Recensione: Il canto del sangue (L'Ombra del corvo #1) di Anthony Ryan
Prezzo: € 12,90
Ebook: € 6,99
Pagine: 768
Genere: Epic Fantasy
Editore: Fanucci
Data di pubblicazione: 28 Gennaio 2016
Prima di questa nuova edizione de Il canto del sangue non conoscevo Anthony Ryan, non ne conoscevo la Trilogia, ma soprattutto non ero a conoscenza delle sue immense doti di narratore. Sono stati tanti i dettagli che mi hanno fatta avvicinare a questo libro: sicuramente di grande impatto è la copertina, a mio avviso molto più bella rispetto alla versione precedente, e assolutamente evocativa, particolarmente intrigante è la trama, ma più di tutto una cosa in particolare ha attirato la mia attenzione, la menzione di un autore che sto scoprendo libro dopo libro e che sto amando sempre più: David Gemmell. Tutto questo mi ha portata ad affrontare il primo libro della Trilogia de L'ombra del Corvo e credetemi non avrei potuto fare scelta migliore, finalmente un Epic Fantasy che si rispetti.
Vaelin Al Sorna è poco più di un bambino quando, all'età di undici anni, dopo essere rimasto orfano di madre, viene abbandonato dal padre, il famoso Stratega, e condotto al cospetto del Sesto Ordine, una sorta di confraternita dove i membri vengono addestrati per diventare guerrieri volti alla protezione della Fede e del Regno. A tale fine a Vaelin e ai suoi compagni vengono imposte poche e semplici regole: dimenticarsi di avere una famiglia al di fuori dell'Ordine ed attenersi alla rigida disciplina che viene loro impartita dai diversi maestri al servizio dello stesso. Solo dopo una moltitudine di prove, tutte importanti e particolarmente dure, i ragazzi possono diventare veri e propri guerrieri. Vaelin dimostra fin da subito grandi abilità e la forza e la tenacia di un vero leader, ma qualcosa di pericoloso si annida nell'ombra: la possibilità che un Settimo Ordine, ai comandi del Buio, una magia oscura fortemente pericolosa, si sia ricostituito è quanto più reale di quello che si immaginava. Ma i nemici sono ancora tanti, sono destinati a crescere, e Vaelin non è al sicuro: basteranno la sua forza e la sua determinazione a salvargli la vita? In un Regno flagellato da infinite battaglie, Vaelin scoprirà il vero significato della guerra, ma più di ogni altra cosa imparerà a guardare dentro se stesso ed ad ascoltare quel richiamo, quello strano ululato di lupo che solo lui riesce a sentire, che presto conoscerà come Canto del sangue. Tra intrighi, segreti e complotti Anthony Ryan costruisce l'inizio di una Trilogia epica.
L'unico lato del suo aspetto che corrispondeva alla sua leggenda erano gli occhi: neri come un corvo e penetranti come quelli di un falco. Dicevano che i suoi occhi potessero mettere a nudo l'anima di un uomo, che nessun segreto gli poteva essere nascosto se incontrava il tuo sguardo. Non ci avevo mai creduto ma, vedendolo adesso, riuscii a capire perché altri ci credessero.
Se la prima metà del libro ci porta a conoscenza della vita dei ragazzi all'interno della Casa del Sesto Ordine, dove l'autore descrive nei minimi dettagli gli addestramenti a cui vengono sottoposti e le diverse prove che devono affrontare, portando alla nostra conoscenza anche la storia dell'Ordine stesso e degli altri Cinque di cui si compone il Regno, la seconda metà narra invece delle battaglie che Vaelin si ritrova ad affrontare a protezione della Fede ed in generale del Regno: in tutti e due i casi le molteplici descrizioni non risultano in alcun modo pesanti e soprattutto non rallentano mai il ritmo della narrazione, al contrario rendono il libro sicuramente più interessante ed intrigante, tanto che per il lettore immaginarsi ogni singola scena non sarà assolutamente difficile e si ritroverà con una grande semplicità al fianco del protagonista, pronto a sostenerlo e a battersi con lui per la sopravvivenza.
Il merito di tutto questo va dato, oltre alla storia intensa e profonda che lo scrittore pone davanti ai nostri occhi, a Ryan stesso: come vi dicevo all'inizio, le sue grandi doti narrative non tarderanno a palesarsi e fin dalle prime pagine vi ritroverete coinvolti nella storia in un modo che non credevate possibile. Solo David Gemmell, prima, è stato in grado di regalarmi emozioni simili. E a proposito di questo autore, è chiara la sua impronta in Anthony Ryan: si evince in particolar modo dall'aver voluto rendere Vaelin protagonista assoluto del libro, le vicende ruotano tutte intorno alla sua figura ed il punto di vista rimane costantemente il suo, ma non solo questo rende chiara l'ispirazione all'autore britannico, anche le ambientazioni scelte ricalcano quelle della Saga dei Drenai, quelle foreste e quelle valli sconfinate in cui la guerra tra i popoli del regno imperversano così tanto care a Gemmell. Quello, però, che vorrei sottolineare è che in nessuno modo ho trovato questa ispirazione una sorta di brutta copia di Gemmell stesso: sebbene i rimandi siano tanti, non ho mai sentito il desiderio di chiudere il libro inneggiando al plagio, anzi, mi è successo esattamente il contrario e voi sapete benissimo quanto per me sia importante la Saga dei Drenai.
Parlando poi dei protagonisti de Il canto del Sangue, non posso non dire di averli trovati davvero eccezionali, molto ben caratterizzati e delineati: Vaelin non ama essere quello che è, non ama uccidere, ma sa che deve farlo, sa che è uno dei guerrieri più abili nel farlo ed è consapevole dell'importanza che riveste per la salvezza del Regno, è un ragazzo sveglio e acuto, pronto a tutto pur di garantire la sopravvivenza dei suoi compagni, un leader nato che mai si sottrae ai propri doveri, a costo della sua stessa vita; al suo fianco troviamo gli amici, coloro che abbandonati dalla propria famiglia si sono ritrovati nella Casa del Sesto Ordine più o meno consapevoli, e ho apprezzato molto il modo in cui l'autore li ha messi piano piano a nudo, portando il lettore a conoscenza delle loro vite passate. Il rapporto che si instaura tra di loro è quello vero e proprio di una famiglia e più volte, davanti a scene differenti, ognuna commovente a modo suo, questo è stato sottolineato, come quella che si svolge pochissimi momenti prima della prova finale, quella della Spada, in cui il momento di intimità che il maestro Sollis concede loro è stato in grado di farmi vivere grandi emozioni. A proposito di Sollis, poi, non posso non prendere in considerazione anche gli altri maestri dei ragazzi, ognuno specializzato in una disciplina particolare, che li aiuteranno a crescere e a guardare dentro se stessi: nonostante i modi rudi con cui essi trattano i nuovi membri della Casa, si intravede al di sotto di essi una grande umanità, rendendoli così in un certo senso non solo insegnanti, ma genitori. Tanti altri saranno le personalità con cui Vaelin farà conoscenza e non solo maschili: con mio grande piacere anche i ruoli femminili vengono fortemente sottolineati dall'autore ed in particolar modo mi è rimasta impressa Sherin, una sorella del Quinto Ordine, quello dedicato alla guarigione dei malati, che farà conoscere, in qualche modo, l'amore a Vaelin; non va dimenticata la principessa Lyrna, la cui personalità spiccherà notevolmente, ma di cui non voglio dirvi niente di più, imparerete presto a conoscerla!
Inoltre, è sicuramente presente l'elemento fantastico, sebbene non sia troppo opprimente: l'irrazionale permea l'intero libro, lo si percepisce fin dalle prime pagine quando l'atmosfera comincia a colorarsi e la magia comincia a palesarsi al lettore lasciandolo, il più delle volte, di stucco. Sono certa, o quanto meno spero, che nei volumi successivi questo aspetto venga approfondito ancor di più, permettendoci di addentrarci nuovamente nella dimensione del Buio, di cui ancora molto va svelato e del quale capirete la portata e l'importanza già in questo primo libro.
Per quel che riguarda il finale, poi, sono sicura che vi conquisterà: se è vero che alcuni dei molti quesiti che il lettore si porrà, inevitabilmente, nel corso della lettura, troveranno risposta, è altrettanto vero che molto altro genererà in lui confusione e curiosità, ma soprattutto gli innesterà una voglia implacabile di prendere in mano il secondo volume, Il Signore della Torre, e ritrovare quei vecchi amici a cui tanto si è affezionato, deciso più che mai a scoprirne le sorti.
Infine, lo stile, come dicevo prima, che si accompagna ad un ritmo incalzante, risulta essere molto scorrevole, semplice e soprattutto carico di pathos, e questo è sicuramente un altro aspetto che conquista il lettore.
Anthony Ryan con questo primo volume ha saputo conquistarmi pienamente ed è riuscito ad arrivarmi là dove pochi altri ci erano riusciti: dritto al cuore.
Bella recensione ...curiosa di leggerlo!
RispondiEliminaNel caso fammi sapere cosa ne pensi :)
Eliminalibro strepitoso, molto bella la recensione complimenti
RispondiEliminaGrazie! :) ma il merito è tutto di Ryan *-*
EliminaLe tue recensioni sono magiche Vale. Complimenti :) il libro non è proprio il mio genere soprattutto in questo periodo buio. Trovo, però, che abbia una bella trama :)
RispondiEliminaGrazie Yle :) Sì, la trama è strepitosa!
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