Incontro con l'autore... Chiara Francini
oggi vi racconterò della presentazione del libro "Il cielo stellato fa le fusa" di Chiara Francini, edito Rizzoli.
Per me è stata la prima volta e non nego una certa ansia da prestazione, soprattutto in virtù della modalità, completamente digitale, con cui si è svolto. La paura di fare pasticci col collegamento, di non essere abbastanza in ordine o abbastanza arguta mi hanno messa alquanto in agitazione, ma sono stata subito rasserenata dal clima disteso e sereno con cui Chiara ha accolto -diciamo così- nel suo salotto, tutti noi blogger ansiosi di scoprire qualche curiosità e il punto di vista dell'autrice su questo romanzo così particolare. C’era chi sorseggiava una tisana (me compresa), chi beveva dalla borraccia personalizzata, chi ha bevuto un caffè… sembravamo davvero sedute sui divani del salotto della scrittrice, a chiacchierare del più e del meno.
Chiara è bella e sorridente, verace, simpatica, con quel suo accento toscano naturalmente spassoso e risponde senza problemi alle nostre domande più curiose.
Un moderno Decamerone che l'autrice stessa definisce "Un paniere pieno di delizie" in cui personaggi tra loro molto diversi e variegati ma costretti ad una reclusione forzata di cui non si spiega mai, passano il tempo a raccontare novelle a turno, diverse tra loro ma tutte colme di riferimenti storici, aneddoti, vicende culturali, concetti o storie vere che la Francini aveva letto o nelle quali si era imbattuta per caso durante lavori di ricerca e sentiva l'urgenza di raccontare e condividere, affinché se ne perpetuasse la diffusione, per la loro potenza di significato. Così come la poesia di poeti spesso dimenticati, che trova posto e si fa largo comodamente nella prosa, in quanto forma d’arte suprema, magia e forse incantesimo. Chiara ritiene che la poesia sia bellezza e vuole portarla nelle sue opere, mostrarla, condividerla, affinché altri possano apprezzarla e goderne.
Chiara Francini non spiega mai il motivo della
reclusione, ma in un momento come quello che stiamo vivendo, sa di lockdown: in
realtà è stato un caso molto azzeccato, una coincidenza fortunata e forse
inconscia dell'autrice che, scrivendo, ha seguito i pensieri che l'hanno
condotta proprio lì.
Non si nomina mai alcuna epidemia in quanto
tale, ma se ne parla in diverse novelle attraverso razzismo, emarginazione,
ignoranza: non esiste un tipo soltanto di epidemia, infatti, ma ve ne sono
svariate forme. L'epidemia è la mancanza di senno, la perdita di quelle regole
che rendono civile l'umanità. L'epidemia è il caos. Non viene nominata mai un'epidemia in
particolare, ma il romanzo si conclude con un messaggio di speranza e
riflessione sul dolore. In fin dei conti tutto è un cerchio, un tondo che ci
costituisce come esseri viventi.
Del resto, numerosi libri sono nati sull’onda
della pandemia, ma spesso sono cupi, tetri e densi di dolore, mentre c’è più
necessità di leggerezza intesa non come superficialità, ma come spensieratezza,
pur senza perdere di vista il punto.
La Francini è decisamente autoironica, e non
smette di sottolinearlo anche da sé, spiegando anche come ironia e autoironia
siano per lei "pane e mortadella": infatti l'ironia è un balsamo che
rassicura, una mano calda sulla pancia dolente e permette di vedere le cose da
lontano, per una migliore visione d'insieme di quanto sia giusto (e bello)
essere "sbeccati", perché brutture e imperfezioni sono possibilità di
essere unici.
Molte sono le forme dialettali nel romanzo,
utilizzate come espressioni comuni: ci confessa, Chiara, che quando scrive va
"ad orecchio", fidandosi molto della musicalità di ciò che rilegge. Un'espressione
che le facciamo notare è il termine "sbenedizionare" che in
realtà ha origini romanesche e che è utilizzato in un sonetto del Belli che il
babbo le leggeva da bambina e che racchiude in sé non solo la gestualità di
Lauretta, ma anche la sacralità del gesto stesso, permettendo così di
visualizzarlo molto facilmente.
Il connubio Cibo&Cultura, poi, pretesto
per riunire personaggi così diversi tra loro, rappresenta un elemento molto
importante per l’autrice, appassionata lei stessa della relazione tra i due
fattori che considera fondamentale nella sua vita: ama infatti stare a tavola e
chiacchierare di tutto. La sua idea di Paradiso è molto vicina alla tavola…
Nodale è la
prospettiva gattara dell’autrice, che oltre al libro ci presenta Rollone in carne
e ossa e… pelo (lungo e rosso). Secondo Chiara i gatti sono creature incredibili,
di eleganza e maestosità, capaci di essere elegantissimi anche mentre “si leccano
le pudenda” davanti a dieci persone.. E da gattara quale sono, come lei, non
posso che concordare in pieno!!
Rollone è un
narratore perfetto, una voce sarcastica, ma anche umana e intelligente, colta e
caustica che con ironia fa da filo conduttore alle novelle e alla storia tutta.
Anche nella copertina e nel titolo è forte il
riferimento felino, nella prima, infatti, vi è un’opera di Svetlana Petrova,
artista russa che inserisce il suo gatto Zarathustra in quadri famosi: in
questo caso il “Trittico del Carro di fieno” di Bosch, dove un bel gattone (al
posto del carro) è mollemente adagiato in mezzo ad una moltitudine di persone molto
diverse e affaccendate attorno a lui, immagine molto pertinente alla commedia
umana che va a raffigurare. Il titolo, invece, accosta una citazione di Kant,
il famoso cielo stellato come metafora dell’umanità, oltre ad essere una squisita
ricetta presentata all’inizio da Lauretta, che fa le fusa: cioè si
emoziona, trema, ha delle scosse, in poche parole… vive.
Le è stato
chiesto quanto il ruolo di attrice influisca sulla scrittura: la risposta è che
sicuramente aiuta per la stesura dei dialoghi, dove la difficoltà sta nel
renderli reali e non banali, e anche l’orecchio per la musicalità è molto d’aiuto.
Cinema e TV danno la possibilità di dare a personaggi interpretati la propria sfumatura,
ma in ruoli scritti da altri, al contrario scrittura e teatro sono il mezzo
attraverso cui restituire interamente i propri colori: si descrive come amante
della vita, gioiosa ed empatica, ma possiede tuttavia una parte malinconica,
molto pensosa e silenziosa, e queste due forme d’arte le permettono di
trasmettere con più autenticità tutto il suo essere dandole inoltre la
possibilità di essere libera.
In ogni caso il
rapporto col pubblico è per l’autrice molto importante: le piacciono l’amore e
la riconoscenza che esso le dedica. Il rapporto che ha instaurato coi lettori è
diretto e le presentazioni, che peraltro ama, le danno l’opportunità di
ringraziare, del resto, dice, “Voglio che le persone mi amino”.
Per Chiara
Francini cinema e TV sono come “telefonate d’amore”, mentre scrittura e teatro
sono “abbracci”
La struttura è in
divenire, mentre scrive va ad istinto, segue idee e ispirazione: il processo
creativo le dà gioia e trasmette al lettore tutto il divertimento provato nello
scrivere.
Del resto, dice: “Scrivere
è come comporre un perenne tema di cui rendere fieri il babbo e la mamma”.
Concludo con
questa sua citazione che da appassionata di scrittura trovo oltremodo calzante.
Non vi ho fatto spoiler, perché è un romanzo frizzante e tutto da gustare,
spregiudicato, verace, ironico, divertente ma anche serio quando occorre.
Sul blog
troverete a breve anche la recensione anche se ho già detto quasi tutto qui...
Spero di essere
riuscita a rendere giustizia a quella che è stata una bella chiacchierata,
divertente e piena di confidenze come una serata tra amiche.
Un bellissimo articolo, complimenti: dalle parole si capisce una gioia assoluta nei confronti di questa "chiacchierata con l'autrice"! La Francini sembra davvero una bellissima persona, non vedo l'ora di leggere questo suo nuovo libro che credo non mi deluderà!
RispondiEliminaP.S. Mi sembra che sia edito Rizzoli e non Sellerio, ma potrei sbagliarmi...
Grazie Ilaria, hai ragione...
EliminaHo già provveduto a correggere l'errore, una distrazione maldestra di cui mi sono molto vergognata. E sì, la Francini sembra davvero una bellissima persona! Grazie per i complimenti, in effetti mi sono molto divertita sia a partecipare all'incontro sia nella stesura!
Il libro è davvero divertente, tieni d'occhio il blog per la recensione!
Grazie!
Ma figurati, una distrazione così piccola può capitare a tutti, scrivendo anche io per un blog ne so qualcosa...
EliminaCon il tuo articolo mi hai fatto sorgere ancora più voglia di leggere il libro, quindi grazie a te! Non mi perderò la tua recensione! :)