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Recensione: Il giro di chiave di Ruth Ware

 


Iniziamo il mese di luglio con un thriller mozzafiato, il nuovo incredibile lavoro di Ruth Ware da oggi in libreria e negli store online per Corbaccio: Il giro di chiave.

IL GIRO DI CHIAVE


                                                                   di Ruth Ware



Prezzo: € 16,90  | Ebook: € 9,99  |
Pagine: 348  | Genere: Thriller  |
Editore:  Corbaccio |  Data di pubblicazione: 1 Luglio

Trama

L’occhio le era caduto sull’annuncio mentre stava pensando a tutt’altro, ma le era sembrata un’opportunità troppo interessante per non approfittarne: babysitter a tempo pieno, ottimo stipendio alloggio compreso. E quando Rowan Caine arriva a Heatherbrae House resta assolutamente incantata di fronte a una villa splendida, modernissima, incastonata nel meraviglioso paesaggio delle Highlands scozzesi e abitata da quella che sembra essere una famiglia perfetta. Quello che non sa è che sta per trovarsi dentro a un incubo folle, che finirà con una bambina morta e lei in prigione accusata del suo omicidio. Nella lunga lettera che scrive al proprio avvocato Rowan cerca di ricostruire passo passo gli eventi che l’hanno condotta fin lì. Non si trattava solo della casa, con l’impianto di sorveglianza attivo ovunque ventiquattr’ore al giorno, i controlli in remoto che inspiegabilmente facevano risuonare la musica a tutto volume nel cuore della notte o accendevano le luci all’improvviso. E nemmeno delle bambine, molto diverse dalle figlie modello che le erano parse a prima vista. E nemmeno il fatto che sia stata lasciata sola per settimane intere a prendersi cura di loro, senza nessun altro adulto vicino, a parte Jack Grant, una figura inquietante. Era tutto l'insieme. Sapeva di aver commesso degli errori, di aver mentito pur di avere il posto, e di non essersi sempre comportata nella maniera migliore con le bambine. Insomma, sa di non essere innocente. Ma sa di non essere colpevole. Quantomeno di omicidio. Il che significa che è stato qualcun altro…


IL MIO PENSIERO SUL LIBRO

Non leggo mai Thriller, sono cresciuta leggendo Agatha Christie e tendo sempre a paragonare tutti i libri di questo genere ai suoi, ma Ruth Ware è tutta un'altra cosa, mi sono innamorata della sua scrittura nel lontano 2015 quando Corbaccio pubblicò L'invito e da allora ho letto tutti i libri che sono stati pubblicati in Italia...
Una cosa che amo della Ware è che le sue storie non sono mai scontate, il suo stile mi ricorda moltissimo la Christie, non è uguale, ma ha quella capacità di confondere le idee del lettore, fargli fare giri immensi con la mente, incatenarlo alle pagine del libro e fargli sospettare di chiunque, soprattutto del protagonista...
Il giro di chiave come sempre accade con i libri della Ware ha catturato la mia attenzione fin dalle prime pagine, il modo in cui l'autrice ha deciso di raccontare la storia ovvero facendo fare un viaggio a ritroso nei suoi ricordi alla protagonista, spingendola attraverso una lettera a un avvocato a rivivere in maniera più lucida tutti gli avvenimenti in cui si è trovata coinvolta da quando ha iniziato il suo lavoro di bambinaia fino alla tragedia che le ha sconvolto la vita.
La storia viene raccontata dal punto di vista di Rowan, una ragazza di 27 anni che molla la sua vita a Londra per trasferirsi in una casa sperduta nella brughiera scozzese per fare da bambinaia a tre bimbe di 8 e 5 anni e 18 mesi, ritrovandosi da sola a gestirle e scoprendo che forse i genitori non sono stati proprio sinceri sulle loro figlie e sulla loro famiglia in generale..
Fin da subito ho avuto l'impressione ci fossero troppe cose non dette sia da parte della famiglia in cui va a lavorare Rowan sia da Rowan stessa, pagina dopo pagina sentivo che qualcosa non andava, ma senza mai riuscire a capire cosa...
La Ware ha la grande capacità di insinuare il dubbio nel lettore, gioca con lui come il gatto con il topo, gli lascia indizi disseminati qua e là, ma mai abbastanza chiari da svelare la verità: ogni libro della Ware è come una partita di poker con un giocatore professionista, che sa come bleffare e ingannare senza mai svelare le sue carte e le sue intenzioni e il lettore senza nemmeno rendersene conto finisce nella trappola della Ware, che lo distrae, fa si che non capisca quale sia la verità e chi naturalmente il colpevole.
Un'altra caratteristica di questa incredibile autrice è il riuscire a descrivere alcune situazioni in maniera talmente accurata che riesce a far venire la pelle d'oca al lettore, più di una volta leggendo Il giro di chiave mi son sentita pervadere dalla paura, ho percepito il panico di Rowan e anche il suo disagio.
Il giro di chiave è un thriller incredibile, la valutazione che ho dato non gli rende giustizia, se fosse un esame universitario si meriterebbe un 30 e lode con tanto di stretta di mano, perché è il classico libro che si legge senza mai interrompersi, con il fiato sospeso e l'attenzione sempre alle stelle: il coinvolgimento del lettore è totale, le descrizioni precise e minuziose dei luoghi, delle situazioni e anche degli stessi personaggi rendono la storia incredibilmente realistica e prende vita nella mente del lettore, che fino alla fine non riesce a venire a capo di un mistero che più si va avanti più si infittisce.
Il finale mi ha letteralmente spiazzata, è stato inaspettato e mi ha strappato un sorriso compiaciuto, perché è stata l'ennesima conferma che Ruth Ware è la regina del Thriller!






Commenti

  1. Ciao Roberta, tu hai capito il finale del libro? Alla fine Rachel è stata scarcerata? O ha nascosto la verità per proteggere la bambina?

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