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Recensione [Anteprima]: Nessun bacio tra noi di Gaia Casciaro

 


NESSUN BACIO TRA NOI



                                                                   di Gaia Casciaro



Prezzo: € 4,99 | Ebook: € 16,40 |
Pagine: 369 | Genere: Romance MM |
Editore: Triskell Edizioni|  Data di pubblicazione: 30 giugno

Trama

«Nessun bacio tra noi.» È la regola. L’unico confine che non bisogna superare. Tom Lewis è nato per infrangere la legge. Criminale arrogante, manipolatore e testardo. Dopo l’ennesima rapina, finisce nella prigione di Brixton, dove in poco tempo diventa il Re. I detenuti lo temono, le guardie si piegano al suo volere. Comanda. Corrompe. Regna. Nessuno osa sfidarlo. Nessuno… tranne il suo nuovo compagno di cella: Shawn Hill. Lui è diverso da chiunque abbia mai incontrato. Non si sottomette, non si lascia controllare e non ha paura di affrontare Tom. La sua lingua tagliente e il suo sguardo sicuro sono una provocazione continua. Una tentazione impossibile da ignorare, che si trasforma presto in un’attrazione pericolosa e travolgente. Ma ogni debolezza è un rischio. E per Tom, perdere il controllo significa rischiare tutto: il potere, il rispetto e la sua amata corona, che inizia a incrinarsi, fino a minacciare di andare in frantumi. Insieme al suo migliore amico e ad altri compagni di cella, Tom semina il caos tra le mura di Brixton. Ma quando il fuoco della passione divampa, quanto a lungo si può restare al sicuro prima di bruciarsi? Tra segreti, bugie, violenza, colpi adrenalinici e sentimenti indomabili, c’è un unico particolare che Tom e Shawn dovranno sempre ricordare, qualsiasi cosa accada: “nessun bacio tra noi”.


IL MIO PENSIERO SUL LIBRO

"Nessun bacio tra noi" è un romanzo intenso e crudo, che esplora il potere, la violenza e l’amore nei luoghi dove sembra impossibile che possa esistere. L’autrice ci trascina dentro le mura di una prigione in cui il protagonista, Tom, ha costruito un impero fondato sulla paura e sul controllo. 

La storia prende avvio con una rapina finita male, che porta Tom dritto in carcere. Fin da subito capiamo che Tom non è uno qualunque: ha una fame feroce di potere e una mania – ossessiva, totalizzante – per il controllo. In prigione si reinventa rapidamente: diventa “il Re”, gestisce lo spaccio, corrompe le guardie e mantiene l’ordine con il pugno di ferro. Nel suo mondo non esiste spazio per la debolezza, e le emozioni sono una minaccia peggiore della solitudine.

Tutto cambia quando nella sua cella arrivano due nuovi compagni: Martin, il suo vecchio e più caro amico, nonché complice nella rapina, e Shawn, un giovane carismatico e intelligente che aveva stretto un legame con Martin in un’altra prigione.
Tra Tom e Shawn l’ostilità è immediata: si disprezzano, si sfidano, si provocano. Ma sotto quella tensione esplode qualcosa di inaspettato.

In un ambiente dove la violenza è l’unico linguaggio ammesso, i loro scontri diventano sempre più ambigui, fino a trasformarsi in passione. Una passione viscerale, animalesca, che ha però un’unica regola imposta da Tom: nessun bacio. 

Il bacio, per Tom, è troppo intimo, troppo umano. È il simbolo di una fragilità che non può permettersi. È la porta d’ingresso per chi potrebbe abbattere le sue difese.

Così, mentre tra lui e Shawn si accende qualcosa che nessuno dei due sa nominare, Tom alza muri sempre più alti dentro di sé.

Attraverso capitoli tesi e ritmati, narrati ora dal punto di vista dell’uno, ora dell’altro, ci viene svelato poco a poco il passato dei personaggi.
Conosciamo le origini della furia di Tom, i traumi che lo hanno reso ciò che è. Scopriamo perché Shawn è finito in carcere e che tipo di uomo sia davvero, sotto la maschera del ragazzo sicuro di sé.

La relazione tra loro si evolve tra mille contraddizioni: è amore? È solo sesso? È un bisogno disperato di essere visti in un luogo dove nessuno guarda davvero? 

"Nessun bacio tra noi" non è una storia d’amore classica. È un romanzo sulla sopravvivenza, su ciò che resta dell’umanità quando tutto intorno urla disumanità.
La prigione è il luogo fisico e simbolico in cui si svolge la storia, ma è anche metafora di ciò che ognuno costruisce dentro di sé per non crollare.

E quando l’equilibrio faticosamente conquistato si incrina, quando il potere vacilla, quando il passato ritorna a chiedere il conto, la domanda diventa una sola: 
Esiste una via d’uscita? E se esiste, può assomigliare alla felicità?

Barbara



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