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Recensione : L'ultimo Rais di Favignana - Aiace alla spiaggia di Massimiliano Scudeletti




L'ULTIMO RAIS DI FAVIGNANA - AIACE ALLA SPIAGGIA

di  Massimiliano Scudeletti

Prezzo: € 16,90  | E-book : € 6,29
Pagine: 176| Genere: Narrativa  |
Editore: Bonfirraro EditoreData di pubblicazione:  Luglio 2019

Trama 
Un romanzo liberamente ispirato alla figura di Gioacchino Cataldo, rais della tonnara di Favignana. Una vita spesa nel tentativo di conservare una tradizione millenaria, attraverso settant' anni di storia italiana, e che mescola tragedia classica con una modernità altrettanto letale. La visione di un personaggio irriducibile e controverso, destinato alla sconfitta. Sullo sfondo un'isola povera, ma ricca di tradizione, che si tramuta in splendida attrazione turistica, a rischio però di perdere le proprie radici. Con un mémoire di Carlo Ottaviano.

 

IL MIO PENSIERO SUL LIBRO

Oggi cari lettori vi voglio parlare di un'isola meravigliosa : Favignana, l'isola a forma di farfalla famosa nel tempo per le sue meraviglie naturali e per la tonnara.
L'autore sin dalle prime pagine spiega che il libro che ha scritto è sulla sua idea dell'ultimo rais ovvero Gioacchino Cataldo.
Il rais prima ,di diventare tale, ha avuto molti nomi tra cui Nettuno e Lungo ma non avrebbe mai creduto che sarebbe stato l'ultimo Rais di Favignana.
Ripercorriamo la storia della tonnara e dei suoi lavoranti dagli anni 40 del secolo scorso sino ai giorni nostri.
La tonnara era il cuore pulsante dell'isola assieme alla cava di tufo e tutti gli abitanti campavano grazie ad esse.
La sorte ha voluto che Gioacchino all'età di 14 anni entrasse nella tonnara Florio per lavorare e vivere il mare e i tonni in tutte le sfumature possibili.
Con gli occhi di un ragazzino curioso registra tutto quello che fanno i Rais. Loro sono connessi con il mare in un modo inspiegabile e sanno come muoversi, quando calare le reti, se la mattanza sarebbe stata proficua o no.
La mattanza in tempi recenti è stata osteggiata e additata come massacro dagli animalisti e non sostenibile per gli ecologisti ...ma in altri tempi era l'unica alternativa che avevano le famiglie per vivere e prosperare, chi si dedicava a questa pratica aveva una conoscenza ed un rispetto per i ritmi della natura che ora non ci sono più.
Il personaggio delineato dall'autore è in conflitto con se stesso, lui ha lasciato l'isola alla ricerca di altro per poi tornare essere conosciuto come quello ritornato e poi diventare addirittura il "capo" della tonnara.
Emblematica l'istantanea di una giornata estiva descritta all'inizio del libro dove Gioacchino siede al bar quasi desolato di trovarsi circondato da turisti chiassosi e indolenti che lo salutano come una celebrità, lui che voleva salvare la tonnara e le sue tradizioni creando una cooperativa assieme ad altri tonnaroti ma non ce l'ha fatta, lui che viveva scrutando il mare alla ricerca dei tonni si ritrova in un mare di gente estranea.
Ad oggi la struttura è diventata un museo da visitare per cercare di riconvertire l'isola grazie al turismo.
Un turismo che ad oggi ,mi permetto di affermare con cognizione di causa , diventata soffocante, ingombrante e chiassoso.
Pur di non lasciare il mondo diventò guida del museo spiegando ai visitatori cosa avveniva tra quelle mura, il fremito dell'attesa e la frenesia della mattanza per poi dedicarsi a far conoscere questa antica usanza in giro per l'Italia in scuole e attraverso incontri, interviste e conferenze.
Il libro scorre veloce e ci accompagna nei punti salienti della vita "creata" del Rais, i personaggi sono carismatici e ben caratterizzati, la nostalgia per la perdita delle tradizioni e la profonda ricerca del luogo e delle usanze traspare in ogni pagina.
Un libro che parla di un uovo divenuto mito che ha saputo lasciare molto dietro di lui.
Mi è piaciuto molto e lo consiglio a chi vuole riscoprire pezzi della storia di un'isola bellissima, lo consiglio a chi teme che antiche tradizioni ormai perdute vadano dimenticate per sempre.



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