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Recensione: I segreti di Wayward Pines a cura di Carlo Valeri

Le domande - appese e consegnate - con perfetto marchingegno hitchcockiano al twist ending sono da ricerca filosofica sulla verità dell'esistenza: cosa c'è di vero (e chi lo stabilisce) dentro la comunità in cui viviamo e le sue regole (ancora The Village come la serie)? Cosa c'è di vero dietro le allucinazioni di uno stato di alterazione mentale: è vera la malattia (Ethan Burke è inizialmente spinto a credersi pazzo) o le sue intuizioni/illuminazioni/messaggi? Cosa c'è di vero dietro il frinire dei grilli di Wayward Pines? E in senso ancora più archetipico, cosa c'è di vero dietro le paure e l'esigenza, ossessiva in Shyamalan, di trovare rifugio in cantine, stanze, bunker (a Wayward Pines) e altri nascondigli infantili? Cosa c'è di vero quindi anche dietro il nostro senso del tempo (non ci sono orologi a Wayward Pines): apparteniamo al calendario in corso o siamo gli unici sopravvissuti  di una specie estinta? Soprattutto, chiudendo idealmente il cerchio tra il Sesto senso e Wayward Pines, cosa c'è di vero nell'essere ancora vivi?


Prezzo: € 4,99 (eBook) - € 9,99 (cartaceo)
Pagine: 120
Genere: Critica
Editore: goWare
Data di pubblicazione: 8 Dicembre 2015

Ambizioso, smisurato, enigmatico. Il progetto Wayward Pines, ideato da M. Night Shymalan, il regista più imprevedibile di Hollywood, è un viaggio di sola andata nelle ossessioni di un mondo assurdo, in bilico tra passato e futuro, tra noir, horror e fantascienza. Una matrioska che contiene un segreto dentro l’altro, recuperando influenze cinematografiche e letterarie. Questo libro, attraverso saggi, profili di attori, schede e gallerie fotografiche, racconta e analizza la serie televisiva più folle degli ultimi anni.

Prima di entrare nel vivo del libro ed analizzarlo in ogni suo piccolo dettaglio vorrei porre l'accento sul significato di una parola, spesso e volentieri travisato dai più. Critica, e criticare quindi, non vuol dire solo portare a galla ogni difetto del libro protagonista, al contrario io credo che la parola assuma un significato molto più positivo di quello che possa sembrare: fare una critica su uno scritto o su un telefilm, e qui in particolare si tratta di Wayward Pines, vuol dire analizzarlo fino al più remoto dettaglio, significa svestirlo e mostrarlo al mondo per quello che è in profondità, al di là della sua veste superficiale. Ammetto che non ne leggo spesso poiché raramente mi ci sono trovata davanti, ma appena ho visto nel catalogo della Casa Editrice questo titolo mi ci sono fiondata sopra e non avrei potuto fare una scelta migliore: I segreti di Wayward Pines è uno di quei libri che gli amanti della serie non possono farsi scappare, particolareggiato, ben scritto ed assolutamente interessante.
6 autori si cimentano in una delle imprese più importanti ed interessanti per i fan dello show televisivo: analizzare fino al più piccolo particolare i dieci episodi che compongono la serie, i retroscena, le idee dello sceneggiatore e dello scrittore della trilogia edita dalla Sperling&Kupfer, i profili degli attori e l'ambiente in cui una delle serie più belle, a mio avviso, degli ultimi anni ha pian piano preso vita.

Niente è come sembra in Crouch: dietro la patina dell'ordine si cela sempre una realtà ben peggiore di come la si possa immaginare..

Il libro è stato costruito davvero molto bene: nella prima parte vengono esaminati singolarmente tutti i temi che la serie affronta e vengono fatti importanti paragoni tra la creatura di Shyamalan, e di Crouch, e quelle letterarie di Orwell (1984) o Bradbury (Fahrenheit 451) o Golding (Il signore delle mosche) o ancora quelle cinematografiche come The Village, Signs, E venne il giorno, insomma tutti film molto rinomati che ognuno di noi avrà sentito nominare almeno una volta nella vita, e qualcuno li avrà anche sicuramente visti. Ho trovato questa analisi davvero molto interessante e gli autori sono stati in grado di farmi focalizzare su dettagli che prima non avevo preso in considerazione per un motivo e per l'altro, per cui credo siano riusciti perfettamente nel loro intento! Nella seconda parte viene, invece, data voce ai protagonisti riportandone interviste, come nel caso del regista, biografie, come nel caso dello scrittore e degli attori protagonisti, uno fra tutti il mio adorato Matt Dillon: sia degli uni che degli altri ho raccolto informazioni che non possedevo e sono stata arricchita sotto molti punti di vista, motivo per il quale non posso fare altro che ringraziare particolarmente i sei scrittori. Successivamente viene ripercorso l'intero telefilm ed episodio per episodio viene fornito al lettore un riassunto in grado di ricostruire le vicende affrontate dall'agente speciale Ethan Burke e dalla sua famiglia nella segreta e minacciosa cittadina di Wayward Pines, ma non è finito qui: alla fine di ogni episodio vengono date delle particolarità dello stesso che possono andare da una svista nelle riprese alle differenze con il primo libro della Trilogia, dagli elementi che accostano il telefilm alla sua idea ispiratrice, cioè il famoso Twin Peaks, alla particolarità con gli attori si ritrovino a ricoprire un ruolo molto simile a quelli svolti in passato in altri film. Tutto questo viene poi concluso, e arricchito, con alcune immagini delle riprese della serie ed alcune indiscrezioni su un'eventuale Seconda Stagione che, notizia di pochissimi giorni fa, si farà ufficialmente. Questa costruzione ed il modo in cui il telefilm è stato approfondito ha fatto del libro uno dei più belli sul genere con cui io mi sia mai cimentata.

Il volto mostruoso della comunità di Wayward Pines ricorda il gruppo di ragazzini de Il signore delle mosche (Lord of the Flies), altra parabola sulla facilità con la quale la nostra razionalità si eclissa di fronte alla paura, sentimento grazie al quale riemerge il nostro volto mostruoso, nascosto dietro ad un velo sottile.

Lo stile della narrazione varia in base a chi scrive, ma devo dire che in tutti gli scrittori ho trovato un elemento comune, oltre ovviamente alla vasta conoscenza del mondo del piccolo e del grande schermo ed in generale della cultura che dimostrano di possedere: l'accostamento delle parole e l'utilizzo delle stesse non risulta molto semplice nell'immediato, anzi oserei quasi definirlo aulico, molto ricercato e soprattutto molto specifico, ma devo anche dire che questo particolarmente non ha sicuramente messo a repentaglio la bellezza dello scritto che risulta comunque scorrevole e, come ho già ripetuto particolarmente interessante.

C'è poi un aspetto del mito platonico utilizzato da David Plicher per sottrarsi alla possibilità (dovere morale) di concedere l'accesso alla verità ai contubernali di Wayward Pines: come nella Repubblica il filosofo ammetto la probabilità che colui che è riuscito ad accedere all'esterno della caverna, qualora si assume il compito di liberare i suoi compagni rimasti reclusi, rischia di non essere creduto, deriso e infine ucciso, così Pliche confessa a Ethan l'impossibilità di condividere il segreto di Wayward Pines con la maggioranza dei suoi abitanti perché la luce eccessiva della verità li accecherebbe e porterebbe ad autodistruggersi (opzione già consumatasi nel primo esperimento di Wayward Pines).

Se mi dovessero chiedere a chi consigliare questa lettura direi sicuramente in prima battuta agli amanti della serie, ma darei il libro in mano anche a chi si è sempre sottratto alla sua visione con l'unico scopo di fargli cambiare idea e sono sicura che con questo scritto ci riuscirei al 100%.

valutazione 5

Commenti

  1. Devo dire che dal titolo mi immaginavo un libro diverso, questo pero non mi ha convinto molto

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  2. Ho letto il primo della serie e lo ho apprezzato, però non penso che la continuerò! Devo ancora decidere!

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    1. Io i romanzi non li hi ancora letti, ma presto lo farò! Il finale della serie tv però è completamente diverso rispetto al libro

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