[REVIEW PARTY]: QUELLI CHE UCCIDONO DI ANGELA MARSONS
È passato da poco il Natale, quando qualcuno abbandona un bambino alla centrale di polizia di Halesowen. Sembra in salute, è pulito e ben coperto ed è la detective Stone a trovarlo, quindi incaricata – suo malgrado – di occuparsene fino all’intervento degli assistenti sociali. Nel frattempo, una prostituta uccisa brutalmente nel quartiere più malfamato della città rivendica la verità, e la squadra al completo si mette al lavoro, per trovarla. Tuttavia Kelly Rowe sarà solo la prima delle vittime che terranno impegnati gli agenti di Kim per lunghi giorni e lunghe notti. E come se non fosse abbastanza, durante le indagini, si imbattono nella madre preoccupata di un’adolescente scomparsa. Tre diversi casi, piste che si intrecciano e si allontanano e che metteranno ancora una volta alla prova la detective Stone e la sua squadra.
Nono capitolo della serie della detective Stone, in uscita oggi, e ancora una volta Angela Marsons non delude, con il suo ritmo incalzante e la trama ricca di suspence, dove il percorso investigativo è ben costruito e tiene il lettore incollato alle pagine, vittima della propria incontenibile adrenalina.
Vi ritroviamo la squadra al completo e alcune situazioni
ereditate dai romanzi precedenti, con richiami e riferimenti, che però riguardano
solamente le vite dei protagonisti, senza che tuttavia questo crei difficoltà
alla comprensione della storia attuale a chi non dovesse averli letti. E ancora
ci sono allusioni alla vita della Stone che “da giovane aveva mostrato una
propensione alla dipendenza e all’autodistruzione”, senza esserne del tutto
guarita, con la sua propensione a sfiorare il limite delle rigide regole
imposte dal capo Woody e più in generale dalla legge e dall’etica, senza
perdere la fiducia e il rispetto dei suoi agenti, che non ne mettono mai in
discussione gli ordini e le capacità, in un rapporto che in alcuni casi
trascende i ruoli imposti dalla gerarchia lavorativa.
Uno stile scorrevole ed essenziale, tipicamente britannico, poco
descrittivo, ma quel tanto che basta per calarsi nella storia, capitoli brevi e
rapidi, dialoghi perfettamente contestualizzati.
Intricato come la tela di un ragno, un ginepraio di
personaggi e indizi, dove apparentemente tutti sono in qualche modo coinvolti e
legati, e dove anche i diversi casi corrono paralleli, quasi fino a toccarsi,
sembrando a tratti fare parte di un unico grande puzzle iniziato da punti
diversi, dove i dettagli sono svelati a poco a poco.
In “Quelli che uccidono” Kim Stone e la sua squadra scendono
ancora più a fondo del solito nel fango dell’animo umano, sguazzando nella
perversione di delinquenti senza scrupoli, nel degrado e nell’emarginazione,
portando a galla un mondo di abusi, sfruttamento e violenza. La stessa autrice,
in una nota al termine del romanzo, rivela come la trama poliziesca sia un
pretesto denunciare una realtà drammatica che inquina ancora i nostri Paesi: l’adescamento
di minori in rete, la prigionia e le nuove forme di schiavitù, l’immigrazione
illegale e il mercato del sesso.
Paura, terrore, solitudine, inganno, ingenuità, condanna, disperazione,
rassegnazione: sono solo alcuni dei sentimenti che questo romanzo ci racconta.
Il finale a sorpresa segna il goal della vittoria, degna
conclusione di un thriller che ti tiene dall’inizio alla fine col fiato sospeso.
Ma che ve lo dico a fare?!
Leggetelo!!
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