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Recensione [Fumetti/Graphic Novel]: Buzzkill - Il potere dell'ebbrezza di Donny Cates, Mark Reznicek e Geoff Shaw

BUZZKILL - Il potere dell'ebbrezza


Buzzkill - Il potere dell'ebbrezza
di Donny Cates, Mark Reznicek e Geoff Shaw

Prezzo: € 19,00 | cartonato
Pagine: 104 a colori | Genere: Fantascienza, supereroi
Editore: SaldaPress | Data di pubblicazione: 1 Aprile 2021

TRAMA
Ruben è un supereroe assolutamente non convenzionale dato che i suoi poteri derivano dal consumo di alcol e droghe illegali. Ma un giorno, di fronte a una minaccia in grado di porre fine al mondo, Ruben beve così tanto da svenire. Quando si riprende, scopre di aver salvato il mondo, ma non ha assolutamente idea di come abbia fatto né ricorda il perché. E così, anche se ciò significa rinunciare ai suoi super poteri, Ruben decide di iniziare un percorso di disintossicazione. Una scelta questa che lo aiuterà a mettere insieme non solo gli eventi di quel blackout ma anche i frantumi della sua vita di alcolizzato e tossicodipendente.

IL MIO PENSIERO.

È già stato raccontato tutto dei supereroi? In un mondo ormai saturo di storie che vedono contrapporsi buoni e cattivi dotati dei più diversi poteri soprannaturali, non è davvero rimasto più nulla da lasciare in balia della più sfrenata fantasia? Il quasi totale monopolio che le grandi etichette Marvel e DC esercitano in fumetteria e al cinema (la prima in maniera molto più pronunciata rispetto alla seconda in questo ambito) porterebbe, forse, ad affermare di sì, se non fosse per il genio e l’estro di Donny Cates che ci mostra nuovamente come degli eroi superdotati resti ancora molto da scoprire. 

Insieme a Mark Reznicek e Geoff Shaw, ormai suo fidato disegnatore e collaboratore (God Country, The Paybacks, Crossover, riconducibili tutti al medesimo universo narrativo), Cates dona nuova linfa all’intero cosmo supereroistico mettendo in atto con Buzzkill – Il potere dell’ebbrezza una rilettura della figura dell’eroe, seppur lasciandolo alle prese con tutti quei conflitti interiori che fanno dell’anima il luogo oscuro e tormentato contro cui combattere a tutti i costi per eccellenza.

Affetto da dipendenza da alcool, droghe e sostanze psicoattive, Ruben, nome fittizio che lo stesso protagonista crea per non rivelare la propria identità, sembra ormai intenzionato a cercare aiuto attraverso un gruppo di sostegno creato con lo scopo di far trovare ai suoi partecipanti una strada da percorrere per tentare di mettere fine ai propri problemi. Già di per sé ardui e non privi di ostacoli, i dodici passi necessari per il superamento definitivo della dipendenza per Ruben vengono però aggravati da un dettaglio che il ragazzo ha dovuto necessariamente tenere nascosto: sono proprio quelle stesse sostanze in grado di alterare il suo stato fisico ed emotivo la fonte segreta dei suoi poteri. Senza di esse tutto ciò che lo identifica come supereroe smetterebbe di esistere. E quando i suoi nemici si ripresentano alla sua porta qualsiasi sforzo di ritrovare se stesso e di fare ammenda con le persone a lui care potrebbe risultare vano. Come conciliare due aspetti così agli antipodi allora? Essere un supereroe a queste condizioni è davvero impossibile?

È questo dualismo a permeare fortemente l’intera narrazione e non solo per quel che riguarda l’avanzamento della trama e degli eventi in sé e per sé, ma anche e soprattutto in riferimento alle tecniche narrative che Cates, Reznicek e Shaw, quest’ultimo attraverso il disegno, hanno deciso di applicare al loro Buzzkill. Introspezione e dinamicità, infatti, sono i due tratti distintivi del fumetto: se da una parte non mancano tutte quelle caratteristiche tipiche del racconto supereroistico, quali scazzottate, sangue e distruzioni, che contribuiscono a mantenerne concitato il ritmo; dall’altra è il viaggio all’interno dei pensieri e della coscienza del protagonista a costituire una buona percentuale dell’ossatura della sceneggiatura.  

Tramite la volontà di Ruben di disintossicarsi il lettore diviene spettatore delle sue vicende passate, che si intrecciano al tempo presente della storia, di ciò che l’ha portato a trasformarsi nel se stesso attuale e del dolore provocato e subito a causa di quegli stessi superpoteri, senza però perdere mai l’attenzione o l’interesse sulla narrazione. Sebbene dunque fabula e intreccio non coincidano, il ritmo della lettura non viene spezzato, on si assiste a cali più o meno drastici nella descrizione degli avvenimenti: al contrario, gli autori ottengono l’effetto (probabilmente desiderato) opposto. La curiosità del lettore diventa così sempre più famelica andando ad acuire anche il suo coinvolgimento emotivo.

Impossibile, infatti, non empatizzare con il protagonista di Buzzkill fin dalle prime pagine: il suo desiderio di rivalsa e di riprendere in mano la propria vita in maniera definitiva colpisce subito per l’intensità con cui viene rappresentato. Cates e Shaw non risparmiano al lettore la durezza e la difficoltà dell’affrontare il percorso di disintossicazione, specchio di ciò che si prova nell’Io più profondo, e tutto ciò che ne consegue, non tralasciando nemmeno una singola emozione. Le relazioni umane, allora, si ergono a colonna portante del fumetto, che trova però anche il modo di risultare al contempo divertente e irriverente attraverso l'uso di un linguaggio a tratti colorito e di un sarcasmo ben misurato, esattamente come ogni storia sui supereroi richiede. 

Scritti in maniera funzionale a questi aspetti, i personaggi sorprendono proprio nella caratterizzazione: pur non presentando elementi particolarmente originali e non rendendosi protagonisti di sconvolgimenti di trama imprevedibili, risultano essere perfettamente centrati ognuno nel suo ruolo e in completa armonia con la narrazione, approfonditi il giusto, ma non ridotti a mere macchiette fini a se stesse. La loro interazione si scopre essere fondamentale per la maturazione reciproca, a tal punto che l’uno senza l’esistenza dell’altro non avrebbe modo di esistere: le azioni di ciascuno subiscono l’influenza, e ne sono allo stesso tempo il diretto risultato, di quelle altrui. 

Poco spazio viene, invece, riservato al world building, per lo più anonimo: la maggior parte delle tavole, difatti, si concentra sulla presenza in scena dei personaggi non dando modo alle ambientazioni di prendersi, a loro modo, il ruolo di protagoniste. Una scelta ben studiata da parte del team creativo che colma però questa mancanza con il raro carisma dato all’intera narrazione. 

Il tutto viene sapientemente padroneggiato dal disegno ruvido e spigoloso di Geoff Shaw, che riesce a catturare in toto l’essenza della sceneggiatura di Cates e Reznicek, che si percepisce viva nello sguardo del protagonista e di chi gli sta attorno, nelle parole, nei gesti, nelle emozioni. Dal sentimento più delicato a quello più brutale, il tratto si dimostra essere espressivo ed esplosivo nel momento esatto in cui la trama lo richiede, senza dubbio coadiuvato da un utilizzo impeccabile dei colori, perfettamente in grado di ricalcare le atmosfere del fumetto e di completare un’esperienza di lettura sorprendente

Qualche pagina extra contenente i disegni preliminari dei volti protagonisti di Buzzkill – Il potere dell’ebbrezza va poi a chiudere un altro volume ben confezionato da parte di SaldaPress, che si riconferma la casa editrice attenta e insaziabile che abbiamo imparato a conoscere.  


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