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Recensione : Gli innocenti di Paola Calvetti


Prezzo: € 17,00
E-book : € 8,99
Pagine: 132
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa

Jacopo e Dasha sono in scena per il Doppio concerto per violino e violoncello di Brahms che, pagina dopo pagina, è l'occasione per rivivere i passi della loro storia d'amore. Dopo una lunga assenza, Jacopo torna a Firenze, all'Istituto degli Innocenti, il luogo eletto che lo ha accolto quando venne abbandonato da una madre rimasta nell'ombra, la cui identità è diventata negli anni la sua claustrofobica ossessione. «Come posso scoprire la mia storia se non so da dove vengo?» si chiede. Adottato da una famiglia troppo fragile e gravato di aspettative insostenibili, Jacopo è stato privato della spensieratezza dell'infanzia. A salvarlo è stato un piccolo violino, l'ancora alla quale assicurare i desideri e i sogni. Perché, se la felicità è un talento, Jacopo riesce ad avvicinarla solo stringendo fra le braccia lo strumento. Ma non sempre l'amore salva. Non se nell'amore pulsano, insistenti, vecchie ferite. Dasha, nata in un piccolo paese in Albania, è cresciuta circondata da un amore che Jacopo non conosce. Grazie a un padre devoto e illuminato, ha potuto frequentare il Conservatorio di Tirana, dove ha incontrato il violoncello, destinato a diventare il suo unico amico. Fuggita dal porto di Durazzo, dopo la rovinosa caduta del regime, è sbarcata a Brindisi il 7 marzo del 1991, insieme a migliaia di profughi. Anche le sue radici sono state recise, ma la musica ha compiuto il miracolo di preservare dal dolore il suo animo delicato e forte. Eppure nemmeno Dasha, che ora suona di nuovo accanto a lui, è riuscita a distogliere Jacopo dalla ricerca di un passato che ha il potere di avvelenare il presente, rendendo orfani i due amanti di un futuro possibile. Dove ad aspettarli, forse, c'è un bambino. Nel corso dell'esecuzione del Doppio di Brahms accadrà qualcosa di totalmente imprevisto. La musica si fa eco dell'amore e di una sconvolgente rivelazione, cui non può seguire altro se non un silenzio colmo di incanto, lo stesso che resta nel cuore del lettore.

Eccomi a voi con un'altra recensione di un'autrice che ho avuto l'estremo piacere di ascoltare mentre narrava di come ha creato questa storia strutturata come un concerto.



Il protagonista è un bravissimo musicista di violino e la musica è la sua via di fuga dal vuoto che sente da sempre. 
Jacopo è stato adottato e il non sapere nulla della sua vera madre, della sua famiglia lo ha sempre tormentato. 
Nonostante abbia una carriera invidiabile e una vita agiata sembra sempre alla ricerca spasmodica di qualcosa che lo faccia sentire amato.
Il suo incontro con Dasha farà scattare in lui la voglia di avere qualcuno da amare che lo ricambia ma un senso di possesso e gelosia verso di lei lo blocca, lui non vuole figli lei sì. 
Non comprende perchè non possono semplicemente restare loro due e godere del loro amore senza doverlo dividere con nessuno.
Questo scoglio fa affiorare le sue antiche insicurezze che lo porteranno a chiudersi ad ogni dialogo non capendo che ormai nulla può essere come prima.
Il libro è scritto come il doppio concerto di Brahms per violino e violoncello concepito in tre tempi perfettamente calzante alla storia: Allegro, Andante e Vivace non troppo. 
Brahms l'ideò come atto di riconciliazione verso il suo amico Joachim dopo un periodo di distacco e proprio di un profondo e necessario desiderio di riconciliazione si parla nel libro.
I protagonisti sono veri e le emozioni che suscitano sono autentiche.
L'autrice ha inserito pochissimi dialoghi e la narrazione si alterna tra Jacopo e Dasha come nel concerto, uno stile personalissimo e affascinante che colpisce per l'assenza di troppi "abbellimenti" o dettagli che non gioverebbero alla lettura.
Un libro che scivola via, che prende il cuore ed emoziona i lettori.
Un libro per chi ama le storie vere, drammatiche ma non melodrammatiche.
Da aggiungere assolutamente alle vostre librerie!













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