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Recensione: Come delfini tra Pescecani di Francois Morlupi

 

COME DELFINI TRA PESCECANI 


                                                                   di Francois Morlupi




Prezzo:
 €  16.00 | Ebook: € 8.99 |
Pagine: 416  | Genere: giallo investigativo  |
Editore: Salani  |  
Data di pubblicazione: 29 Aprile 2021

Trama
È un ottimo poliziotto, il commissario Ansaldi, anche se da tempo immemore soffre di ipocondria e di attacchi d'ansia che rendono complicate anche le attività più semplici, nella vita come nel lavoro. Per fortuna il quartiere al quale è stato assegnato, Monteverde, è un'oasi di pace nel caos della capitale: un posto tranquillo, dove non succede mai niente. Forse è per questo che sotto il suo comando sono stati destinati altri quattro soggetti "particolari", come ad esempio Eugénie Loy, il suo braccio destro, che soffre di un disturbo antisociale della personalità che la rende apparentemente insensibile, una "portatrice sana di disperazione" come la definiscono i colleghi, che però riconoscono in lei ottime doti investigative. Sono così, i Cinque di Monteverde: uomini e donne alle prese con le loro debolezze, ma capaci, insieme, di trasformarle in forza. Un venerdì pomeriggio, un ultraottantenne vedovo e solitario viene trovato senza vita nel proprio appartamento, con un cappio al collo. Si direbbe un caso facile, il classico suicidio. Ma qualcosa non quadra ad Ansaldi e ai suoi, e quel piccolo dubbio si trasforma, nel volgere di pochi giorni, in un'indagine che turberà non solo la quiete di Monteverde ma anche le stanze della politica. Demolendo con sarcasmo graffiante lo stereotipo del poliziotto supereroe, Morlupi ha saputo dare un volto credibile a chi per mestiere affronta il crimine, alternando intuizioni fulminee a epiche figuracce.


IL MIO PENSIERO SUL LIBRO

Amo leggere il genere giallo investigativo ma spesso rimango delusa dallo stereotipo del protagonista:  belloccio, molto intelligente e con un fisico perfetto.
E invece ciò che mi ha fatto innamorare sin dalla prima pagina di questo libro è proprio la particolare personalità e la fisicità non troppo perfetta del  Commissario Biagio Maria Ansaldi.
Grasso, ansioso, ipocondriaco ma sensibile all'arte e conscio delle sue problematiche, è la colonna portante di tutta la trama che  risulta essere ben congeniata e originale.
Un venerdì pomeriggio, un anziano viene trovato impiccato nella sua casa, sembra essersi tolto la vita visto il suo passato costellato da perdite affettive e solitudine, ma per Eugene Loy, la vice di Ansaldi, tutto è troppo perfetto per essere classificato come suicidio.
La sua intuizione in pochi giorni si trasforma in un' indagine che costringerà il Commissario Ansaldi e la sua squadra ad indagare in mille direzioni fino a trovare il filo conduttore che li porterà a scoprire vecchi e nuovi segreti.
Biagio Maria Ansaldi comanda il commissariato di Monteverde, il suo braccio destro è Eugene Loy asociale e fredda come il ghiaccio, in squadra con loro ci sono i "Ringo Boys " Leoncini e Di Chiara e Alerami, giovane e promettente poliziotta.
Sono tutti personaggi ben delineati, ognuno con caratteristiche peculiari diverse che li rendono tridimensionali.
Eugene Loy è asociale, ha modi rudi e all'apparenza è una maschera di ghiaccio, ma dentro di lei si agitano emozioni non ben identificate che la rendono un personaggio con una potenzialità narrativa sorprendente.
Leoncini è un bell'uomo di colore che attira sovente gli sguardi femminili, e in passato poche sono sfuggite al suo fascino, ma ora è innamorato e cerca in ogni modo di tenere a bada la sua propensione alla conquista.
Di Chiara è un appassionato di calcio, non perfettamente in forma e privo del fascino del collega, innamorato da tempo di Alerami, sogna ad occhi aperti di conquistarla.
Alerami è una giovane poliziotta bella, intelligente e con una spiccata ammirazione per i modi spiccioli e la puntigliosità di Eugene nel condurre le indagini.
La lettura è scorrevole e piacevole, lo stile è chiaro, dinamico e ironico, quando serve introspettivo, così da mettere in evidenza i pensieri e i sentimenti di ogni singolo membro della squadra.
Descrizioni e dialoghi si alternano in maniera armonica, dando così ritmo alla lettura e profondità alla storia.
Ben descritta e visibile l'ambientazione, si avverte il nervosismo per il traffico, la sorprendente bellezza che esplode negli occhi di chi passa, anche solo per alcuni attimi, davanti agli antichi monumenti capitolini, la sottile ironia canzonatoria e la febbre sfrenata per il derby che fagocita i pensieri di molti romani.
Bello e insolito il finale che lascia il lettore sorpreso, soprattutto dalle motivazioni.
quattrocentosedici pagine che sono volate via in due giorni, lasciandomi con la voglia di conoscere il prossimo caso del Commissario Ansaldi e della sua squadra.
Da leggere in ogni stagione, bevendo una tisana calmante per contenere l'ansia di Ansaldi e mangiando pizza e supplì per sostenere le performance calcistiche di Di Chiara.
Consigliato agli amanti del genere e a chi è alla ricerca di un antieroe simpatico e sensibile.






































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