[RECENSIONE]: CHIEDIMI LA LUNA DI CRISTIANO CACCAMO
Data di pubblicazione: 10 settembre 2020
Il compito della famiglia di Aibek è fondamentale e senza tempo. Si tramanda da sempre, di padre in figlio ed è un ruolo importante che richiede dedizione e precisione e Aibek lo svolge con sapienza, abilità e costanza e una buona dose di gioia: tutto quello che sa l’ha imparato dal padre, che ora si è ritirato e gli ha ceduto il posto. Ed è così che con uno spazzolone sposta i granelli di luce sulla superficie della luna, per illuminarne l’esatta porzione, con precisione geometrica. La luna è un punto di riferimento, è amore, speranza, è luce, sogno. Condiziona umori e maree terrestri, la crescita delle piante. Ed è anche merito loro. Ma anche la luna nasconde delle zone d’ombra e nonostante le raccomandazioni del padre, Aibek cede alla tentazione di esplorarle, cadendo di schianto “sulla palla bluastra” dove conoscerà Adhara, fragile, gentile insicura giovane donna e dove, in una corsia di sottaceti, i loro destini cambieranno per sempre.
La luna è da sempre simbolo di vita e rinascita, di ciclicità e di femminilità. Da sempre attira gli sguardi di amanti, sognatori che esprimono desideri o peccatori che invocano il perdono. Le sono state dedicate poesie e canzoni, film e dipinti ma non smette mai di fornire spunto per ammirarla. Non è infatti da meno Cristiano Caccamo, che con il suo romanzo d’esordio racchiude in poco più di un centinaio di pagine una storia d’amore e di rinascita, di liberazione e riscoperta. La Terra è disordine, disequilibrio, caos, Aibek non l’ha mai vista, non la conosce, gli suscita paura e curiosità, eppure è proprio sulla “palla bluastra” che il suo destino lo conduce per trovare il SUO equilibrio e il SUO ordine.
"Perché non c'è quiete, qui, Adhara? Cosa cercano tutti quanti?"In parallelo con l’importanza che la luna esercita per chi ama, “Chiedimi
la luna” è soprattutto una storia d’amore, un amore nuovo e inaspettato tra due
anime destinate. Ma non solo, è anche una favola di pace e speranza. E ancora
di accettazione di noi stessi, dei nostri difetti e delle nostre paure: Adhara
soffre di vitiligine e questo la rende insicura e piena di vergogna, così copre
le sue macchie con spessi strati di fondotinta. Sarà proprio uno stupito Aibek
che non conosce il sentimento del pudore a spingerla a non nasconderle più. Osare
e superare i nostri limiti e le nostre resistenze può cambiare i nostri orizzonti.
I granelli di luce che “gli accenditori” spostano per illuminare la
luna, diventano simbolo di riscoperta, di cambiamento, di una visione nuova del
mondo e delle sue ombre: imparare ad accettarci per come siamo, imparare a
superare i limiti… Accende un granello di luce.
Evidente l’impronta della formazione attoriale, e soprattutto teatrale dell’autore sullo stile
impostato in capitoli brevi e incisi “fuori campo”. La narrazione è fresca, lo
stile è semplice ma mai banale.
Un esordio letterario che ci regala una favola senza tempo e senza età,
una fiaba romantica per chi non vuole smettere di sognare.
"Il futuro deve essere lo sguardo d'amore di chi verrà a trovarti senza che tu lo debba aspettare"
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