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Recensione [Anteprima]: Una storia quasi solo d'amore di Paolo di Paolo


Prezzo: € 15,00
E-book: € 9,99
Pagine: 176
Editore: Feltrinelli Editore
Genere: Narrativa

Data uscita : 3 Marzo 2016


Si incontrano una sera di ottobre, davanti a un teatro. Lui, rientrato da Londra, insegna recitazione a un gruppo di anziani. Lei lavora in un’agenzia di viaggi. Dal fascino indecifrabile di Teresa, Nino è confuso e turbato. Starle accanto lo costringe a pensare, a farsi e a fare domande, che via via acquisiscono altezza e spessore. Al di là dell’attrazione fisica, coglie in lei un enorme mistero, portato con semplicità e scioltezza. L’uno guarda l’altra come in uno specchio, che di entrambi riflette e scompone le scelte, le ambizioni, le inquietudini.
Tanto Nino è figlio del suo tempo (molte passioni spente, nessuna tensione ideologica), tanto Teresa, con il suo segreto, sembra andare oltre. Ostaggi di un mondo invecchiato, si lanciano insieme verso un sentimento nuovo, come si trattasse di un patto, di una scommessa. Accade sotto lo sguardo lungo e partecipe di Grazia, zia di Teresa e insegnante di teatro di Nino, attor giovane allo sbando. Proprio mentre crescono l’attesa e il desiderio, Grazia esce di scena, creando una sorta di “dopo” che rilegge l’intera vicenda di Nino e Teresa, il loro cercarsi là dove sono più profondamente diversi.
Paolo Di Paolo entra nel teatro della contemporaneità cogliendo i segni di un bene inaspettato, di una luce che si accende dove smettiamo di esigere garanzie, dove viene voglia di mettersi alla prova. E di capire se siamo in grado di vivere.

"E certo uno poteva aver visto nascere i fiammiferi e la locomotiva a vapore, il primo lampione a elettricità, il telefono, il televisore o il primo computer grosso come un comodino, ma nulla poteva essere più stupefacente di te, stasera, davanti a me."


Teatro. Tutto ruota attorno al teatro.
Nella Roma attuale giovani pieni di aspettative, speranze e desideri cercano di dare il meglio di loro grazie all'insegnante Grazia.
Fare teatro non è facile, ci si deve mettere in gioco e la maggior parte dei partecipanti ad un certo punto cede, molla, si ritrae per paura di mostrarsi come veramente è. 
Ma la vita poi non è tutta un recitare? A volte bene e a volte male?
Nino è il burlone, quello pronto dalla battuta pronta. Ci crede ma non fino in fondo e si convince che andare a Londra lo possa aiutare a capire che direzione prendere. 
Si scontrerà con la dura realtà e dopo appena un anno tornerà con la coda tra le gambe ma ancora acerbo,immaturo dalle idee confuse.
L'opportunità datagli da Grazia di insegnare teatro ad un gruppo di anziani non lo entusiasma particolarmente ma ha bisogno di quel lavoro. 
Lavoro che lo metterà in crisi, le battute non servono,non funzionano! Anche se dilettanti i suoi allievi sono persone adulte che si aspettano una guida sicura e non un ragazzo poco più che ventenne con un carattere fumantino.
Ma proprio grazie al teatro incontrerà lei: Teresa.
Teresa è una trentenne con la vita di un'anziana. 
Lavora rassegnata in un'agenzia viaggi ,vive a casa di zia Grazia e sente più che mai l'esigenza di rifugiarsi in chiesa.
Non ha praticamente vita sociale, non si gode la città eterna, non vive... sopravvive.
L'incontro tra i due ragazzi sconvolgerà le loro routine e convinzioni. 
Si studieranno, cercheranno punti in comune per capire cosa li attrae uno verso l'altro, inducendo in uno la voglia di crescere e prendere in mano la propria vita e nell'altro la ricerca di momenti leggeri senza pensare troppo, finalmente "vivere".
Grazia ne è la spettatrice e voce narrante senza mostrare troppo di sè.
Il romanzo scorre abbastanza agevolmente ma sembra mancare qualcosa. 
In alcuni punti si passa dalla narrazione di Grazia ai pensieri di Nino e si tende a fare un po' di confusione ma è quasi ipnotico questo continuo intrecciarsi.
L'assenza di dialoghi è interessante ma, secondo il mio parere, sarebbero serviti per dare più enfasi alle situazioni ed alle emozioni descritte.
L'assistere all'evoluzione su carta delle persone e delle situazioni è comunque stupefacente ed in questo l'autore è stato molto bravo.
Qui possiamo trovare gap generazionali, la differenza tra il vivere ed il sopravvivere e quanto sia difficile non indossare maschere.







Commenti

  1. dalla copertina sicuramente non mi avrebbe mai colpito, la trama e molto carina. complimenti per la recensione, davvero bellissima

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