Recensione [Fumetti/Graphic Novel]: Roots - Radici di Bruna Martini
ROOTS - RADICI
Roots - Radici
di Bruna Martini
Prezzo: € 22,00 |
Pagine: 234 a colori | Genere: Graphic memoria
Editore: Becco Giallo | Data di pubblicazione: 20 Gennaio 2023
TRAMA
All’inizio del Novecento un antenato dell’autrice lascia improvvisamente l’Italia per motivazioni misteriose: perché partire così, senza avvisare nessuno? Eldorado, Terra Promessa, Paese di Bengodi? Per chi emigra il distacco dalla Patria equivale spesso a morire, e l’approdo in Sudamerica è la speranza di una rinascita. Più di 100 anni dopo l’autrice, dopo essere lei stessa emigrata in Inghilterra, decide di mettersi in viaggio per l’Argentina per ritrovare le radici dell’albero genealogico della famiglia. E le sue ricerche, grazie alla scoperta di documenti d’archivio inseriti nella narrazione, le permettono di ricostruire a poco a poco un affresco storico e sociale di un fenomeno che ha coinvolto una nazione intera: quella di noi italiane e italiani, popolo di migranti.
IL MIO PENSIERO
Il fenomeno dell’immigrazione affonda le proprie radici nel lontano 1850, quando i primi flussi migratori riguardavano la rotta Europa – America del Nord. Furono circa dieci milioni le persone che raggiunsero il territorio americano partendo da Gran Bretagna, Germania e Scandinavia, ma a questa prima ondata ne seguirono molte altre: si stima, infatti, che tra il 1850 e il 1920 ben 40 milioni di europei scelsero di attraversare il continente per stabilirsi in Argentina, Brasile o Uruguay. Tutt’oggi le cause di uno spostamento tanto ingente di esseri umani possono essere individuate nelle più diverse motivazioni, a partire dalla sfera economica per sfuggire alla povertà, o a quella politica e religiosa per via di dittature, soprusi, guerre, genocidi e persecuzioni, fino ad arrivare a ragioni di tipo climatiche, alimentari e sanitarie spesso correlate e consequenziali l’una all’altra (basti pensare alle condizioni in cui si sviluppa un’epidemia e alle conseguenze che può generare) oppure del tutto personali, frutto di opportunità lavorative, scelte ideologiche o decisioni dettate dai sentimenti.
Ognuna di esse, e in ogni caso, rivede però nella definizione stessa di migrante il minimo comune denominatore: riprendendo ciò che scrive l’Accademia della Crusca, migrante è “colui che si trasferisce momentaneamente o stabilmente dal suo Paese d’origine”; colui, dunque, che si sposta verso altri territori, più o meno conosciuti, alla ricerca di quella nuova vita sulla quale là dove sono nate le sue radici non gli è più possibile sperare. Quanto, tutto questo, può pesare sulla coscienza di un uomo? Quanto può costare, e non in termini di denaro, lasciarsi alle spalle le proprie terre, la culla della propria cultura, la sicurezza interiore di abitare un luogo conosciuto in lungo e in largo e con il quale si condivide un attaccamento emotivo unico in quanto a intimità?
Scavando nel passato della propria famiglia, ricorrendo ad archivi, diari, vecchie lettere e relazioni dell’esercito e ripercorrendo importanti eventi storici, con Roots – Radici Bruna Martini tenta di dare una risposta a queste domande, finendo inevitabilmente per aprire una porta su quel mondo esterno che si riverserà direttamente dentro se stessa.
“Italiani, popolo di migranti”. Quante volte sono risuonate queste parole nelle mente e nel cuore di chi, quegli stessi migranti, non sono li riconosce nel proprio albero genealogico, ma è anche destinato a condividerne la sorte. Emigrata in Inghilterra diverso tempo fa, proprio in quel di Londra, Bruna Martini, attraverso il testamento di un suo avo, viene in contatto con un nome che mai aveva udito prima, decidendo così di andare alla scoperta di quella vita che per un qualche motivo sentiva così tanto vicina alla sua: Gracco Cornelio Rondalli. Figlio del suo trisnonno, di Gracco Bruna non conosceva nulla, nemmeno la ragione per la quale nella sua famiglia di lui non si parlasse mai: cosa poteva aver commesso di così grave e deplorevole un suo diretto antenato per essere addirittura estromesso dalla quasi totalità delle riconoscenze familiari era ciò che lei voleva scoprire ad ogni costo. Quello che non si sarebbe mai aspettata, però, era trovarsi di fronte ad una persona con la quale, seppur a più di cento anni di distanza, condivideva sensazioni, entusiasmo e turbamenti.
Fin da subito, infatti, Bruna ha mostrato un interesse sincero e genuino per la storia di Gracco, come se sentisse di possedere con il suo predecessore un legame profondo, ancestrale come solo quello di due anime affini può aspirare ad essere: così come lei, l’uomo alla sua epoca decise di lasciare le proprie origini per ricostruirsi una nuova vita in Argentina, partendo da zero e disattendendo tutte le speranze e le aspettative della famiglia. Era scritto che in patria Rondalli succedesse al padre nel ruolo di proprietario dei tanti terreni e ville che rispondevano al suo nome, eppure quello stile di vita a lui non si addiceva: bastava questo per renderlo un migrante? Uno straniero in casa altrui così come nella propria?
In Roots – Radici Bruna Martini ripercorre proprio le sensazioni che anche lei, alla ricerca del suo posto nel mondo, ha provato, e probabilmente continua a provare, nel corso degli anni e lo fa attraverso una tecnica narrativa e di disegno già sperimentate in precedenza e rivelatesi molto efficaci nel veicolare il messaggio di cui voleva farsi portatrice. Le vicende personali di Gracco prendono corpo all’interno del fumetto attraverso il racconto che la stessa voce narrante si premura di fare guidata da fotografie, ritagli di giornale, resoconti storici, certificati e vecchie mappe provenienti da archivi e studi portati avanti personalmente dall’autrice e inseriti nella narrazione come elementi fondamentali per la sua comprensione. Ma non solo: la scrittrice, infatti, ha sì ritenuto necessario citarli e ricordarli a supporto delle proprie affermazioni, ma ha al contempo reso ogni singola scoperta parte integrante della grafica del fumetto. Al disegno a pastello e acquerello semplice, essenziale e senza particolari orpelli, si accompagnano tutti i documenti da lei stessa raccolti nel corso degli anni che si armonizzano perfettamente ai testi e alle illustrazioni dell’opera, andando così a ricreare un contrasto in realtà molto ben contestualizzato.
E questo perché ciò che percepisce il lettore è una sensazione di forte intimità e vicinanza nei confronti delle due personalità protagoniste del memoir, quasi come se stesse sfogliando un album di ricordi di famiglia posto anche a testimonianza dei grandi movimenti storici della Nazione.
Tematiche politiche e sociali fanno, dunque, da sfondo alla narrazione, che a suo modo assume anche uno scopo formativo: dalle prime rivolte dei contadini fino ad arrivare al socialismo, passando per le tecniche formative dell’esercito, Bruna Martini ricompone con dovizia di particolari il contesto e le ragioni che hanno portato Gracco Cornelio Rondalli ad espatriare, filtrando però il tutto da un punto di vista ben specifico: quello della famiglia. E proprio questo tipo di appartenenza viene in qualche modo messa in discussione perché se da una parte disattenderne le aspettative reca a chi le nutriva non pochi dispiaceri, dall’altra sono il benessere personale, le proprie ambizioni, desideri e timori a controbilanciare il piatto. Come superare uno stallo del genere è ancora oggi l’autrice a chiederselo: Roots – Radici diviene allora anche un lungo viaggio figurato dentro se stessi. Attraverso la scoperta delle verità non dette di Gracco e dei suoi familiari, la scrittrice ripercorre la strada delle sue decisioni alla ricerca delle risposte a tutte quelle domanda che l’hanno sempre tormentata: le stesse radici che il suo avo si era lasciato alle spalle ormai più di cento anni fa potrebbero custodire adesso la chiave per meglio comprendere il presente e rendere più roseo il futuro.
In un mondo perennemente in movimento, contrassegnato a un multiculturalismo penetrante e fondamentale per la propria crescita, Bruna Martini riporta con commozione e meticolosità la sua storia, quella serbata per decenni in polverosi archivi che non aspettavano altro se non essere finalmente restituiti alla luce. Perché per abbracciare il presente e afferrare il futuro occorre necessariamente avere consapevolezza del passato: e quale posto migliore in cui cercare se non nelle nostre profonde Radici?
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