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Recensione:Il Segreto della Medicina dei Celti - Giancarla Erba


IL SEGRETO DELLA MEDICINA DEI CELTI 

di Giancarla Erba

Prezzo: € 18,00 | Ebook: € , |
Pagine: 240 | Genere: Medicina tradizionale|
Editore: Decima Musa edizioni
Data di pubblicazione: 20 Luglio 2020

Trama
Questo libro è il tentativo di dare una risposta a domande che hanno attraversato i secoli e che oggi, grazie a ritrovamenti archeologici, unitamente agli scritti degli storici dell'epoca, è possibile almeno parzialmente soddisfare, cercando per quanto possibile, di fare il punto della situazione medica delle Gallie prima della conquista definitiva da parte dei Romani. Nell'antica Gallia indipendente, la medicina aveva un ruolo importante in quanto strettamente unita alla religione, beneficiando della sua influenza. I druidi detenevano la scienza della natura delle cose che era oggetto costante dei lori studi, e i segreti del corpo umano e dell'arte medica facevano parte della loro competenza senza alcun dubbio. In questo trattato scopriamo quindi quali piante usassero, quali strumenti chirurgici e soprattutto se queste tecniche fossero uguali o simili ai popoli coevi, visto che si è sempre alimentata l'idea dei Greci e dei Romani come evoluti mentre le altre popolazioni erano (e tutt'ora sono) classificate come "barbare", incapaci di avere una vita sociale evoluta secondo i loro tempi. Questo volume vuole rivelare le abilità dei Celti come medici, la loro fama come erboristi e le loro capacità chirurgiche e curative che erano simili e a volte superiori a quelle dei loro cugini europei. Nel testo si parte dal definire con chiarezza la figura del medico per poi sviluppare le tecniche in uso presso le popolazioni galliche che andavano dalla medicina erboristica, alla chirurgia, all'uso delle acque termali, senza dimenticare tutta la parte sacra legata alle divinità di riferimento, alle formule magiche e agli amuleti utilizzati per aiutare il malato a guarire e agli ex voto per ringraziare o per ingraziarsi il dio e la dea preposti ad un certo tipo di cura. Si parla delle scuole di medicina di Gallia, ma anche dei rituali e del trattamento in morte e un ampio spazio è dedicato allo sviluppo della questione donne medico: la loro presenza, i ruoli svolti. Una sezione considerevole è dedicata all'Erbario e cioè alle piante che i Vati di Gallia usavano per guarire, e anche a quel settore in cui i medici celti erano considerati un'eccellenza: l'oftalmologia. Uno studio che vuole illustrare il mondo medico celtico a tutto tondo, con i suoi punti di forza e di debolezza.
 

IL MIO PENSIERO SUL LIBRO

Vi dico la verità, il titolo di questo libro mi ha attratto non poco e non ho potuto resistere al suo fascino.
E sono felice di averlo letto perché è un saggio interessantissimo, pieno di informazioni preziose e incredibili.
E' vero che l'uomo sin dalla sua comparsa sulla terra ha provato a curarsi con le piante, ma mai avrei pensato che  i Celti, i Galli e i Romani avessero raggiunto un così alto grado di conoscenza in questo campo.
Sono rimasta letteralmente a bocca aperta quando ho scoperto che producevano e facevano uso di colliri solidi in maniera quotidiana.
L'autrice ha eseguito un ottima ricerca e ha saputo rendere accattivante e mai noioso un argomento che per molti potrebbe risultare ostico.
La lettura scorre, e le informazioni che vengono date sono delle piccole perle di conoscenza.
Il libro si divide sostanzialmente in tre parti.
La prima parte parla della professione del medico nell'aria gallica, così si scopre che molto probabilmente i medici vestivano sempre di bianco e che le malattie con le quali avevano a che fare maggiormente erano quelle degli occhi, per esempio.
Si scopre anche quali erano gli strumenti che i medici utilizzavano e come venivano usate le acque termali per curare molti tipi di malattie.
Poi nella seconda parte, l'autrice ha ricostruito un erbario, con tutte le proprietà delle piante citate e l'uso che se ne faceva nell'antichità e che in molti casi se ne fa anche ora.
Molto interessate leggere per esempio che l'aglio era usato come antidolorifico o che l'assenzio fortifica lo stomaco.
La terza ed ultima parte parla di alberi.
Come ben sappiamo, in antichità il culto degli alberi, dei boschi e foreste sacre, era molto in voga, ma i Celti avevano un rapporto molto particolare con essi, infatti nel loro alfabeto, ogni lettera era un iniziale del nome di un albero.
Oggi sarebbe necessario ritrovare in noi quello spirito di venerazione per le piante e per gli alberi, servirebbe renderli nuovamente sacri così da cercare di marginare  l'incuria dilagante che abbiamo verso chi ci fornisce cibo, medicine e ossigeno.
Un libro che scorre piacevole nella lettura ma che ho deciso di gustarmelo piano piano, perché le informazioni  sono molteplici e sarebbe un peccato non memorizzarle.
Un saggio che consiglio di leggere in ogni stagione, magari bevendo una bella tisana e sgranocchiando biscottini al miele.
Consigliatissimo a chi ama la cultura Celtica e a chi è desideroso di scoprire le basi della fitoterapia nell'antichità.




























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