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Recensione: Baruch Spinoza - il passo del clandestino di Mimma Leone

 


 BARUCH SPINOZA - IL PASSO DEL CLANDESTINO



                                                                   di Mimma Leone




Prezzo: 
19,00 €  | Ebook: 6,29 € |
Pagine192 | Genere: Biografia |
Editore: Graphofeel  
Data di pubblicazione: 23 settembre 2021


Trama


La biografia romanzata di Baruch Spinoza, ebreo olandese proveniente da una famiglia costretta a convertirsi al cristianesimo. Il compito che si assume Spinoza nella filosofia del Seicento è quello di modificare il corso della verità, alla luce della ragione moderna e dell’amore per la libertà. Nel racconto di Mimma Leone il grande filosofo appare in tutta la sua complessa ricerca di legami tra pensieri ed eventi, tra incontri con alchimisti e scienziati, tra bisogno di speculazione filosofica e necessità quotidiane. Un ritratto vivace ed inedito per accostarsi con semplicità ad uno dei personaggi più amati del XVII secolo.


IL MIO PENSIERO SUL LIBRO

Baruch Spinoza non è mai stato il mio filosofo preferito, lo confesso, al liceo ho studiato il suo pensiero ma della sua vita non ne sapevo nulla, almeno fino a qualche giorno fa, quando mi sono cimentata nella lettura di questa bella biografia e ho scoperto un uomo solo, emarginato a causa delle  proprie idee, dei suoi ragionamenti, dei suoi pensieri  che fieramente continua a sostenere nonostante un attentato alla vita e varie discriminazioni.

Baruch, anzi  Benedictus come desidera farsi chiamare, proviene da una famiglia ebrea costretta a convertirsi al cristianesimo.

Vive ad Amsterdam con le sorelle che lo venerano, mentre il padre lo sprona continuamente a lasciar perdere i suoi troppi pensieri e a intraprendere una via diversa.

Baruch non lo ascolta, è troppo preso dalla natura e dalla radice dei suoi pensieri che continua a scrivere, sperando di essere capito.

Ma un giorno un gruppo di uomini bussa alla sua porta e lo trascina in sinagoga, dove viene scomunicato e maledetto; da quel momento la vita di Baruch cambierà drasticamente portandolo prima a uscire dalla casa del padre e a rifugiarsi in casa di un conoscente e poi, dopo varie vicissitudini a trasferirsi in altro luogo.

Ha pochi amici, la filosofia è la sua unica ragione di vita, una vita semplice, priva di comodità poiché lui segue il pensiero di Seneca, che afferma che il cibo deve essere semplice, come tutto ciò che si usa deve essere pratico e non bello.

Ma tutte queste privazioni, unite alla polvere di vetro  che continua a respirare fabbricando lenti lo fa ammalare gravemente e purtroppo la sua vita si spegnerà nella completa solitudine.

La lettura è scorrevole, lo stile chiaro, a tratti introspettivo, si comprende il pensiero del protagonista anche attraverso le lettere che scrive agli amici.

L’ambientazione fa da cornice alla storia rimanendo giustamente marginale.

Un libro che ho letto piacevolmente e con il quale sono tornata a riappacificarmi con un filosofo che in passato non avevo apprezzato come meritava.

Da leggere con la mente libera, sorseggiando una tisana e prendendosi tutto il tempo necessario.

Consigliato a chi vuole avvicinarsi al pensiero filosofico di Spinoza e a tutti coloro che sono curiosi di scoprire la sua vita.












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