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[Review Party] Il sovrano della notte (Ciclo della Terra piatta #1) di Tanith Lee

IL SOVRANO DELLA NOTTE (CICLO DELLA TERRA PIATTA #1).


IL SOVRANO DELLA NOTTE (CICLO DELLA TERRA PIATTA #1)
di Tanith Lee

Prezzo: € 28,00 | Ebook: € 14,99
Pagine: 804 | Genere: High Fantasy
Editore: Mondadori Oscar Vault| Data di pubblicazione: 23 Novembre 2021

TRAMA
In dialogo con i capisaldi della letteratura fantastica di tutti i tempi, il "Ciclo della Terra Piatt" (di cui la trilogia qui presentata costituisce l'inizio) ripropone la narrazione di vicende non scontate, ispirate a una sintesi tra modelli prestigiosi quali le leggende della tradizione romantica e le novelle orientali nello stile delle "Mille e una notte". Le "storie concentriche" della Lee, con i loro vari protagonisti - divini o demoniaci, mortali o immortali - trasferiscono fin dai loro esordi lettrici e lettori nel regno dell'epos e delle fiabe, in cui l'amore implica insospettate crudeltà e la discesa nel regno dei morti può anche ammettere il ritorno tra i vivi.
 
IL MIO PENSIERO SUL LIBRO.

Precursore di un modello narrativo intricato, affascinante e propriamente fiabesco, Le mille e una notte rappresenta uno degli esempi più celebri e riusciti di metanarrazione: al suo interno, infatti, racconti disposti in maniera concentrica si susseguono più o meno freneticamente fino chiudersi su loro stessi, ritornando all’origine di tutto, la voce di Shahrazād. Diversi autori, nel corso del tempo, anche in ambito fumettistico, hanno tratto ispirazione dall’archetipo proposto dall’opera orientale e a suo modo anche Tanith Lee ne è espressione. 

Scrittrice inglese dedicatasi in particolar modo alla narrativa fantastica, fantascientifica e dell’orrore, Tanith Lee vanta all’attivo un numero considerevole di romanzi e racconti, che le sono valsi, negli anni, diversi e notevoli riconoscimenti letterari, come il World Fantasy Award ottenuto per ben due volte nella categoria “miglior racconto” ed in seguito alla carriera. Tales from the Flat Earth, il Ciclo della Terra Piatta, rappresenta ancora oggi una delle sue creazioni di maggior successo, che ha visto la luce per la prima volta nel 1978 con il primo volume, Night’s Master, Il sovrano della notte, di quella che sarebbe stata una serie rivoluzionaria. 

Di formazione antologica, composta cioè da racconti perfettamente godibili singolarmente, ma comunque legati tra loro da un sottile filo rosso, talvolta individuato in un personaggio o in un oggetto piuttosto che in luogo tutti riconducibili di volta in volta al sovrano delle tenebre attorno a cui ruota la narrazione, la saga è stata riproposta da Mondadori nella collana Draghi, in un volume unico arricchito da finiture estetiche impeccabili. 

Al centro del Sottomondo, Regno degli Inferi, sorge Druhim Vanashta, la città cupa, immutabile e incolore in cui Vazdru, Eshva e Drin dimorano al cospetto di Azhrarn, Principe dei Demoni, conosciuto anche come Sovrano delle Tenebre o della Notte, Portatore di Angoscia, Ali d’Aquila, il Bello o più semplicemente l’innominabile. Di aspetto, bellezza, regalità e capacità differenti, le tre specie di demoni condividono, però, l’obiettivo: l’eterna conquista del favore del proprio Signore. All’apparenza crudele e vanitoso, conscio del proprio illimitato potere e di quel feroce fascino a cui nessuna creatura esistente potrà mai essere in grado di resistere, di una cosa Azhrarn non riesce mai a privarsi: l’amore e l’adorazione degli uomini. Fulcro del fuoco che alimenta il suo spirito, attraverso inganni, sotterfugi e perversi incantesimi la divinità con essi gioca e di essi si burla finendo al contempo per mettere a nudo se stesso.

Inaspettato e bizzarro, il mondo creato da Tanith Lee ha la grande capacità di sorprendere ed essere meraviglioso anche là dove a troneggiare non vi è altro che oscurità. Cupo e affascinante, all’interno dei racconti che si collegano contestualmente l’uno all’altro grazie ad alcuni dettagli, Il Sovrano della Notte è un volume complesso, articolato e ricco di elementi più o meno fondamentali che tassello dopo tassello troveranno la propria dimensione ideale. 

La componente fantastica del racconto è in maniera chiara e netta quella predominante: tra creature divine, eleganti trasformazioni e incantesimi frutto di un’arcana e seducente magia, il lettore viene letteralmente travolto da quanto di più strano, ammaliante e interessante abbia mai letto, nonostante un disorientamento iniziale dato da uno stile apparentemente ampolloso, superfluo a tratti, ma avvolto da una poetica che solo nel corso della lettura svelerà tutte le sue capacità. Oltremodo evocativa, infatti, è proprio la scrittura dell’autrice inglese a contraddistinguersi in una babilonia di nomi, luoghi, ed epiteti che diverranno via via sempre più familiari e confortevoli.

Ordinari, pur nella loro stravaganza, esattamente come i temi trattati all’interno di ogni narrazione, che ripropone il contrasto tra l’uomo e le divinità, alle prese con l’avarizia, la cupidigia, l’ira e la superbia di un mondo che nei caratteri fondanti non si distingue troppo da quello che conosciamo e abitiamo oggigiorno, con una chiave di lettura, però, sempre differente e soggetta ad un’immedesimazione senza precedenti. Così, la brama d’amore di un essere mortale diviene la medesima di quella di un Dio, la fame di potere ne conosce uguale intensità e la sete di gloria attinge dallo stesso calice: fallibile è l’uno così come fallace si dimostra essere anche l’altro.

Il tutto viene enfatizzato senza mai essere volgare o fuori luogo da una carica erotica ed emotiva profonda e mai offensiva. Grottesca forse, dalle fattezze inimmaginabili, quasi chimeriche, ma non per questo priva di un fascino e una forza straordinaria che contribuisce a ricreare una caratterizzazione dei personaggi in parte poco approfondita, ma abile a lasciare intatto quel mistero che Tanith Lee è stata in grado di elevare a capolavoro.



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