LE NOSTRE RECENSIONI


Il mio 2017 tra le pagine di Romanzi e Graphic Novel

Ciao a tutti Lettori e ben trovati sul blog!

In questo periodo di apparente relax ho deciso, per la prima volta da quando scrivo su Il colore dei Libri, di mettere nero su bianco quello che è stato, di fatto, il mio 2017 dal punto di vista letterario. Quanto di quello che ho letto mi ha lasciato un segno netto sulla pelle? E' questa la domanda da cui sono partita e a cui, ammetto, ho cercato una risposta con non poche difficoltà. Errore mio nell'affidarmi alle solite letture? Probabile. Ma sicuramente non solo. In questo articolo non si parlerà, quindi, di numeri, aspetto che francamente non mi interessa particolarmente, bensì di QUALITÀ, elemento che, soprattutto negli ultimi anni, vedo trattato e messo in evidenza sempre meno. 

E' bene fare, però, prima di ogni cosa una grande ed importantissima premessa: quanto leggerete è frutto di un pensiero estremamente personale, ciò che vedrete scritto ricalca pienamente quello che è stato il mio anno, solo ed esclusivamente il mio, e come tale potrà risultare condivisibile o, al contrario, per nulla condivisibile.


Cominciamo parlando dei ROMANZI
La mia intenzione, in questi giorni, era ricavare, da tutte le mie letture, una sorta di classifica per decretare i cinque titoli migliori del 2017. Niente di nuovo, ovviamente, ma man mano che scorrevo la lista dei libri letti ho cominciato a rendermi conto che la maggior parte di essi mi ha lasciata, sul lungo termine, insoddisfatta, non ha impresso su di me quel segno o quel ricordo che speravo di poter conservare per gli anni a venire. Al di là dei romanzi deludenti che, si sa, esistono e non si nascondono, sono veramente pochi i titoli che sento di poter denominare I MIGLIORI, a partire da un racconto, Stranieri su un molo (add Editore), il cui autore, Tash Aw, ha saputo conquistarmi pienamente con poche semplici pagine. Il perché è molto semplice: quella dello scrittore malese oltre ad essere una piccola biografia, è anche un grande spaccato di quello che sta diventando l'umanità, schiava ormai di futili pregiudizi e sempre più attanagliata da una paura viscerale per quel qualcosa che non conosce e che, ammettiamolo, non ha alcuna voglia di conoscere. Tash Aw è riuscito a raccontare tutto con una sensibilità incredibile, facendomi affacciare sulla storia della sua famiglia senza, però, farmi sentire in qualche modo invadente o fuori luogo. Lo stesso livello di intimità l'ho riscontrato, poi, in Alice. di Elsa Hysteria, una giovane autrice che ha deciso, autopubblicandosi, di entrare nel mondo dell'editoria con un romanzo apparentemente semplice e di facile lettura, ma dotato di una forza emotiva strabiliante. Mettendo nero su bianco la storia della protagonista, Alice appunto, Elsa ha toccato le corde più sensibili del mio cuore dando sfogo ad un dolore che doveva necessariamente abbandonare la mia anima. Un romanzo di formazione, insomma, degno delle migliori menzioni. Infine, un'altra protagonista con cui sono riuscita ad entrare molto in sintonia e soprattutto in cui sono riuscita a rivedere me stessa è stata sicuramente Hirka, la bellissima creatura di Siri Pettersen, che ha fatto il suo debutto nel nostro Paese con La figlia di Odino (Multiplayer edizioni). Non una delle storie più originali che siano mai state scritte, è vero, ma sicuramente una delle più audaci, almeno per quel che mi riguarda, emotivamente parlando. Tutto il resto, purtroppo, sebbene mi abbia regalato intense ore di lettura, non credo sia stato all'altezza dei tre titoli appena citati, valanghe di romanzi, in sostanza, fin troppo simili tra loro destinati a perdersi nell'eccessiva offerta con cui l'editoria continua a farsi scudo. E se si cominciasse a soppesare maggiormente il valore di ciò che si pubblica, magari riducendo la quantità a favore della qualità?

Tutto va decisamente meglio, invece, se ci si sposta nel mondo dei GRAPHIC NOVEL, nel quale ho riscontrato il problema opposto. Come scegliere solo cinque titoli se tutto ciò che ho letto ha saputo esercitare, su di me, quell'effetto di cui vi parlavo prima? Al di fuori di ogni classifica c'è Babilon (eris Edizioni), un wordless novel di Danijel Zezelj che ha messo in subbuglio la mia anima dalla prima all'ultima pagina, che mi ha fatto commuovere tavola dopo tavola e che si è aggiudicato il premio come miglior Graphic Novel della vita. Impossibile non citare, poi, il primo volume della nuova serie di Jeff Lemire, Blackhammer (BAO Publishing), che porta alla ribalta nuovi supereroi in modo sicuramente non convenzionale e che li rende così tanto umani da dubitare abbiano capacità al di fuori della normalità in un perfetto stile americano che, in fondo, tutti sanno apprezzare. E rimanendo in casa BAO Publshing come non prendere in considerazione Gli anni che restano? Una bellissima storia di un'amicizia vissuta attraverso i ricordi del protagonista, che nel suo viaggio, fisico e non solo, riporterà alla luce i tempi andati cercando in essi una spiegazione di quanto accaduto e ritrovandovi molto, molto di più, nella bellissima cornice dei disegni di Davide Aurilia, che riesce ad imprimere ai suoi personaggi un'espressività magnifica, e dei testi di Brian Freschi, che regala dialoghi profondi e commoventi, senza tralasciare quel pizzico di ironia per nulla fine a se stessa . Di crescita parla anche La giusta mezura, in cui l'amore raccontato da Flavia Biondi, attraverso un tratto molto particolare che vede nel bianco e nel blu le uniche due tonalità protagoniste, non è certo quello appena sbocciato, perfetto e senza sfumature, bensì quello affaticato dagli anni trascorsi insieme, quello alla perenne ricerca di una nuova scintilla nella speranza che tutto posso continuare a risplendere, nonostante i cambiamenti, nonostante la vita. L'ennesimo amore andato in frantumi è, invece, al centro di Un anno senza te, il graphic novel di Luca Vanzella e Gio Pota in cui Antonio, il protagonista, imparerà a conoscersi a fondo e ad apprezzarsi veramente per ciò che sa di valere, tra le note dolci di elementi fantastici ed un tratto vivo, elegante, perfettamente consono all'intensità che lo stesso racconta. Due menzioni d'onore, infine, per The Squirrel Machine di Hans Rickheit e la sua ineguagliabile follia che ancora oggi mi manda letteralmente in estasi e Macerie Prime di Zerocalcare, con cui l'autore ritorna a parlare, dopo la parentesi di Kobane Calling, dei suoi accolli giornalieri con il solito occhio rivolto alla società odierna, ma con una nuova sconvolgente maturità. In netta crescita, quindi, sia la produzione sia il mercato fumettistico, mondo che non solo sta conquistando una vasta gamma di lettori, ma che sta letteralmente sorprendendo il suo pubblico.

Un anno, quello che sta giungendo al termine, che dal punto di vista letterario mi ha regalato piccole perle che porterò sempre con me, ma che, di fatto, si è rivelato essere particolarmente deludente, almeno per quel che riguarda i romanzi. Che la grande editoria odierna abbia bisogno di una piccola rinfrescata credo sia ormai evidente e purtroppo i dati ISTAT resi pubblici proprio ieri confermano, con il calo netto dei lettori nel nostro Paese, questa necessità: un'attenzione diversa al pubblico, una varietà di contenuto più ampia, una maggiore esposizione delle piccole realtà editoriali, questi gli ingredienti di una ricetta di per sé semplice e sicuramente non irrealizzabile che nel mio piccolo e per quanto mi sarà possibile io cercherò di seguire.

Al prossimo anno lettori!
Buon 2018!

Commenti

  1. RIguardo al calo netto dei lettori temo che la questione sia più complessa. Magari bastasse una rinfrescata!
    Io ho fatto invece buone letture, soprattutto nel mio campo preferito per distopia e fantasy. Lo dico su www.madeforbooks.blogspot.it giusto oggi.

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