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Recensione [Fumetti/Graphic Novel]: Ciao mamma, vado in Giappone di Luca Raffaelli ed Enrico Pierpaoli

CIAO MAMMA, VADO IN GIAPPONE.


CIAO MAMMA, VADO IN GIAPPONE
di Luca Raffaelli ed Enrico Pierpaoli

Prezzo: € 14,50 | Collana: Tipitondi 
Pagine: 145 | Genere: Narrativa per ragazzi
Editore: Tunué| Data di pubblicazione: 5 Novembre 2020 

TRAMA
Preparate le valigie si parte per il Giappone! Chiudete gli occhi e immaginate un'enorme belva con denti acuminati al mentolo formato famiglia. Ecco: questo è Frangipane, il cattivo della scuola che costringe Enrichetto Cosimo a dire che lui sa chi è Shimitsu Furukawa, creatore di Robostrak, robot dalla cataratta reattiva multipla, e che a casa ha tutti i 32 manga autografati dall'autore. "Ah sì? E allora lunedì qui li voglio tutti", reagisce il Frangipane. Ed è così che Enrichetto, di sabato pomeriggio, parte per una missione impossibile: andare a Tokyo con Beatrice e Polletti per cercare gli albi di Robostrak e farseli dedicare dall'autore!  

IL MIO PENSIERO.

“Chi ha il coraggio di ridere è padrone del mondo”, così decantava Giacomo Leopardi nei suoi Pensieri, instillando nelle generazioni future un dogma universalmente riconosciuto. E cosa c’è di più reale, profondo e veritiero della risata cristallina di un bambino? Sempre più vasta ed imponente, la letteratura dedicata a bambini e ragazzi vanta tra le sue fila veri e propri capolavori classici e moderni, siano essi stati scritti sotto forma di romanzi, albi illustrati o fumetti. In continua evoluzione, l’attenzione ad essa dedicata si sta facendo finalmente importante e sono molte le realtà editoriali che hanno costruito intere collane al suo servizio. Una di queste è nata qualche tempo fa in casa Tunué e ad oggi conta diverse decine di titoli al suo interno: l’ultimo tipitondi è un fumetto dai toni scanzonati, leggero, divertente, ma perfettamente conscio del grande insegnamento che tra indovinelli, giochi di parole e risvolti esilaranti si cela tra le sue pagine. 

Giovane e spensierato, Enrichetto Cosimo non avrebbe mai immaginato di dover raggiungere l’altro estremo del suo universo pur di sfuggire alle grinfie del bullo della scuola, eppure con l’imponente stazza di Frangipane a sovrastarlo mentire sembrava essere l’unica soluzione per vincere il pericolo. Con la promessa di mostrare all’alunno più enorme di tutta la scuola i trentadue albi in edizione originale autografata di un mangaka particolarmente amato in patria, Shimitsu Furukawa, Enrichetto parte alla volta dell’avventura più grande della sua vita: insieme a Beatrice e Polletti, inseparabili amici, il Giappone non è poi così irraggiungibile.

O almeno così credeva Enrichetto. In un gioco continuo di equivoci ed ironia, Luca Raffaelli ed Enrico Pierpaoli costruiscono intorno ad una vicenda apparentemente innocua e senza una vera logica a tenere le fila della narrazione un fumetto esilarante capace allo stesso tempo di divertire, appassionare ed insegnare. Unitamente alle risate strappate al lettore fin dalle prime pagine, come a voler sdrammatizzare, ma non minimizzare il sempre più dilagante problema legato al bullismo nelle scuole, infatti, Ciao mamma, vado in Giappone promette al suo pubblico un vero e proprio viaggio alla scoperta di una delle culture più affascinanti e al contempo distanti, ideologicamente parlando, della nostra, quella giapponese. Attraverso gli occhi dei tre bambini, filtro per antonomasia più sincero e genuino, usi e costumi del Paese del Sol Levante vengono così posti sotto una lente d’ingrandimento capace di rivelarne con naturalezza tutti quei singoli elementi che noi potremmo etichettare come stranezze, ma che altro non sono che caratteristiche in grado di rendere unico il diverso.

Ricco di riferimenti all’arte giapponese, a cui già in copertina si fa cenno con una citazione a La grande onda di Kanagawa del maestro Hokusai, il fumetto si sofferma particolarmente sul binomio manga – anime con menzioni più o meno dirette di alcune delle opere più famose, come Dragon Ball o Sailor Moon, ed un richiamo profondo al fenomeno del cosplay ed alla rilevanza che in Giappone esso riveste. Tutto, ancora una volta, sotto lo sguardo critico ed attento dei protagonisti, che divengono veicolo per dare voce a tutta una serie di stereotipi in cui almeno una volta nella vita non si è potuto fare a meno di cadere.

Molto ben caratterizzati, ognuno con una propria differente personalità, spesso indicatore dei diversi contesti di crescita e realizzazione, i protagonisti del fumetto si muovono in perfetta armonia tra le pagine della storia, coadiuvati indubbiamente dall’espressività che il tratto del disegnatore ha loro conferito. Morbida e tondeggiante, infatti, la linea ben si adatta al tipo di narrazione scelta, dettagliata solo quando la scena lo necessita, fortemente onomatopeica e capace di comunicare anche la più sensibile delle emozioni grazie ad un uso vivace e studiato dei colori.

È sul finale, però, che il fumetto cala la maschera, rivelando quel messaggio di bontà, dolcezza ed altruismo che celavano le sue tavole. Ciao mamma, vado in Giappone mette i più piccoli di fronte a grandi temi quali quello del diverso e dell’accettazione di se stessi in maniera efficace ed intelligente, attraverso l’utilizzo di un linguaggio semplice eppure fortemente evocativo, capace di sorprendere e di arrivare dritto al cuore di ogni lettore.



Commenti

  1. Aspetta, Enrico Pierpaoli lo conosco! E' quel genio dietro alle strisce di "Wasabi GummyBears", l'avevo pure intervistato..mi sa che devo recuperare questo suo nuovo fumetto!

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    1. Sì, è proprio lui! Recuperalo e poi mi dici cosa ne pensi, è dedicato ai più piccoli, ma merita anche la nostra attenzione :)

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