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Manga - Consigli di Lettura #29: Starving Anonymous n. 1 di Yuu Kuraishi e Kazu Inabe

Ciao a tutti Lettori e ben trovati! 

Nell’ultimo lunedì di Luglio torniamo nuovamente ad immergerci nel mondo dei MANGA con una nuova uscita targata Star Comics non adatta agli animi più impressionabili: insieme a Sandy de La Stamberga d’Inchiostro, infatti, questa volta abbiamo deciso di affrontare un genere decisamente particolare. Vero e proprio Survival Horror, il primo volume di Starving Anonymous, che porta la firma di Yuu Kuraishi e Kazu Inabe si è rivelato essere un traumatizzante concentrato di angoscia, tensione e terrore capace, anche grazie ad un incredibile impatto visivo, di farsi magnetico agli occhi di chi quello sgomento è riuscito coraggiosamente a fronteggiarlo.

STARVING ANONYMOUS N. 1


STARVING ANONYMOUS N.1
di Yuu Kuraishi e Kazu Inabe

Prezzo: € 5,90 | Pagine: 192  

Genere: Survival Horror | Testata: POINT BREAK
Editore: Edizioni Star Comics | Data di pubblicazione: 10 Luglio 2019

TRAMA
Il Giappone è stato colpito da un anomalo surriscaldamento climatico dalle cause sconosciute. Ie, un liceale che sogna di diventare un pittore, viene rapito mentre sta tornando a casa con l’amico Kazu. Al suo risveglio, si trova davanti una serie di scene raccapriccianti, degne di un girone infernale: esseri umani ibernati, altri messi all’ingrasso, del tutto incapaci di intendere e di volere. Malgrado lo spettacolo surreale sia al limite della comprensione, scoprirà ben presto che, nell’edificio in cui si trova, si svolgono eventi ancora più ripugnanti. Ma chi c’è dietro a tutte quelle atrocità? Ha inizio un survival horror in cui è in gioco la sopravvivenza del genere umano!

IL MIO PENSIERO.

Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te: una semplice regola di convivenza civile fondata sull’etica della reciprocità che accompagna l’esistenza dell’uomo fin dalla nascita dell’antica filosofia e che dovrebbe contrassegnare, al di là di qualsiasi credo, l’elemento cardine di ogni società, più o meno evoluta. Ampliando l’orizzonte e cercando di spingere ogni volta più lontano una linea di confine sempre più fragile e sensibile, però, ci si deve necessariamente chiedere se una simile verità possa superare il suo limite ed applicarsi anche nei confronti di chi essere umano non è: il rispetto degli animali non è, forse, simbolo di una ritrovata umanità? Cosa succederebbe se le torture venissero inflitte con le stesse identiche modalità a uomini, donne ed ignari adolescenti? L’inquietante risposta potrebbe celarsi proprio tra le pagine di una storia inaspettata: Starving Anonymous.

Prigioniero di un surriscaldamento climatico anomalo ed opprimente, tra le strade del Giappone sembrerebbe essersi abbattuta una vera e propria calamità, di cui Ie, un liceale con il sogno di diventare pittore, si ritroverà presto ad esserne, suo malgrado, il protagonista. Strappato dalla vita che sognava di percorrere, il giovane si risveglia all’interno di un edificio sconosciuto trasformandosi ben presto in un testimone di vere e proprie atrocità: da esseri umani ibernati ad altri nutriti forzosamente senza sosta, il destino di Ie parrebbe essersi appena tinto di nero. Ciò che non sa, però, è che tra quelle terribili mura molto altro si sta compiendo: l’intero genere umano si sta avviando lentamente verso la sua estinzione, operazione guidata da un essere la cui identità è ancora segreta. Ie potrà davvero impedire che tutto raggiunga la sua fine? Da solo forse no.

Percorso da un’acuta riflessione ed un’esasperata realtà, il primo volume di Starving Anonymous riesce fin da subito nell’intento che i due autori si erano probabilmente prefissati: colpire con ferocia ed efficacia il proprio pubblico. Senza divagazioni inutili e con un’introduzione scarna ma esauriente, capace di porre le basi per uno sviluppo profondo ed avvincente della trama, infatti, la storia ideata da Yuu Kuraishi e disegnata da Kazu Inabe si fa già dalle prime tavole tenacemente assordante: sottolineando quelli che sono i suoi elementi caratterizzanti, il senso di orrore, sorpresa e sbigottimento unitamente ad una tensione in grado di accrescere sempre più la sua portata avvolgono completamente il lettore, facendolo precipitare in un inferno dal tratto vivido e sconvolgente, in grado di provocare anche negli animi più coraggiosi le più diverse reazioni. 

Proprio il disegno, però, molto particolareggiato e preciso nel definire i volti e i corpi degli esseri umani, e non solo, presenti all’interno del volume, si rivela essere il vero tratto distintivo della storia. Capace di dare spessore alle emozioni e di rendere viva ogni più piccola sequenza, il talento di Kazu Inabe si dimostra fondamentale per la buona riuscita di Starving Anonymous: sebbene sia innegabile il grande potenziale celato tra le righe della sceneggiatura, in assenza di una raffigurazione così realistica dei luoghi, dei personaggi, delle atmosfere e dei sentimenti che ne ricoprono le pagine il risultato finale sarebbe stato decisamente meno adrenalinico, traumatizzante e sconcertante di quanto, invece, era necessario che fosse. Dietro ad ogni sconvolgimento od elemento raccapricciante si nasconde, infatti, un obiettivo ben preciso, la volontà di mettere a nudo la crudeltà, la ferocia e la brutalità di cui ancora oggi il mondo è capace, che i due autori hanno deciso di perseguire imboccando una delle strade più tortuose e complesse mai tentate, quella dell’orrore, un genere tendenzialmente apprezzato solo da una piccola parte di pubblico.

È una denuncia sociale forte, quindi, quella si accompagna agli inquietanti scenari tratteggiati nel primo volume di Starving Anonymous, in cui gli autori si sono dimostrati abili nel giocare, con destrezza, con la sopravvivenza del genere umano, invertendone i ruoli e creandone così, forse, una possibile via di fuga: la Riflessione.

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