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Recensione: Due omicidi diabolici di Raffaele Malavasi

DUE OMICIDI DIABOLICI.


DUE OMICIDI DIABOLICI
di Raffaele Malavasi

Prezzo: € 9,90 | Ebook: € 2,99
Pagine: 448 | Genere: Thriller
Editore: Newton Compton | Data di pubblicazione: 27 Maggio 2019

TRAMA
Mentre l’attenzione di Genova è concentrata sulla visita di papa Francesco, la Squadra Omicidi dell’ispettore Gabriele Manzi è in fermento a causa di un delitto brutale avvenuto in città: una donna è stata sequestrata nel suo appartamento e uccisa barbaramente. Era una vedova cinquantenne che lavorava da casa come sarta. Ma c’è un dettaglio inquietante sulla scena del crimine, un’incomprensibile scritta di sangue lasciata sugli indumenti della vittima. Mentre la polizia indaga e la giornalista Orietta Costa comincia a muoversi alla ricerca di informazioni, Goffredo Spada, l’ex poliziotto noto in tutta la città per aver risolto il caso dei “delitti danteschi”, viene convocato all’abbazia di Santo Stefano: il parroco, che si occupa anche di esorcismi e di sette parareligiose, ha ricevuto minacce anonime che gli fanno temere per la propria vita. Che cosa si nasconde dietro la nuova ondata di violenza che ha colpito Genova? L’indagine di Manzi, Spada e Costa si prospetta ben più complessa di quanto avrebbero potuto immaginare…

IL MIO PENSIERO SUL LIBRO.

Ad un esordio coraggioso e sorprendente, capace di ritrovare tra le fila di un pubblico esigente ed ormai sempre più raffinato un consenso particolarmente vasto, seguono spesso aspettative inevitabilmente alte, giustificate ancor di più da quel fragile rapporto di fiducia che lega uno scrittore al suo lettore, due personalità potenzialmente agli antipodi incontratesi fortuitamente tra i sussurri di un affollato scaffale. Proprio tra quelle flebili parole, però, Raffaele Malavasi è riuscito nuovamente a stupire, riportando in Due omicidi diabolici, appassionati e curiosi tra le vie buie e familiari di una Genova conosciuta, eppure così tanto diversa al confronto, ricostruendo con abilità e precisione il lato oscuro dell’essere umano.

In una città ancora sconvolta dal caso dei delitti danteschi, per l’ispettore Gabriele Manzi sembrerebbe non esserci tregua. Quando una donna viene ritrovata sequestrata ed assassinata nella propria abitazione, apparentemente lapidata, infatti, Genova sembra ricadere nuovamente preda di un terrore buio, cupo ed eternamente cosciente. Sarà compito delle forze della Squadra Omicidi risolvere, per l’ennesima volta, un efferato delitto che di umano dimostra di avere ben poco, eppure i dettagli sulla scena del crimine fanno riaffiorare nell’ispettore importanti perplessità: qual è il vero significato della strana scritta incisa con il sangue della vittima? Mentre le indagini della polizia proseguono, non senza difficoltà, anche Orietta Costa, celebre cronista di nera, comincia a destreggiarsi tra le informazioni raccolte, minacciata, o almeno così crede, dall’arrivo in redazione di un nuovo aitante giornalista. Perfino l’ex poliziotto Goffredo Spada si ritrova implicato in un caso che mai sarebbe andato a cercare, tra esorcismi, sette sataniche e bontà religiosa. Cosa si sta nascondendo tra i vicoli stretti di una città tanto splendente? In cosa si sta tramutando, ferocemente, l’animo umano?

Con una narrazione capace di mettere in evidenza e di sviluppare al meglio le potenzialità di un romanzo consapevole del suo intero nucleo fondante, Raffaele Malavasi riesce ancora una volta a convincere e a coinvolgere i propri lettori riportando nelle loro vite un novero di personaggi in grado non solo di riconfermare il forte impatto emotivo che avevano consciamente o inconsciamente esercitato sul pubblico, ma soprattutto di evolversi e trasformarsi in fautori di una crescita ed una consapevolezza certamente non scontate, rimanendo fedeli comunque a quell’Io interiore che tanto li ha contraddistinti fin dalla loro prima apparizione. Cosa non facile se si considera la volatilità con cui un titolo oggi si afferma per poi sparire debolmente nell’oblio di una molteplicità di prodotti discretamente apprezzabili. Là dove molti falliscono, però, l’autore genovese dimostra sapientemente di avere la capacità di distinguersi dando da una parte spessore ed umanità a protagonisti che non vengono affatto dipinti come eroi, ma come semplici esseri umani in sé e per sé fallibili, contraddittori, fagocitati dalla propria indelebile natura e sensibili ai più intimi desideri incapaci di rimanere inascoltati, e dall’altra ricostruendo una trama appassionante, trascinante nel suo ritmo non particolarmente serrato, ma ugualmente stimolante ed in grado di insinuarsi nelle menti dei lettori con uno sguardo volutamente ingannevole su una realtà attenta al più piccolo dettaglio, delicata e nervosa al contempo, capace di muoversi abilmente tra un profilo elegante e distinto ed il suo completo e trascurato opposto.

Se, poi, a colpire in questo secondo romanzo sono le tematiche che vengono affrontate, dal mistero oscuro ma affascinante dell’esoterismo alla crudeltà di un animo umano ancora, in fondo, inesplorato, dalla sensibilità di prendere coscienza della propria condizione alla complessità di dipingere esaustivamente il mondo degli affetti, fino ad arrivare all’inesauribile ricerca della verità e della giustizia, innata in ogni essere umano seppur spesso negata, vi ritorna anche come fosse ormai una presenza rassicurante una città descritta con una dovizia di particolari tale da apparire viva e recalcitrante nel suo lato più buio, ma soprattutto nello splendore di una luce che deve semplicemente essere trovata. Con uno stile semplice, incisivo all’occorrenza, scorrevole e capace di seguire il ritmo della narrazione stessa, Due omicidi diabolici riconferma le grandi abilità celate nella penna di un autore che non ha paura di mettere a nudo il suo mondo, animandolo come solo un esperto scrittore sa fare.

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