RECENSIONE: IL FALCO DI SVEVA CASATI MODIGNANI
Prezzo: 19,90 € | Ebook: 10,99 € |
Data di pubblicazione: 13 ottobre 2020
Giulietta Brenna vedova serena, donna brillante alla soglia dei sessant’anni, si imbatte per caso in un articolo di giornale che celebra i successi imprenditoriali di Rocco Di Falco, magnate dell’industria degli occhiali, a Milano e nel mondo. L’immagine che lo immortala fiero sulle pagine del quotidiano la riporta indietro nel tempo e la scaraventa in un passato lontano che aveva tentato, invano, di dimenticare. Dal canto suo Rocco, rapace e geniale nel business, è incauto e irrequieto nella vita sentimentale, e dopo quarant’anni il suo unico vero amore di gioventù, perduto per uno stupido errore, continua a riaffacciarsi al cuore. E se è vero che la vita è imprevedibile e che gli amori veri fanno giri strani, sarà il caso a scombinare il mazzo e a offrire loro nuove carte tutte da giocare.
“Quanti misfatti ci fa compiere la vita, nel nome del perbenismo?”
Dalla penna di una delle firme più amate della narrativa
contemporanea, “Il falco” è delicato, riflessivo, indolente, come il dondolio
di un’amaca nella brezza, come una carezza gentile che conforta e solletica.
Con il solito espediente narrativo dei flashback, la Casati
Modignani fa in modo che un evento o un aneddoto facciano da trigger, sbloccando
la memoria dei protagonisti che iniziano a ricordare o raccontare, rendendo
così i lettori partecipi di una storia che si snoda a poco a poco, e rivelando
segreti e particolari sospesi, in una coreografia studiata in equilibrio tra passato
e presente, tra storie di personaggi diversi.
I personaggi sono numerosissimi, ma ben caratterizzati e ben inseriti nella storia, tuttavia i dialoghi sono un po’ improbabili e a volte troppo costruiti, finti e poco aderenti alla realtà, così da mantenere quell’alone emozionale tipico dei suoi romanzi. Giulietta non suscita affetto immediato: è spigolosa, a volte maleducata e brusca, ed è soltanto scoprendo le difficoltà che ha incontrato nella vita che si impara ad apprezzarla un po’ di più, ma sempre con qualche riserva. Rocco, al contrario, il businessman circondato dal denaro e dal lusso è rispettoso e amabile, anche se emotivamente un po’ ingenuo.
Il romanzo procede senza (grandi) scossoni narrativi, rotola
verso il finale, sebbene alcuni (piccoli) colpi di scena contribuiscano a rendere
appassionante la storia, che rimane tuttavia piuttosto prevedibile, ma allo
stesso modo piacevole.
Purtroppo è un po’ approssimativo su alcuni aspetti tecnici:
probabilmente l’autrice può concedersi la licenza poetica di non approfondire
alcuni argomenti prima di scriverne, dando spazio solo alle emozioni e ai
sentimenti che si dilatano fino a occupare tutto lo spazio, peccando così un
po’ di superficialità, che, insieme all’utilizzo di qualche parola desueta, lo
fanno sembrare un romanzo d’altri tempi.
Un libro sullo scorrere del tempo che diventa pilastro della storia. Una riflessione profonda su amore, desiderio, tradimenti, passione, rimorsi e rimpianti, sulle scelte che facciamo nella nostra vita e come esse la influenzano. Sull’amore vero che resiste oltre i confini del tempo e dello spazio, attraverso le difficoltà e il dolore.
“Vedi, ognuno di noi vorrebbe poter riscrivere la propria
vita. Tu che vita vorresti?”
Rocco e Giulietta hanno quarant’anni di vita da raccontarsi,
non senza difficoltà e reticenze, ma rivelare segreti e svelare bugie sarà sicuramente
liberatorio e permetterà loro di riconoscersi e comprendersi poco alla
volta.
Perché, esiste forse un tempo per amare? Secondo la nostra
autrice, l’amore non ha limiti, quello che conta e non lasciarsi vivere, ma
lottare sempre per ciò in cui crediamo. Sbagliare è umano e inevitabile, ma non
lasciarsi scoraggiare dagli errori è la chiave. Così come è vero che con
determinazione, impegno e capacità è possibile ottenere grandi risultati.
“La vita ci presenta sempre il conto dei nostri errori”
Ho deciso di leggere “Il falco” perché Sveva Casati Modignani
è (era?!) una dei miei scrittori preferiti, ho letto una buona parte dei suoi
romanzi, ma con questo ho avuto qualche difficoltà. Non so se sono io ad essere
cambiata o lo è il suo stile, ma l’ho trovato a tratti un po’ banale e
stucchevole e ricco di troppi luoghi comuni, molto lontano da altri suoi titoli
precedenti intensi ed emozionanti: anche se conserva la struttura solida e
l’intreccio articolato dei salti temporali che fanno entrare nella storia un
po’ alla volta, manca un po’ di mordente ed è un po’ fiacco e c’è qualche
pubblicità di troppo…
In ogni caso una lettura piacevole e spensierata, che stimola
anche qualche riflessione profonda.
Chissà se gli occhiali sono una metafora sul guardare meglio il futuro e soprattutto con occhi diversi il passato... Potrebbe essere una chiave di lettura, no?!
Ringrazio Sperling & Kupfer per la copia cartacea del romanzo.
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