LE NOSTRE RECENSIONI


Incontro con l'Autore: Pèter Gàrdos



Data: 26 novembre 2015
Autore: Pèter Gàrdos
Libro: Febbre all’alba
Editore: Bompiani
Luogo: Circolo dei Lettori - Fondazione Pini - Milano

Cari colorlettori,

siamo stati invitati alla presentazione assoluta in Italia del nuovo libro di Peter Gardos “Febbre all’alba”. L’evento, organizzato dall’editore Bompiani, si è svolto nelle sale del Circolo dei Lettori della Fondazione Pini di Milano, nell’elegante palazzo situato in corso Garibaldi a Milano, una delle zone a più alta concentrazione culturale del capoluogo meneghino.





Ho percepito subito un’atmosfera di qualità, sia per l’eleganza della struttura che per la sala dedicata alla presentazione, ove sono esposte opere del pittore Renzo Bongiovanni Radice che dimorò qui. Qualità estesa alle persone intervenute all’evento ma soprattutto a coloro che lo hanno presentato. In primis Cristina Battocletti, giovane scrittrice già premiata, impegnata con la sezione spettacolo e cultura balcanica della Domenica del Sole24ore, che ha condotto la serata ponendo le giuste domande e soddisfacendo la curiosità di quanti erano intervenuti. Poi la conosciuta Laura Lepri, editor free lance e consulente editoriale di successo, docente presso il Master in Editoria Libraria della Università Statale e della Fondazione Mondadori, autrice di diversi saggi tra i quali una collaborazione con Elisabetta Sgarbi, che però ha abbandonato Bompiani proprio due giorni prima. A completare il terzetto di protagoniste nomino Cristina Sandor, dell’ambasciata ungherese, che ha fatto da tramite e traduttrice con l’autore.
Peter Gardos, affermato regista ungherese di documentari e film, si è presentato come un uomo simpatico, empatico e dotato della qualità di narrare in maniera leggera e ironica anche vicende di una certa dolorosa importanza. Le sue risposte alle domande sono sempre state esaurienti, ha parlato a lungo e non ha mancato di ringraziare quanti hanno partecipato alla presentazione anche per l’atmosfera accogliente che gli è stata preparata.


Del suo libro “Febbre all’alba” è stato tratto anche un film del quale sono state presentate alcune sequenze in anteprima in sala. Il libro prende il titolo da quella particolare febbre che tormenta ogni mattina i malati di tubercolosi, una febbre che ad ogni risveglio si spera non sia tornata implacabile ad indebolirli. Parla della storia vera del padre di Peter, Miklos, recluso in un campo di concentramento in Germania durante la seconda guerra mondiale. Dopo la liberazione lui, come altri sopravvissuti, venne trasferito in una struttura di cura in Svezia e ricevette la terribile diagnosi che la sua vita non si sarebbe protratta per più di sei mesi. Disperato, ma non vinto, Miklos riesce a rintracciare le 117 ragazze deportate insieme a lui in Svezia, e spedisce loro una lunga  e appassionata lettera d’amore e di richiesta di matrimonio, convinto che una tra di loro sarebbe diventata sua moglie prima che la morte potesse coglierlo. Tra le tante, sarà Lili a rispondergli ed avviare una fitta corrispondenza fino al momento culminante in cui i due riescono ad incontrarsi. Una storia d’amore dove il sentimento prevale anche sulla malattia, uno spicchio di felicità che emerge da un dramma immenso, raccontata con dovizia di particolari ma soprattutto con una certa eleganza, come ho potuto apprezzare dai brevi passi letti in sala. 



Peter ha potuto narrare la vicenda grazie alla scoperta delle appassionanti lettere spedite dal padre alla madre Lili, e la prima domanda è stata appunto cosa ha provato nel trovare e leggere questa corrispondenza:
In un posto così bello non posso essere che sincero. Le lettere mi hanno sconvolto, sicuramente, e ho provato la sensazione di sbirciare nella vita dei miei genitori attraverso la serratura. In casa l’Olocausto non veniva mai menzionato; sapevo solo che i miei genitori si erano incontrati casualmente in Svezia. Considero che devo la mia vita all’efficienza della posta svedese (risata in sala..). La cosa buffa è stato scoprire che mio padre ha scritto lettere a ben 117 donne, ma nella sua vita neanche lontanamente è riuscito a conoscerne così tante”

D. In queste lettere c’era molto entusiasmo per l’ideologia socialista, per la quale suo padre pagò un prezzo molto caro
Mio padre credeva nell’ideologia di sinistra di allora, anche se, dopo aver conosciuto gli orrori del totalitarismo comunista fa un pò ridere rileggere certe considerazioni. Lui cercò di convertire mia madre, fanciulla appena diciottenne, al socialismo ma lei non era veramente interessata. Le regalò un libro che spiegava come dovrebbe essere e comportarsi una donna socialista, e Lili lo lesse come un dovere verso questo uomo che corrispondeva con lei. Ma dopo qualche pagina lo lanciò verso il muro e rispose a Miklos che si trattava di un libro orribile. Questi, accecato d’amore, accantonò per il momento l’ideologia comunista mentre si rivolgeva a lei”

D. Tra le tante “colpe” per le quali si poteva finire in un lager, una delle più frequenti era la religione. In questo caso i tuoi genitori erano entrambi ebrei, ma in maniera molto discreta.

Io non conoscevo assolutamente le mie origini ebree. Da ragazzino, un’età in cui la stupidità a volte fa fare cose insulse, mi capitava con i miei amici a scuola di prendere in giro un ragazzino della nostra scuola, perchè ebreo. Mio padre un giorno vide questi episodi di bullismo e mi chiese come mai ci comportassimo così con quel ragazzo. Quando gli risposi “perchè è ebreo”, ricevetti uno schiaffo per cui sento ildolore ancora adesso e mi disse “anche tu sei ebreo”. Questo mi fece capire che la storia della mia famiglia celava dei segreti dei quali non ero a conoscenza”

D. Perché una storia così particolare ed importante non è stata scritta da tuo padre?
"La prima risposta che mi è venuta in mente è stata perché probabilmente mio padre si vergognava profondamente del suo passato.Ho trovato una sua breve scrittura del '46, nel quale mio padre ricorda di aver bruciato dei cadaveri nel campo di concentramento, quindi sicuramente ha dovuto adottare delle strategie di sopravvivenza che hanno fatto si che certi ricordi venissero rimossi e non riproposti"

In conclusione si è trattato di una presentazione adeguata e con tutte le caratteristiche per porre in risalto il lavoro e il contenuto del libro presentato, che in definitiva è quello che interessa a noi lettori. Purtroppo non abbiamo avuto a disposizione il libro per poter saggiare e verificare le buone sensazioni emerse durante l'evento. Ma, come ho detto sopra, è stato tratto anche un film da questo libro, e le poche sequenze mostrate in aula si sono mostrate decisamente interessanti, e soprattutto corrispondenti al brano letto da Laura Lepri. Potete vedere il trailer al seguente link:



Dal 26 novembre potrete trovare questo libro in libreria, edito da Bompiani, se vorrete apprezzare una vicenda che addolcisce un evento amarissimo, con la certezza che non si tratta di mistificazione, come avvenuto di recente, ma di un fatto realmente accaduto.

Grazie per l'attenzione, buona lettura








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