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Recensione [Fumetti/Graphic Novel]: P.T.S.D. - Lontana da casa di Guillaume Singelin

P.T.S.D. - LONTANA DA CASA


P.T.S.D. - Lontana da casa
di Guillaume Singelin

Prezzo: € 19,50 | Pagine: 200 
Genere: Narrativa | Editore: Edizioni BD 
Data di pubblicazione: 14 Aprile 2021

TRAMA 
In un futuro molto vicino al nostro presente, Jun torna a casa dopo aver servito il suo paese in una guerra impopolare. Isolata e malvista nella sua stessa città, segnata nel corpo e nella mente, il suo unico desiderio è sprofondare nell'oblio che solo le pillole sanno regalarle. La gentilezza di una sconosciuta e la crudeltà delle gang locali, però, la spingeranno a tornare a vivere e a combattere per qualcosa.

IL MIO PENSIERO.

Risalenti ai tempi della Prima guerra mondiale, i primi reali studi circa il PTSD, post-traumatic stress disorder, vennero compiuti dagli psichiatri militari dei diversi schieramenti che ne rilevarono le principali caratteristiche. Tutti coloro che riportavano importanti conseguenze psicologiche dovute ad eventi traumatici, catastrofici o violenti subiti presentavano difficoltà nel controllo delle emozioni, irritabilità, confusione emotiva, insonnia, ansia e depressione e rivivevano attraverso alcuni flashback tutti quei momenti elaborati come traumi dalla propria mente. Chiamato anche nevrosi da guerra proprio perché individuato primariamente nei soldati coinvolti nei conflitti bellici, il disturbo da stress post traumatico venne inserito ufficialmente nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali solo nel 1980: evento scatenante fu la guerra del Vietnam e le terribili conseguenze con cui ebbero a che fare gli uomini. 

Cinema e letteratura si sono occupati più o meno spesso del fenomeno in questione, sia da un punto di vista di tipo saggistico che puramente narrativo, di intrattenimento, affrontando il disturbo da stress post traumatico nelle maniere più differenti. Tra questi, una manciata di anni fa, si è affacciato al panorama letterario fumettistico un illustratore francese cimentatosi, fino a quel momento, unicamente in collaborazioni a cui aveva prestato il proprio talento nel disegno: alla sua prima prova da autore completo, Guillaume Singelin si è presentato con un’opera tanto intensa graficamente quanto coinvolgente emotivamente, pur non riuscendo ad essere allo stesso modo incisivo sotto il profilo narrativo. P.T.S.D. - Lontana da casa rappresenta, infatti, uno spaccato di vita dell’essere contemporaneo che, nonostante alcune criticità, colpisce là dove ci si sente più invulnerabili: dritto al cuore. 

A Jun la guerra ha tolto tutto: compagni, amici, felicità, sogni. Le è rimasta solo la vita da esclusa, reietta, isolata e malvista da quello stesso Paese che così fedelmente ha servito fino a perdere persino parte della vista in nome di ideali destinati a rimanere puro astrattismo. Adesso, la strada e gli antidolorifici costituiscono le uniche due opzioni possibili: il fine quello di cadere preda dell’oblio più profondo. Tutto cambia, però, quando i suoi occhi incrociano quelli di Leona, una giovane donna, proprietaria di un piccolo ristorante e madre del piccolo Bao, che la metteranno nuovamente di fronte ad un atto di autentica gentilezza. Per loro e per tutti gli altri veterani, Jun troverà un altro motivo per combattere, stavolta nella consapevolezza di star facendo la cosa giusta. 

Fin da subito molto abile in quella che è la comunicazione emotiva, con P.T.S.D. - Lontana da casa Guillaume Singelin si pone come obiettivo il dare voce a tutti coloro che la società ha coscientemente abbandonato a loro stessi, prede di un vissuto sacrificato proprio in nome di quel medesimo Paese che prometteva di sostenerli. E nel farlo egli costruisce una storia a fumetti che se dal punto di vista narrativo non risulta memorabile, da quello dei sentimenti centra perfettamente il bersaglio. La vicenda che ruota attorno alla protagonista, infatti, lambisce quasi lo stereotipo dell’eroe che vuole salvare la città e le persone che ama a tutti i costi, in completa solitudine e unicamente con le proprie forze al punto tale che alcuni risvolti della trama finiscono per sembrare eccessivi, poco credibili e talvolta assurdi. Il messaggio che l’autore francese vuole mandare è piuttosto chiaro, P.T.S.D. è una denuncia sociale nei confronti di tutti quei governi che credono che un semplice grazie possa bastare a chi ha dato e perso tutto se stesso in guerra, ma il voler trasformare Jun in una sorta di John Wick o John Rambo declinato al femminile risulta una scelta fin troppo azzardata che nulla aggiunge ad una storia che di questo tipo di azione non aveva bisogno.

Discorso diametralmente opposto, invece, è quello circa il coinvolgimento emotivo del lettore: il dolore della giovane protagonista, le sue angosce e il suo orgoglio vengono trasmesse benissimo dall’atmosfera cupa e tormentata che il fumettista è riuscito a ricreare bilanciando al meglio le pagine in cui il dialogo è ridotto al minimo o addirittura inesistente e quelle per la cui comprensione diviene essenziale. Paradossalmente, però, sono proprio le prime ad essere più penetranti delle seconde: nel disegno Guillaume Singelin presenta una capacità di espressione rara, all’apparenza dolce ma dal retrogusto amaro e pungente.

Il tratto dell’autore francese si distingue proprio per il suo carattere cartoonesco e si pone in netto contrasto con ciò che sta raccontando: la crudeltà e la ferocia della narrazione trovano nel disegno una controparte molto interessante che riesce a metterne in risalto ogni singolo elemento. L’antagonismo dei due aspetti, infatti, enfatizza da una parte la natura spietata e spesso incomprensibile della guerra e allo stesso tempo dall’altra la necessità, per l’essere umano, di trovare nel mondo la genuinità, la gentilezza e l’innocenza tipicamente appartenenti ai bambini. Non è certo un caso che siano proprio questi gli ingredienti di quella che si può definire la portata principale del fumetto. Di questo stesso dualismo si può parlare anche facendo riferimento ai colori dell’opera: sebbene a prevalere siano le tonalità scure e opache, come a voler sottolineare lo stato emotivo, fisico e psicologico in cui versa Jun, non mancano momenti in cui si permette alla luce di fendere le ombre. Alcune tavole presentano, cioè, una palette di colori più chiari e brillanti a simbolo non solo del fluire naturale del giorno e della notte, ma soprattutto della lotta intrapresa alla ricerca di uno stato d’animo tutt’altro che inafferrabile: la speranza.

E proprio questo raffigura, in fondo, P.T.S.D.: la forza di combattere, il coraggio di andare incontro a qualcosa per cui valga la pena migliorare se stessi, la propria condizione, e aiutare gli altri.

Di chiara ispirazione orientale, poi, le ambientazioni costituiscono l’altra parte fondamentale del fumetto, almeno per quel che riguarda l’identificazione dell’autore e delle sue ispirazioni artistiche: sebbene nel tempo e nello spazio P.T.S.D. - Lontana da casa non sia ben inquadrato, in quanto non ci sono riferimento precisi e indicatori in grado di definire il luogo e il periodo esatto delle vicende, è facile presupporre che Jun viva un momento storico molto vicino al nostro e in un territorio di stampo asiatico. La morfologia della città, i locali che la abitano, i mercati, i grattacieli, il porto, i templi e le iscrizioni sulle insegne portano il lettore in una sola direzione: verso il Giappone. Anche la struttura stessa delle tavole ne ricorda i fondamenti: vignette incredibilmente dettagliate si alternano a quelle, più rare, quasi prive di elementi rendendo un parallelismo in particolare immediato: impossibile non vedere e non leggere tra quei palazzi l’arte di Katsuhiro Otomo e del suo Akira. È il fattore sociale, invece, a far sentire vicino al nostro tempo la vicenda del soldato: le conoscenze a disposizione, gli usi e i costumi delle persone, le medicine, l’importanza che riveste il cibo, che non è mai solo nutrimento per lo stomaco ma condivisione di valori ed emozioni, e il ruolo degli animali domestici in un chiaro riferimento alla pratica della pet therapy diventano tutti indici di un futuro narrativo quanto più prossimo possibile al nostro presente concretizzandosi in uno sforzo non indifferente di far empatizzare il lettore con il mondo di Jun.

Alla sua opera prima, Guillaume Singelin, pur prendendosi tutti i rischi del caso, mostra al pubblico una capacità affatto scontata di penetrare nell’animo umano e di scandagliarne i segreti più intimi e profondi, costruendo in P.T.S.D. - Lontana da casa una storia non esente da difetti, ma comunque in grado di lasciare un segno: la curiosità di vederlo di nuovo alle prese con un fumetto in veste di autore unico sicuramente non manca.



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