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[Review Party] Morte di un antiquario di Paolo Regina


Ciao a tutti Lettori e ben trovati!

Eccezionalmente di sabato, torno sul blog per destarvi dalla stanchezza quotidiana con un nuovissimo Review Party dedicato ad un romanzo che vi abbiamo fatto scoprire in settimana grazie al BlogTour che l'ha visto protagonista: Morte di un antiquario di Paolo Regina.

MORTE DI UN ANTIQUARIO.


MORTE DI UN ANTIQUARIO
di Paolo Regina

Prezzo: € 16,00 | Ebook: € 7,99
Pagine: 234 | Genere: Giallo
Editore: SEM Libri| Data di pubblicazione: 10 Maggio 2018

TRAMA
Che cosa distingue l'antiquario dal semplice collezionista? Il gusto della ricerca tra le cose dimenticate alla scoperta dell'oggetto unico e magari irripetibile, prezioso. Ma anche la suggestione per il mistero che avvolge gli oggetti perduti e poi ritrovati: da dove vengono, chi li ha posseduti, quanta passione o dolore hanno 'visto'. Testimoni muti delle vite passate, gli oggetti antichi attraversano il corso del tempo con il loro carico di segreti. Uber Montanari, tra tutti gli antiquari, è il più solitario, il più geloso delle scoperte che ha fatto, il più misterioso. Quando viene ritrovato cadavere nella sua bottega, a Ferrara, in molti si domandano quali tesori siano all'inizio della sua sventura. Gaetano De Nittis è un brillante capitano del Corpo più 'odiato' d'Italia: la Guardia di Finanza. D'origine pugliese, da poco trasferito a Ferrara, ama la buona cucina, cioè solo quella della sua terra, e odia l'agrodolce estense. Ha poco tempo libero e lo dedica tutto alla sua vera passione: la chitarra e lo stile blues del grande B.B. King, il suo idolo. È lui a scoprire, durante un'indagine di routine, il corpo di Montanari, l'antiquario dalla personalità ambigua, protetto da esponenti dell'alta borghesia ferrarese con cui aveva rapporti d'affari non sempre limpidi. Tra i molti segreti di questa vicenda, raccontata con calibrata maestria da Paolo Regina, il primo sta proprio nella vita dell'antiquario, coltissimo e misantropo, e nel suo insaziabile desiderio di collezionare opere d'arte proibite.

IL MIO PENSIERO SUL LIBRO.

Talvolta alcuni libri hanno l'inaspettata capacità di rendere vivo il nostro animo, di infiammarlo o molto più semplicemente, se davvero di semplicità si può parlare, di farlo innamorare perdutamente di ogni singola parola. E spesso lo fa grazie ad una storia che non lascia altre possibilità, ad una calorosa ambientazione o magari alla forza di poche, ma imponenti personalità, elevate a qualcosa di più di semplici protagonisti. Difficilmente, però, tutto questo riesce a trovare spazio in un unico romanzo: quante volte ci si è sentiti traditi da un'attenzione lasciata scivolare via da un determinato aspetto? Quante volte ci si è chiesti il perché di una così piccola cura per i particolari? Eppure le eccezioni esistono e Paolo Regina, con il suo Morte di un antiquario ne è la conferma più chiara.

Conosciuto come il più celebre antiquario di Ferrara, per Uber Montanari ogni oggetto, dal piccolo al più grande, custodisce in se stesso un valore inestimabile. Portatore di un passato che altrimenti mai sarebbe venuto alla luce, ogni piccola cosa presente nella sua bottega ha l'incredibile potere di saper raccontare una storia, di svelarne i segreti più oscuri, di riportarne a galla quell'anima mai veramente assopita nel tempo. Quando, però, è il corpo stesso dell'antiquario ad essere ritrovato senza vita nella sua stessa bottega nulla sembrerebbe voler parlare: un apparente suicidio è quello che, di fatto, legherebbe il rispettabile antiquario alla sua morte, ma Gaetano De Nittis, capitano della Guardia di Finanza della città, di questo non è ancora del tutto certo. Perché una persona come Montanari dovrebbe aver scelto di intraprendere un percorso simile? Possono dei piccoli debiti trasformare completamente una personalità così solida? Oppure è proprio tra i suoi amati oggetti che qualcosa di pericoloso si sta nascondendo alla vista di tutti? 

Dai tratti tipici di un giallo capace di destare i migliori sospetti, Morte di un antiquario accoglie il lettore in un'atmosfera calda, seducente e a tratti opprimente in grado di insinuarsi sotto ogni centimetro della sua pelle, cullandolo verso un mondo, quello dell'antiquariato, e all'interno dei più reconditi vicoli di una città dalla bellezza inestimabile, come quella di Ferrara, con una forza tale da riuscire a renderne alla perfezione ogni singolo dettaglio. E' proprio la città estense, infatti, a divenire vera protagonista del romanzo, imponendosi fin dall'inizio con eleganza e raffinatezza anche su quelle personalità che mirano a rendere l'opera indimenticabile: certamente non relegato a mero sfondo della vicenda, l'animo ferrarese nelle sue più diverse accezioni, sia positive che negative, riuscirà a provocare il lettore, sempre più affascinato dal suo anomalo dispiegarsi tra quelle mura capaci di difenderlo ed isolarlo al contempo, rendendolo sensibile, pur nel suo piccolo, ad ogni suo minimo cambiamento.

Fascino, questo, che la città stessa esercita anche sui protagonisti della vicenda, due personalità apparentemente differenti, ma accomunati da un amore indissolubile per il proprio lavoro: Uber Montanari da una parte e Gaetano De Nittis dall'altra, infatti, vengono presentati fin dalle prime battute come due uomini sostanzialmente agli antipodi, più complicato uno, più semplice e lineare l'altro, ma le cui strade sono destinate ad intrecciarsi e banalmente non solo a causa dei loro lavori. Saranno proprio le attitudini e l'indole delle persone a trovare in Paolo Regina un narratore attento e mai scontato: soffermandosi più volte sulla natura degli animi umani nel susseguirsi della vicenda, l'autore riesce infatti ad elevare il suo romanzo ad un qualcosa di più di un semplice giallo trasformandosi, consapevolmente o meno, quasi in un sociologo, in uno studioso di una piccola realtà, come quella ferrarese, resa fin nel più piccolo dettaglio. Il tutto senza mai distogliere l'attenzione sul crimine che ha portato, di fatto, il capitano De Nittis nella vita quotidiana di un lettore che mai si sarebbe aspettato di trovarsi davanti ad una trama così ben congegnata capace, dalla prima all'ultima pagina, di stregarne il cuore.

Ma è nello stile magico dell'autore che tutto si compie, che Ferrara diventa viva al di là del mero inchiostro, che i personaggi si muovono come fossero entità reali, in grado di respirare, esistere e morire, in un turbinio di emozioni capace di far innamorare anche chi la città la assapora quasi ogni giorno. Ed è nella semplicità di un narrare calmo, senza riserve, ma incredibilmente ammaliante che Paolo Regina, al suo miracoloso esordio, conquista i suoi lettori.

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