LE NOSTRE RECENSIONI


Recensione: Il guardiano invisibile di Dolores Redondo

Ora quello stesso fiume era testimone di un nuovo orrore, che non aveva nulla a che a vedere con le forze della natura, bensì con la più assoluta depravazione umana, che trasformava gli uomini in bestie: predatori che si confondevano tra i giusti per avvicinarsi alle vittime e commettere l'atto più esecrabile, liberando senza freni la bramosia, l'ira, la superbia e l'appetito insaziabile della gola più immonda.


Prezzo: € 16,90
Pagine: 398
Genere: Thriller
Editore: Adriano Salani
Data di pubblicazione: 1 Ottobre 2015

Amaia Salazar non è una donna qualunque. È una poliziotta esperta e intelligente, che è riuscita a superare l'ostilità dei colleghi uomini fino a guadagnarsi la loro stima. Anche la sua vita privata è ricca e appagante, grazie a un marito che la ama moltissimo. Ma quando una serie di delitti atroci la richiamano nel paese di origine dove vive la sua famiglia e che Amaia era ben felice di avere abbandonato, ogni certezza si sgretola improvvisamente: antiche angosce si risvegliano, segreti che sperava dimenticati e che invece ritornano, come se fossero misteriosamente collegati a quegli omicidi. Per risolvere il caso Amaia è costretta a confrontarsi con il lato buio della sua anima mettendo a rischio la solidità della propria vita, i legami familiari, perfino la certezza del proprio lavoro, e cercare l'assassino lungo i sentieri di antiche leggende, superstizioni inquietanti che parlano di un potere ancestrale e invincibile...

L'unico libro che ho mai riletto, e in realtà più e più volte, è stato Il giovane Holden, il libro che mi ha cresciuta e con il quale, per questo motivo, ho un legame particolare, ma adesso accanto a lui va ad aggiungersi Il guardiano invisibile di Dolores Redondo, e non solo per una questione di rendere più accurata e particolareggiata la recensione, anche perché ne ricordavo ogni singolo dettaglio, la spiegazione è molto più semplice: ho amato dalla prima all'ultima pagina questo meraviglioso Thriller e così come la prima volta, ne sono rimasta incantata, completamente travolta dalla forza che la scrittrice è stata in grado di dare alla storia, ammaliata dalle atmosfere che la circondano e ancora una volta sorpresa da tanto estro.
Amaia Salazar è una giovane ispettrice del commissariato di Pamplona, una delle più giovani ad essere stata promossa in un lasso di tempo brevissimo, dalle ottime capacità investigative e dotata di un particolare intuito che raramente la porta sulla strada sbagliata, ma oltre a questo, è anche una bellissima donna, alta, bionda, forse non sempre molto femminile, con un sogno: arricchire la sua vita e quella di suo marito James con un figlio che, però, sembra non voler arrivare. Quando viene ritrovato il primo cadavere, Amaia sente che l'indagine sarà una delle più dure e complicate mai affrontate prima e non solo perché la riporterà ad Elizondo, nella sua terra natale, insieme ai ricordi di una vita da cui è voluta scappare: il corpo, infatti, è quello di una ragazzina, quasi una bambina, ritrovato grazie ad un segno che lo stesso omicida ha voluto lasciare, che presenta morsi e graffi ed un particolare strano e raccapricciante: sul pube, completamente rasato, è stato adagiato un dolcetto tipico del luogo con un significato ben specifico, ma quale? E soprattutto, chi ha avuto il coraggio di fare una cosa simile? Col passare del tempo, nuovi cadaveri, con gli stessi segni particolari del primo, porteranno scompiglio nella piccola cittadina basca nella quale Amaia condurrà le indagini e dove mitologia e leggende si mescoleranno ad una cruda realtà che sarà in grado di riportare a galla un passato doloroso e mai svelato a qualcuno prima d'ora. Nonostante le false piste e le numerose difficoltà che si frapporranno sul cammino del giovane ispettore, riuscirà Amaia a catturare il mostro che sta terrorizzando Elizondo? Quale sarà il prezzo da pagare per tutto questo? Come e quanto cambieranno le vite dopo tutto quello è successo e che è stato svelato?

Ogni qualvolta vedeva sul tavolo dell'obitorio il corpo di un minorenne, veniva assalita da un senso di impotenza: nella morte dei ragazzi la società palesava l'incapacità di proteggere il proprio futuro. Era una società che avevo fallito. Come lei.

Le capacità narrative dell'autrice si palesano al lettore fin dalle prime pagine, quando viene innestata in lui una curiosità tale da permettergli di divorare i primi capitoli e successivamente centinaia e centinaia di pagine con una facilità inimmaginabile: la trama si snoda benissimo in un intrico di indagini, false piste, particolari sconcertanti e segreti tenuti nascosti anche agli affetti più cari, dando vita ad una storia praticamente perfetta dove tutto, pian piano, troverà la giusta collocazione e dove ogni cosa sarà in grado di sorprendere il lettore con una semplicità disarmante. La cosa che più di tutte colpirà il lettore, però, sarà la dolcezza e la delicatezza con cui Dolores Redondo affronta le vicende narrate: quando le vittime di un thriller sono dei bambini, o comunque dei ragazzini, il pericolo che si corre nel scrivere il libro è triplicato poiché vengono toccati argomenti molto delicati che non tutti hanno il coraggio di affrontare e per questo motivo è assolutamente necessario che l'autore sia in grado di farlo cullando il lettore, portandolo per mano sulle scene dei crimini, facendogli aprire gli occhi su una realtà che, purtroppo, potrebbe vederlo protagonista, ma sempre con una sensibilità tale da indurlo ad andare avanti, nonostante tutto, conscio che a tutto questo orrore e dolore ci sarà un rimedio, ci sarà giustizia.
Ovviamente non mancano tutte quelle sensazioni che solo un Thriller degno di essere denominato tale sa dare: l'ansia e il mistero accompagneranno il lettore per tutta la durata del libro, l'adrenalina gli scorrerà nelle vene e sarà destinata a crescere sempre di più e la sensazione che qualcosa di assolutamente imprevedibile si verificherà lo porterà a leggere pagine e pagine ad una velocità impensabile, portandolo a scoprire finalmente la verità, nella quale però non troverà né riposo né attimi di tregua.
Sorprendente è poi la capacità dell'autrice di mescolare thriller e mitologia: nel libro, infatti, spesso l'assassino viene indicato come il basajuan, il "Signore del Bosco", del quale si possono ritrovare storie e leggende che hanno accompagnato le notti di ogni bambino, e per quanto possa sembrare assurdo la Redondo è stata in grado di rendere perfettamente armonico il tutto, tanto che il lettore non si soffermerà mai a mettere in discussione le scelte fatte dalla scrittrice o a pensare cosa possa avere a che fare la mitologia con gli omicidi, dando alla storia quel surplus che le ha fatto raggiungere l'apice della bellezza.
Altro elemento caratteristico del libro sono, poi, le descrizioni: molto dettagliate e molto interessanti, sono in grado di dare al lettore l'esatta percezione dei luoghi in cui le vicende si svolgono, facendolo ritrovare facilmente immerso nel verde del bosco che circonda Elizondo anche solo semplicemente chiudendo gli occhi, come se ne fosse lui stesso il protagonista, oppure nella casa della zia Engrasi, la zia di Amaia, dove i ricordi vividi di un passato per nulla facile e particolarmente doloroso riaffiorano come se fossero accaduti solo qualche ora prima, e ancora, le descrizioni architettoniche di Pamplona, e ovviamente di Elizondo, faranno sentire il lettore parte del tutto, come solo pochi altri libri sono in grado di fare.
Una veste molto importante la ricoprono ovviamente i personaggi: le vicende familiari di Amaia verranno portate allo stesso livello dell'indagine per gli omicidi delle ragazzine, ugualmente intense e profonde saranno in grado di travolgere il lettore in un vortice di emozioni in cui uscirne sarà impossibile. Ed è così che veniamo a conoscere la zia Engrasi, le cugine Flora e Rosaura, i legami che intercorrono tra di loro, i risentimenti, gli amori e le preoccupazioni di ciascuna di esse.
Come dicevo prima, poi, gli argomenti trattati sono particolarmente delicati, ma due di essi spiccano in particolare tutti: viene affrontata prima di tutto l'Innocenza delle bambine, quella che ogni società dovrebbe preservare ad ogni costo, proteggendone il suo futuro, mettendo così in luce le grandi lacune che il mondo di oggi presenta, incapace di garantire una convivenza pacifica tra le vecchie e le nuove generazioni; e poi, il Passato diventa protagonista di questo thriller e ci viene presentato sotto forma di ricordi, che viviamo attraverso gli occhi di Amaia, in grado di farci provare emozioni contrastanti, che pochi sanno trasmettere, tra loro, tutte ugualmente intese e travolgenti.
Il finale, sulla stessa scia di tutto il libro, sarà in ugual modo sconvolgente e assolutamente sorprendente: il lettore si ritroverà letteralmente a bocca aperta, soprattutto nelle ultime pagine in cui tutto potrebbe essere finito, ma in cui nulla ha veramente un epilogo, facendo presagire un seguito ad alta tensione che io non vedo l'ora di leggere.
Infine, uno stile semplice, scorrevole e carico di pathos e adrenalina chiudono il cerchio dando vita ad un libro assolutamente indimenticabile.


valutazione 5

Commenti

  1. Che dire...Vale la tua recensione è stupenda!! Mi hai convinta ad acquistare questo splendido libro!! Mi ero già innamorata della cover!! E ora devo assolutamente leggerlo!! Grazie mille per aver condiviso con noi lettori la tua preziosa opinione! Un abbraccio

    RispondiElimina
  2. Un libro che va trattato con delicatezza visto l'argomento e molto delicato, ma e veramente un libro molto interessante, ha una trama ed una copertina veramente fantastici, una bellissima recensione

    RispondiElimina

Posta un commento