Recensione: L'insonne di Tony Parsons
"Cosa vuole Max?" mi chiese.
"Giustizia" risposi. "E verità. E voglio anche mettere la parola fine a questa vicenda."
Prezzo: € 18,50
Pagine: 387
Genere: Thriller
Collana: Narrativa
Editore: Piemme
Data di pubblicazione: 7 Luglio 2015
Se c’è una cosa che il detective Max Wolfe ama quasi quanto il caffè, è Londra alle prime luci dell’alba. Al mattino presto tutto è diverso, e per lui – che è rimasto solo con una bambina piccola, e per cui il mondo è ancora in macerie – sono ore preziose, durante le quali può pensare. Pensare, ad esempio, al caso che ha tra le mani, il primo della squadra Omicidi cui l’hanno assegnato da quando ha lasciato i servizi segreti.
Il primo libro che lessi fu un fantasy e lo adorai.
Il secondo fu una storia d'amore e non mi fece impazzire.
Il terzo fu un thriller e scoccò l'amore: ebbi subito chiaro che da quel momento in poi le mie letture si sarebbero orientate in primis verso i thriller e solo dopo verso i fantasy e molto raramente mi sarei affacciata ai romanzi rosa. Avevo già le idee molto chiare fin da piccola e con il tempo, in realtà, questa scaletta di priorità non ha fatto altro che confermarsi e mi sono ritrovata così a leggere pile e pile di libri adrenalinici con il rischio di arrivare a trovarne qualcuno banale o con una storia già conosciuta, senza un minimo di inventiva. Ad inizio mese mi arrivò tra le mani L'insonne e sapevo fin dal principio che sarebbe stato un libro entusiasmante e, credetemi, mai avrei creduto di poter leggere un autore così interessante e così talentuoso come Tony Parsons.
Ci troviamo nella grigia e nuvolosa Londra in compagnia di un nuovo detective, Max Wolfe, un uomo attraente, testardo e risoluto, coraggioso ma troppo avventato, intelligente ma spesso non compreso, padre di una bambina, Scuot, bellissima e arguta, innamorata del loro piccolo cucciolo di Cavalier King Charles di nome Stan, che darà vita a scene bizzarre e commoventi, come solo i cani sono capaci di fare.
L'atmosfera mi ha ricordato molto quella del più famoso detective della letteratura, Sherlock Holmes, e qui Parsons è stato molto abile a non dare vita ad un vero e proprio plagio, ma ad una storia originale, ben costruita in grado di catturare il lettore fin dalle prime pagine: infatti, il libro ci pone davanti subito a scene concitate che si svolgono velocemente che altro non fanno se non catturare l'attenzione del lettore invogliandolo a proseguire nelle lettura e scoprire tutta la verità, che fino alla fine non mancherà di sorprenderlo.
Venire immersi nella storia, qui, è molto facile perché affezionarsi ai protagonisti, e contestualmente odiarne gli antagonisti, è immediato: il lettore sente di essere sulle scene del crimine, nel loft di Max e Scuot, all'interno del collegio maschile, percepisce chiaramente la presenza dell'assassino e la paura che questa provoca, intuisce i sentimenti dei personaggi, le loro preoccupazioni e le loro gioie, li percepisce con tutti e cinque i sensi, quasi fossero reali e l'autore, nell'alimentare queste sensazioni, è abilissimo perché è stato in grado di creare qualcuno che potrebbe esistere realmente e non l'eroe perfetto senza vizi e paure, Max Wolfe è esattamente come ognuno di noi potrebbe essere, con le stesse debolezze, le stesse passioni e le medesime ansie, e qui il talento di Parsons viene nuovamente esaltato perché nonostante questo il nostro detective è unico, originale e accattivante.
Le scene non sono troppo crude, ma al contempo neanche troppo leggere e vengono descritte perfettamente.
I colpi di scena, poi, sono eccezionali: non appena la nostra mente formula un'ipotesi su chi possa essere l'assassino e su cosa possa essere successo, il capitolo immediatamente successivo ci fa ricredere facendoci restare a bocca aperta perché noi una svolta del genere nella storia mai avremmo creduto che potesse essere pensata, nulla viene lasciato al caso, tutto viene studiato ed analizzato nei minimi dettagli, dandoci l'idea di un libro e di un autore fenomenali.
Una cosa che raramente trovo nei thriller sono i richiami letterari che, in questa opera, lo scrittore inserisce facilmente senza alcuna forzatura, come, ad esempio, il nome della bambina che viene ispirato da un capolavoro di Harper Lee, e non vi dico altro per non mettere a repentaglio il piacere della scoperta.
Lo stile per nulla complicato, seppur specifico, e scorrevole completano l'opera e fanno del libro un thriller perfetto, con tutti gli elementi tipici del genere e con quel qualcosa in più che rendono la lettura eccezionale.
Una volta chiuso il libro il detective Max Wolfe vi mancherà e io sono già sulle spine: non vedo l'ora di leggere la sua seconda avventura.
Vale, come sempre ci lasci delle recensioni fantastiche. Se il libro invoglia ad andare avanti, tu hai la capacità di invogliare un lettore a leggerlo.
RispondiEliminaSiamo un po diverse riguardo allo genere di lettura che preferiamo, io sono tipo:
Romance
fantasy
thriller.
Ma di certo, non lascio fuori dalla lista questo libro.
e si allunga ancora GRRRRRR tutta colpa tuaaaa!!!
Hahahahha :*
Arianna grazie! Con queste parole mi rendi felicissima! Spero tu possa leggerlo quanto prima e poi ovviamente dovrai farmi sapere qualcosa! :)
EliminaBellissima recensione :) ma non è il mio genere :)
RispondiEliminaGrazie Ylenia :) che dici, non è l'ora di provare qualche thriller? :P
EliminaBellissima recensione! Come non aggiungerlo in wishlist? *-*
RispondiEliminaGrazie Valentina! *-*
EliminaSembra proprio il libro che potrebbe piacere a me, visto che amo i thriller, anche se ultimamente ne ho letti di un po' deludenti... questo però mi attira molto! Me lo segno! :)
RispondiEliminaA volte il problema dei thriller è proprio questo, dici bene! Ma fidati, non potrai non innamorarti di Max Wolfe! *-*
EliminaBellissima recensione! Adoro il tuo modo di scrivere, Vale!
RispondiEliminaPer quanto riguarda il libro, mi intriga molto.. Io ho scoperto da poco i thriller e li ho subito amati!
Aggiungo immediatamente questo libro alla mia wishlist :)