RECENSIONE: LA NOTTE ROSSA DI REBECCA GODFREY
Prezzo: 21,00 € | Ebook: 9,99 € |
Data di pubblicazione: 23 giugno 2023
Il 14 novembre 1997, nei dintorni di Victoria, in Canada, la quattordicenne Reena Virk scompare. Passeranno otto giorni prima che il suo corpo venga ritrovato senza vita sotto un ponte: la sua morte sconvolge la comunità e l’intera nazione, perché Reena e` stata uccisa da un gruppo di suoi coetanei, alcuni dei quali neanche la conoscevano. Rebecca Godfrey, all’epoca scrittrice e artista ventinovenne, si appassiona al caso e indaga sulle circostanze e sui responsabili dell’orribile delitto: ragazzi e ragazze colpevoli di aver massacrato Reena quasi per gioco, con spietata incoscienza; giovani come tanti altri, travolti da un disagio esistenziale che si propaga prima di esplodere in un gesto di efferata violenza. In questo resoconto vivido e avvincente, arricchito da una nota dell’autrice e da una postfazione di Mary Gaitskill, Rebecca Godfrey ricostruisce la verità attraverso le testimonianze dirette dei protagonisti. Entra nel loro cuore, ne mette a nudo il carattere, le fragilità, la disperazione. E con sguardo lucido e profondissima empatia racconta l’esperienza inevitabile e spaventosa del crescere, in una storia vera di emarginazione e bullismo, di accettazione e redenzione.
Cari Lettori buongiorno! Vi scrivo dalla veranda del mio bungalow
in villaggio: ebbene sì, sono al mare per le mie meritate vacanze. Ma questo
non significa trascurare voi e il blog, eh!
Oggi vi parlo di un libro un po’ particolare, davvero intenso
e inquietante e che ho scelto con superficialità, devo ammettere, lasciandomi
attrarre solo dalla trama ma senza approfondire. Pensavo fosse un thriller, la
mia confort zone, com’è noto, invece si tratta di una storia vera, un
crimine efferato che però non scaturisce dalla mente di uno scrittore, ma dalla
realtà, e questo mette ancora di più i brividi.
Onestamente non me lo ricordavo dalle cronache del tempo, ma
sono andata subito su internet a cercare informazioni.
L’opera tratta della raccolta di testimonianze, interviste e
dichiarazioni dei fatti da parte di ogni attore coinvolto nella vicenda,
colpevoli, amici e famigliari della vittima, polizia. Rebecca Godfrey è stata davvero
molto brava a mettere insieme la documentazione e a creare questo reportage
rigoroso ma non privo di anima, tanto che il lettore percepisce quasi sempre le
emozioni dei personaggi, nonostante l’autrice scriva in un modo piuttosto asciutto
e pulito, senza inquinanti emotivi personali.
Quello che
ne risulta è quindi il racconto a posteriori da parte di qualcuno che conosce
bene i fatti, della vita dei personaggi attorno a quegli ultimi giorni, con
tanto di citazioni testuali virgolettate, ma sotto forma di narrazione intera e
cronologica, arricchita anche di aneddoti ed episodi che poco c’entrano direttamente
con la vicenda ma che sono riferiti da chi racconta, perché probabilmente li ritiene
importanti (non dimentichiamo che quasi tutti quelli che raccontano sono
adolescenti, quindi anche il modo di narrare ne risente). Il tutto in terza
persona tranne i virgolettati, ovviamente, creando così un ritmo che non solo
stimola l’attenzione del lettore, ma contribuisce a dare l’impronta tecnica
giornalistica.
Tanti sono
per questo i personaggi, introdotti uno dopo l’altro, alcuni importanti altri
solo nominati, ed è difficile, a volte, tenere tutto a mente.
L’accaduto viene
ricostruito un tassello alla volta, una dichiarazione alla volta, e man mano saltano
fuori piste ed elementi: sangue, macchie, parole, discorsi o telefonate
origliati, … Non c’è indagine, non c’è ricerca di materiale probatorio, i
colpevoli sono già stati arrestati, ma c’è la ricostruzione della parte più
emozionale della vicenda, dei moventi e dei pensieri che hanno spinto un gruppo
di adolescenti a uccidere una loro pari.
L’opera
tocca corde profonde e genera sentimenti contrastanti tra dolore e pena, tra
tristezza e rabbia, perché porta alla luce la fragilità e temi dolorosi come violenza,
delinquenza e gang, criminalità, degrado, spaccio, droga e alcool, ma anche infanzia
sfortunata, assistenti sociali, centri giovanili, famiglie affidatarie, case di
accoglienza, bullismo e perdita di valori, il tutto in quella cornice già difficile
e spinosa che è l’adolescenza, con la sua difficoltà di crescere. Ma non solo:
è agghiacciante proprio perché quando la leggi sai che è tutto vero e mette i
brividi, più di altri thriller che, quando li chiudi sai che hai chiuso anche
la storia e l’unico strascico è nella tua mente di lettore: già è difficile arrivare
a capire come si possa uccidere, ancora di più pensare di farlo senza un reale
motivo, solo perché la vittima “mette in giro bugie”.
Nonostante
sia intenso ed avvincente, devo ammettere che non è di facile lettura, perché la
struttura lo rende un po’ ostico e non ha un gran ritmo, ma lo consiglio
vivamente agli addetti ai lavori o perché no a chi ama questo genere molto tecnico.
Una postfazione
molto interessante di Mary Gaitskill conclude l’opera e chiude il cerchio.
Commenti
Posta un commento