davvero a casa, quella sua inquietudine, ma soprattutto la sua felicità quando si ritrova in cucina e deve iniziare a creare.
Lo stile della Kelby è armonioso, il linguaggio non troppo sofisticato riesce a catturare l'essenza stessa dei piatti descritti e dei vari personaggi travolgendo il lettore, facendolo appassionare e sognare luoghi e tempi lontani ormai dimenticati. Unica pecca della Kelby è che a volte ha raccontato in modo confuso i vari avvenimenti, saltando dal presente al passato senza un vero ordine e inserendo nella lettura stralci della Guida dello chef creando un po' di confusione, ma per fortuna è un piccolo difetto che non va ad intaccare minimamente la bellezza della storia.
Quando si inizia la lettura è come se ci si sedesse ad uno dei tavoli di Escoffier: piatto dopo piatto si scopre la vita di un grande chef e degli altri suoi commensali, quando ci arriva all'ultima portata si ha voglia di esser stupiti ancora con il dolce e quando infine si chiude il libro ci si alza sazi e un po' malinconici e con in bocca ancora il sapore di una lettura che racchiude in sé tutti gli aromi della vita.
Bella recensione!
RispondiEliminaMi ritrovo molto in quello che hai detto, anche se io gli ho dato 3/5 perché non mi ha convinta proprio del tutto, però sono contenta di averlo letto.
(ma sai che un'anonima mi ha commentato che il libro le ha fatto schifo?? che esagerazione!)
Ricordo quel commento...Dire che una cosa fa schifo è veramente un'esagerazione oltre al fatto che dimostra di non aver capito nulla di ciò che si è visto, letto o mangiato :p
RispondiEliminabella recensione..anche se non è un titolo che mi attira particolarmente
RispondiEliminaGrazie per la recensione. Credo che adesso lo comprerò. Per due volte l'ho preso e riposato sullo scaffale della libreria perchè non convinta. Penso invece che sia un libro che abbia tanto da donare ad un lettore.
RispondiEliminainteressante!
RispondiEliminaLo devo comprare.
RispondiElimina