Manga - Consigli di Lettura #1
Ciao a tutti Lettori e ben trovati!
Parola chiave di questo 2018 è, senza alcun dubbio, NOVITÁ: dopo aver ripreso in mano la Rubrica dedicata alle Serie Tv e aver inaugurato l’anno con letture più mirate e consone al mio attuale spirito, oggi voglio dare un’altra scossa al blog parlandovi, finalmente, di MANGA, passione che ho ritrovato lo scorso anno e che sta trovando grande spazio, adesso, anche nella mia libreria. Se in passato, infatti, non sono mai stata realmente una lettrice assidua di questa piccola forma d’arte, limitandomi a qualche serie must immancabile per tutti gli appassionati del genere, questo ultimo periodo ha fatto esplodere, in me, nuovamente il desiderio di scoprire e riscoprire la bellezza di questo mondo, dandomi modo non solo di recuperare vecchie serie che, per un motivo o per un altro, avevo abbandonato, ma soprattutto di navigare tra le sue novità, uscite più o meno recenti, incantandomi esattamente come la prima volta. Da quest’anno, e per gli anni a venire, quindi, Il Colore dei Libri diverrà ancora più internazionale, almeno in senso lato!
Per cominciare, voglio proporvi tre serie, di cui con ogni probabilità avrete già sentito parlare, che mi hanno trascinata nuovamente in questo universo, ognuna con una forza ed un’emotività differente.
ERASED di KEI SANBE è sicuramente la serie che ha donato, per prima, nuovamente ossigeno alla mia anima. Protagonista è Satoru Fujinuma, un giovane porta pizze, che coltiva il sogno di diventare, un giorno, un mangaka di successo, dotato di un potere particolare: di fronte ad una situazione di pericolo, per sua stessa ammissione, spesso gli capita di vivere un fenomeno speciale, denominato da lui stesso Revival, che gli consente di tornare indietro nel tempo, anche se solo per qualche minuto, al fine di individuare la causa e scongiurare l’imminente tragedia che, senza il suo piccolo intervento, si verificherebbe. Un giorno, però, accade qualcosa di strano e profondamente diverso: dopo il susseguirsi di altri revival, in un contesto apparentemente innocuo come può essere il parcheggio di un supermercato, di cui non riesce ad individuarne il fattore scatenante, Satoru, di ritorno a casa, scopre il corpo della madre, ormai esanime, riverso sul pavimento, ma è proprio nel tentativo di inseguire l’assassino, non ancora dileguatosi dalla scena del crimine, che l’episodio più importante si compie riportandolo nel passato, al tempo in cui una serie di rapimenti ed omicidi sconvolsero un’intera generazione, la sua.
Una storia dai toni decisamente misteriosi e oscuri che mi ha attratto a sé come una calamita fin dall’inizio, una vicenda che mescola diversi elementi in un complesso interessante, originale nel suo piccolo e particolarmente promettente che si sviluppa, almeno per i primi cinque volumi, egregiamente, tenendo il lettore incollato alle sue pagine, desideroso più che mai di svelare il mistero che si cela dietro al grande Revival che ha visto Satoru protagonista. Così definirei la storia creata da Kei Sanbe che, nonostante la semplicità dei dialoghi e del tratto, comunque sempre molto espressivo, ha dato vita ad una narrazione ricca ed appassionante, intessuta, soprattutto, di tematiche importanti in grado di regalare al lettore apprezzabili spunti di riflessione: dal valore della Famiglia a quello dell’Amicizia, dalla crudeltà delle violenze alla dolcezza di un affetto puro e senza pregiudizi, tutto viene affrontato con grande delicatezza dall’autore giapponese, che si dimostra abile nel tratteggiare atmosfere e dinamiche complesse e mai banali prima e personalità di una certa rilevanza dopo, cadendo, però, nel baratro del prevedibile negli ultimi volumi della serie. Ciò che non mi ha soddisfatta particolarmente è stato, infatti, il finale vero e proprio della vicenda, fin troppo intuibile già all’interno del quinto volume e per certi aspetti troppo semplicistico, che non è riuscito, di fatto, a dare merito ad una serie che nel suo insieme rimane comunque un ottimo prodotto ed una lettura da affrontare assolutamente.
SHERLOCK, invece, disegnato magistralmente da JAY e sceneggiato da Steven Moffatt e Mark Gatiss nell’ormai celebre serie televisiva, è, senza dubbio, la serie a cui sono più legata fra tutte. Ennesimo adattamento del grande personaggio letterario creato da Arthur Conan Doyle nel 1887, il manga si presenta in una bellissima veste innovativa e dinamica che nulla ha da invidiare allo show televisivo, suo diretto ispiratore. I personaggi, dallo stesso Sherlock Holmes a John Watson, da Mycroft Holmes a Greg Lestrade, fino ad arrivare a Jim Moriarty, nemico per eccellenza dell’investigatore privato, risultano essere delineati alla perfezione, precisi fin nel più piccolo dettaglio sia fisico che caratteriale; le trame e gli intrecci, così appassionanti e coinvolgenti all’interno della serie tv, ne riportano la stessa dinamicità, la medesima complessità e, soprattutto, la stessa forza trainante, trasportando nuovamente il lettore nelle atmosfere magiche tipiche di una Londra dipinta con dedizione nel suo essere luminosa e oscura al contempo. Puntuale dei dialoghi e nell’espressività del tutto, il manga si arricchisce, nelle battute finali, anche di uno studio dei personaggi interessante e capace di svelare, ancora una volta, il talento inestimabile di Jay. Ora non ci resta che aspettare l’adattamento della Seconda Stagione.
BEELZEBUB di RYUHEI TAMURA rappresenta, infine, il mio primo vero recupero in tema Manga. La storia che vede protagonista Tatsumi Oga, infatti, fu una delle prime serie a tenermi compagnia anni e anni fa, affascinata non solo dall’ironia che caratterizza il tutto fin dal primo volume, ma soprattutto dalla componente fantastica alla base dell’intera storia. Oga è uno studente di sedici anni del primo anno del Liceo Ishiyama, rinomato principalmente per la presenza, tra le sue fila, dei più grandi delinquenti della città. Conosciuto per la sua forza, e la sua violenza, il ragazzo, un giorno apparentemente come un altro, si ritrova a diretto contatto con un bambino molto particolare: Beelzebub, nonché figlio del re dei demoni, ha infatti scelto proprio il giovane teppista per crescere e portare a termine la missione per la quale è stato spedito sulla Terra, ossia distruggere l’umanità. Contro ogni previsione e qualsiasi tipo di volontà, Oga si rivelerà essere il genitore adatto per il piccolo Bel che, con l’aiuto della signorina Hilda, la tata demoniaca, comincerà ad intraprendere il suo viaggio verso l’età adulta, nutrendosi della rabbia e della forza del ragazzo, stringendo con lui un rapporto molto intenso e particolare. Non tutto, però, sembrerebbe andare per il verso giusto.
Diversi sono gli elementi che caratterizzano la storia narrata da Ryuhei Tamura e primo fra tutti spicca, sicuramente, quello prettamente fantastico: che i demoni siano ormai utilizzati in ogni frangente è innegabile, che ci sia qualcuno abile a renderli protagonisti come l’autore di questa serie è decisamente più difficile da provare. I personaggi che colorano il manga presentano, di fatto, peculiarità che ritrovare altrove è quasi impossibile: ognuno di essi ha, alle proprie spalle, una storia originale e solida da raccontare, tanto che le basi stesse su cui si fonda Beelzebub sarebbero in grado di dare vita ad una storia a sé stante, e l’interazione che si crea tra i due mondi, quello demoniaco da una parte e quello umano dall’altra, non è certo convenzionale, nonostante poi lo scopo finale dell’uno non sia molto differente rispetto a quello che molte altre storie portano avanti. Non può, poi, certamente passare in secondo piano un’altra importante caratteristica che rende la serie unica nel suo genere: l’ironia che pervade ogni volume, infatti, si eleva a vera e propria protagonista della storia, riuscendo a creare quelle atmosfere molto particolari che accompagneranno il lettore durante il proseguimento della lettura e che renderanno questa un’esperienza notevolmente piacevole, senza, però, rendere meno intensi i momenti carichi di tensione che non esiteranno a susseguirsi nel procedere della narrazione. Arrivati al quinto volume, la storia comincerà ad entrare nel vivo, trasportando il lettore in quel mondo magico che tanto aspettava di scoprire e da cui non potrà fare a meno di lasciarsi sorprendere. Io, personalmente, non vedo l’ora di continuare la lettura e di farmi avvolgere, ancora una volta, dal tratto semplice ma incredibilmente evocativo di Tamura.
Parola chiave di questo 2018 è, senza alcun dubbio, NOVITÁ: dopo aver ripreso in mano la Rubrica dedicata alle Serie Tv e aver inaugurato l’anno con letture più mirate e consone al mio attuale spirito, oggi voglio dare un’altra scossa al blog parlandovi, finalmente, di MANGA, passione che ho ritrovato lo scorso anno e che sta trovando grande spazio, adesso, anche nella mia libreria. Se in passato, infatti, non sono mai stata realmente una lettrice assidua di questa piccola forma d’arte, limitandomi a qualche serie must immancabile per tutti gli appassionati del genere, questo ultimo periodo ha fatto esplodere, in me, nuovamente il desiderio di scoprire e riscoprire la bellezza di questo mondo, dandomi modo non solo di recuperare vecchie serie che, per un motivo o per un altro, avevo abbandonato, ma soprattutto di navigare tra le sue novità, uscite più o meno recenti, incantandomi esattamente come la prima volta. Da quest’anno, e per gli anni a venire, quindi, Il Colore dei Libri diverrà ancora più internazionale, almeno in senso lato!
Per cominciare, voglio proporvi tre serie, di cui con ogni probabilità avrete già sentito parlare, che mi hanno trascinata nuovamente in questo universo, ognuna con una forza ed un’emotività differente.
ERASED di KEI SANBE è sicuramente la serie che ha donato, per prima, nuovamente ossigeno alla mia anima. Protagonista è Satoru Fujinuma, un giovane porta pizze, che coltiva il sogno di diventare, un giorno, un mangaka di successo, dotato di un potere particolare: di fronte ad una situazione di pericolo, per sua stessa ammissione, spesso gli capita di vivere un fenomeno speciale, denominato da lui stesso Revival, che gli consente di tornare indietro nel tempo, anche se solo per qualche minuto, al fine di individuare la causa e scongiurare l’imminente tragedia che, senza il suo piccolo intervento, si verificherebbe. Un giorno, però, accade qualcosa di strano e profondamente diverso: dopo il susseguirsi di altri revival, in un contesto apparentemente innocuo come può essere il parcheggio di un supermercato, di cui non riesce ad individuarne il fattore scatenante, Satoru, di ritorno a casa, scopre il corpo della madre, ormai esanime, riverso sul pavimento, ma è proprio nel tentativo di inseguire l’assassino, non ancora dileguatosi dalla scena del crimine, che l’episodio più importante si compie riportandolo nel passato, al tempo in cui una serie di rapimenti ed omicidi sconvolsero un’intera generazione, la sua.
Una storia dai toni decisamente misteriosi e oscuri che mi ha attratto a sé come una calamita fin dall’inizio, una vicenda che mescola diversi elementi in un complesso interessante, originale nel suo piccolo e particolarmente promettente che si sviluppa, almeno per i primi cinque volumi, egregiamente, tenendo il lettore incollato alle sue pagine, desideroso più che mai di svelare il mistero che si cela dietro al grande Revival che ha visto Satoru protagonista. Così definirei la storia creata da Kei Sanbe che, nonostante la semplicità dei dialoghi e del tratto, comunque sempre molto espressivo, ha dato vita ad una narrazione ricca ed appassionante, intessuta, soprattutto, di tematiche importanti in grado di regalare al lettore apprezzabili spunti di riflessione: dal valore della Famiglia a quello dell’Amicizia, dalla crudeltà delle violenze alla dolcezza di un affetto puro e senza pregiudizi, tutto viene affrontato con grande delicatezza dall’autore giapponese, che si dimostra abile nel tratteggiare atmosfere e dinamiche complesse e mai banali prima e personalità di una certa rilevanza dopo, cadendo, però, nel baratro del prevedibile negli ultimi volumi della serie. Ciò che non mi ha soddisfatta particolarmente è stato, infatti, il finale vero e proprio della vicenda, fin troppo intuibile già all’interno del quinto volume e per certi aspetti troppo semplicistico, che non è riuscito, di fatto, a dare merito ad una serie che nel suo insieme rimane comunque un ottimo prodotto ed una lettura da affrontare assolutamente.
SHERLOCK, invece, disegnato magistralmente da JAY e sceneggiato da Steven Moffatt e Mark Gatiss nell’ormai celebre serie televisiva, è, senza dubbio, la serie a cui sono più legata fra tutte. Ennesimo adattamento del grande personaggio letterario creato da Arthur Conan Doyle nel 1887, il manga si presenta in una bellissima veste innovativa e dinamica che nulla ha da invidiare allo show televisivo, suo diretto ispiratore. I personaggi, dallo stesso Sherlock Holmes a John Watson, da Mycroft Holmes a Greg Lestrade, fino ad arrivare a Jim Moriarty, nemico per eccellenza dell’investigatore privato, risultano essere delineati alla perfezione, precisi fin nel più piccolo dettaglio sia fisico che caratteriale; le trame e gli intrecci, così appassionanti e coinvolgenti all’interno della serie tv, ne riportano la stessa dinamicità, la medesima complessità e, soprattutto, la stessa forza trainante, trasportando nuovamente il lettore nelle atmosfere magiche tipiche di una Londra dipinta con dedizione nel suo essere luminosa e oscura al contempo. Puntuale dei dialoghi e nell’espressività del tutto, il manga si arricchisce, nelle battute finali, anche di uno studio dei personaggi interessante e capace di svelare, ancora una volta, il talento inestimabile di Jay. Ora non ci resta che aspettare l’adattamento della Seconda Stagione.
BEELZEBUB di RYUHEI TAMURA rappresenta, infine, il mio primo vero recupero in tema Manga. La storia che vede protagonista Tatsumi Oga, infatti, fu una delle prime serie a tenermi compagnia anni e anni fa, affascinata non solo dall’ironia che caratterizza il tutto fin dal primo volume, ma soprattutto dalla componente fantastica alla base dell’intera storia. Oga è uno studente di sedici anni del primo anno del Liceo Ishiyama, rinomato principalmente per la presenza, tra le sue fila, dei più grandi delinquenti della città. Conosciuto per la sua forza, e la sua violenza, il ragazzo, un giorno apparentemente come un altro, si ritrova a diretto contatto con un bambino molto particolare: Beelzebub, nonché figlio del re dei demoni, ha infatti scelto proprio il giovane teppista per crescere e portare a termine la missione per la quale è stato spedito sulla Terra, ossia distruggere l’umanità. Contro ogni previsione e qualsiasi tipo di volontà, Oga si rivelerà essere il genitore adatto per il piccolo Bel che, con l’aiuto della signorina Hilda, la tata demoniaca, comincerà ad intraprendere il suo viaggio verso l’età adulta, nutrendosi della rabbia e della forza del ragazzo, stringendo con lui un rapporto molto intenso e particolare. Non tutto, però, sembrerebbe andare per il verso giusto.
Diversi sono gli elementi che caratterizzano la storia narrata da Ryuhei Tamura e primo fra tutti spicca, sicuramente, quello prettamente fantastico: che i demoni siano ormai utilizzati in ogni frangente è innegabile, che ci sia qualcuno abile a renderli protagonisti come l’autore di questa serie è decisamente più difficile da provare. I personaggi che colorano il manga presentano, di fatto, peculiarità che ritrovare altrove è quasi impossibile: ognuno di essi ha, alle proprie spalle, una storia originale e solida da raccontare, tanto che le basi stesse su cui si fonda Beelzebub sarebbero in grado di dare vita ad una storia a sé stante, e l’interazione che si crea tra i due mondi, quello demoniaco da una parte e quello umano dall’altra, non è certo convenzionale, nonostante poi lo scopo finale dell’uno non sia molto differente rispetto a quello che molte altre storie portano avanti. Non può, poi, certamente passare in secondo piano un’altra importante caratteristica che rende la serie unica nel suo genere: l’ironia che pervade ogni volume, infatti, si eleva a vera e propria protagonista della storia, riuscendo a creare quelle atmosfere molto particolari che accompagneranno il lettore durante il proseguimento della lettura e che renderanno questa un’esperienza notevolmente piacevole, senza, però, rendere meno intensi i momenti carichi di tensione che non esiteranno a susseguirsi nel procedere della narrazione. Arrivati al quinto volume, la storia comincerà ad entrare nel vivo, trasportando il lettore in quel mondo magico che tanto aspettava di scoprire e da cui non potrà fare a meno di lasciarsi sorprendere. Io, personalmente, non vedo l’ora di continuare la lettura e di farmi avvolgere, ancora una volta, dal tratto semplice ma incredibilmente evocativo di Tamura.
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