Recensione : Quel che i lupi mangiano di Sara Brayon
QUEL CHE I LUPI MANGIANO
di Sara Brayon
Pagine: 184 | Genere: Narrativa |
Editore: BookaBook| Data di pubblicazione: Giugno 2020
Trama
Un cacciatore in cerca di vendetta, un uomo che inganna la Morte, una cuoca con un ingombrante problema da risolvere, una scrittrice triste in una città straniera, eroi ed eroine piegati dalla passione, come tutti, in un labirinto delirante che quasi mai è quello che sembra. Trenta racconti in cui, tra sante e prostitute, assassini e paladini, si manifestano sesso, speranza, solitudine e molte altre cose terribili e meravigliose che non iniziano necessariamente con la lettera S. Come il lupo bianco e il lupo nero che albergano nell'anima di ognuno di noi, fra queste righe lottano ironia e amarezza, allegria e inquietudine, vitalità e decadenza.
IL MIO PENSIERO SUL LIBRO
L'autrice ha uno stile molto personale caratterizzato da una vena non troppo sottile di nera fatalità, una cruda esposizione delle varie follie umane e un pizzico di black humor.
Non posso descrivervi tutti i racconti senza rischiare di togliervi la curiosità e il piacere di scoprire una miscellanea di storie tra il fantastico e la piatta normalità, tra il macabro e la follia latente in ognuno di noi.
I racconti iniziali si ispirano alle leggende sulle divinità greche dandone una versione molto soggettiva e con descrizioni a volte spassose , troviamo qualche riferimento ad entità e presenze, non si tralascia il magnifico mondo animale e anche qualche episodio di tranquilla quotidianità che prende pieghe inaspettate.
Spesso i finali lasciano il lettore letteralmente di stucco ed è naturale che a volte sfugga un sorriso o un mezzo ghigno oppure uno sbuffo inquieto.
L'autrice scava nella psiche umana, nelle paranoie, negli incubi e spesso ribalta i comune pensare su cosa sia veramente la "Normalità" che tanto si decanta, e ricerca, per essere accettati dalla massa e dalla società.
Lo consiglio per chi cerca delle letture diverse, i racconti sono scorrevoli e ben strutturati, i dialoghi ben dosati.
Come accennavo sopra lo stile di scrittura è molto personale ma fluido e piacevole, è piacevole anche il fatto che tutti i racconti sono auto conclusivi e si possono leggere in momenti diversi senza per questo perderne il significato.
Potrei aggiungere che ,visto l'anno che stiamo attraversando, questo libro si incastra perfettamente nel raccontare il perduto equilibrio precario che contraddistingue l'essere umano.
Un esordio notevole con storie poliedriche a volte un po'acerbe ma di buona qualità.
Lo consiglio caldamente e direi che l'autrice è da tenere d'occhio per le prossime uscite che saranno sicuramente degne di nota.
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