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RECENSIONE: IL BOSCO DI LA' DI LORENZO MARONE

 


 IL BOSCO DI LA'



                                                                   di Lorenzo Marone



Prezzo:
16 €  | Ebook: 5,99€ |
Pagine: 136 | Genere: Racconto lungo  |
Editore:  Aboca (Collana "Il bosco degli scrittori") 
Data di pubblicazione: 9 settembre 2021


Trama
Matteuccia porta con sé un segreto e sul corpo ormai vecchio ha cucite le cattiverie della gente, come tante punture di spillo. Ha passato gli anni dell'amore a fare la guerra, insieme a sua madre Angelina e all'amata amica Gentile. È stata partigiana per necessità più che per scelta, ha fatto parte di quella generazione per la quale compiere il proprio dovere val più di qualsiasi atto d'eroismo. Era staffetta, portava agli uomini nel bosco viveri, medicinali, armi, comunicazioni, ma non s'era mai sentita guerriera, vedeva le cose a modo suo. Alla fine del conflitto non ha più trovato la voce e s'è ritirata dal mondo degli uomini, preferendo andar dietro l'invisibile. Sin da bambina ha imparato a conversare con il vento e il temporale e nei momenti di stanca torna a rifugiarsi sotto la grande quercia, nel bosco di là, come lo chiamano quelli del paese, che la considerano una comunista, una femminista, una matta, perché ormai in pochi si ricordano del passato che si porta dietro. Quel passato che le ha tolto la parola e la segue come un'ombra scura da una vita intera. Quel passato che ora è venuto a presentare il conto.
  

IL MIO PENSIERO SUL LIBRO

Un nuovo personaggio femminile per Lorenzo Marone che ci regala un racconto musicale come il sussurro del vento tra le fronde degli alberi. Una scrittura delicata, quasi onirica, fantasiosa quanto basta a darle quel pizzico di favola ma dai temi profondi: la guerra, il fascismo e la resistenza, l’emarginazione e la paura del diverso, l’amicizia, la solitudine, il coraggio, ma anche la disperazione e il dolore sepolto, nascosto, profondo. Sono pochi i dialoghi, e questo contribuisce a dargli un profumo di poesia.

Due piani temporali che si alternano, flashback e memorie di un passato lontano che si mescola al presente, una ragazza povera e silenziosa che rinuncia alla voce e si nasconde nel bosco per diventare una vecchia emarginata, stramba ma innocua incapace di odiare ma che la gente del paese chiama strega, o matta. Ma cos’è poi la pazzia? È paura del diverso, chiusura mentale: “alcuni sono detti matti per persuadere gli altri d’esser normali”.

Lo stigma della malattia mentale è un elemento focale della storia: Matteuccia nasconde nel silenzio un segreto, un dolore che ha radici nel passato e rami nel presente e la “difficoltà del vivere senza amore” ed è solo una vittima mentre pettegolezzi, dicerie e voci con malvagità e cattiveria la giudicano da lontano poiché “la vita e le angherie subite l’avevan fatta matta”.

Del resto nonna Brunina le dice spesso che “la cattiveria è degli sciocchi, degli invidiosi e dei paurosi”.

Si rifugia nel bosco, Matteuccia, e sensibilità e rispetto per la natura, derivanti forse dalle abitudini contadine, le tornano indietro dalla terra con protezione e asilo: gli elementi naturali assumono aspetto antropomorfo, così come personaggi di credenze popolari e leggende, che popolano la storia di Magia.

Il bosco di là, come lo chiamano gli abitanti, diventa quindi rifugio metaforico e reale, dove Matteuccia si nasconde dal mondo e dai ricordi dolorosi che può confidare solo alla natura e dove riesce a ritrovare la pace.

In gioventù diventa staffetta partigiana “più per esigenza più che per scelta”, non c’è desiderio di lotta nel suo cuore, solo l’amore per suo padre, nascosto nel bosco, a differenza dell’amica del cuore Gentile, bella e coraggiosa che lotta per la libertà.

Commovente e malinconico, agrodolce e intenso, si leggerebbe in poco tempo per la brevità, ma occorre un po’ di concentrazione in alcuni passaggi un po’ troppo fantasiosi che meritano qualche attenzione in più. 
















Ringrazio la Casa Editrice per la copia cartacea del romanzo

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