Recensione: Resurra di Laura Fiamenghi
Trama
Dopo aver letto Zendar e Guardiara, mi sono letteralmente immersa nella lettura di Resurra, terzo e ultimo volume della trilogia Stars and Sand di Laura Fiamenghi.
Nei primi due volumi seguiamo la storia intensa e tormentata tra il principe Zendar Zarek e l’Ancella umana Ashka, ambientata in un mondo post-apocalittico in cui il sole inclemente rende la Terra quasi invivibile, le risorse sono scarse, e le mutazioni genetiche hanno alterato l’equilibrio tra i sessi, lasciando le donne in netta minoranza.
Con Resurra, Laura Fiamenghi ci porta in un nuovo angolo di questo mondo devastato: conosciamo la città di Resurra, dove il potere è tornato nelle mani degli uomini, ma in forma altrettanto distorta e brutale. Qui le donne non valgono nulla: vengono trattate come proprietà, non possono scegliere se lavorare, chi amare o con chi sposarsi. Obbedire è obbligatorio; disobbedire è pericoloso.
Il worldbuilding è uno dei punti di forza della trilogia: ogni città, ogni comunità ha un suo sistema di regole, poteri e dinamiche sociali uniche che rispecchiano diverse sfaccettature di un futuro devastato e complesso. L’autrice crea un universo vivido e credibile, fatto di leggi crudeli, speranze spezzate, ma anche di piccole scintille di umanità che rendono il tutto assolutamente coinvolgente.
Protagonisti di questa nuova storia sono Zex ed Elara, visti solo per un attimo nel secondo volume, ma ora al centro della scena.
Elara, principessa di Guardiara, è cresciuta prigioniera sotto il giogo della madre, l’Imperatrice Ofelia. Non ha mai conosciuto l’amore, l’amicizia o la libertà. Il matrimonio con Zex è solo un altro atto di dominio politico, un modo per la madre di ottenere potere. Ma a Resurra, Elara scopre qualcosa di diverso: esistono gesti gentili, affetto non condizionato, spazi di respiro. Scopre che può ribellarsi — e lo fa. Nonostante la sua apparente fragilità, è determinata, coraggiosa, e rifiuta di lasciarsi spezzare.
Zex è un personaggio esuberante, sboccato e sfacciato, sempre pronto alla battuta e con un carisma che buca la pagina. Cerca sempre di mantenere la facciata dell’uomo duro, che non si lascia scalfire, che non mostra mai debolezze o sentimenti, perché così è stato cresciuto: in un mondo dove piangere è segno di vergogna e la sensibilità è vista come una colpa. Ma accanto a Elara, quella corazza comincia a incrinarsi. Accanto a lei scopre emozioni che non pensava di poter provare: tenerezza, compassione, amore.
Accanto ai protagonisti, anche i personaggi secondari sono ben delineati, vivi, portatori di storie che lasciano il segno. Come Donna Lysandra, la madre di Zex, donna complessa e intensa, o Ollie, moglie di Maverik — il fedele braccio destro di Zex — che con la sua dolcezza e il suo coraggio lascia un’impronta profonda. Non mancano inoltre figure più vili, egoiste e crudeli, a ricordarci quanto sottile sia il confine tra chi domina e chi si lascia dominare.
Resurra ha un tono diverso rispetto ai volumi precedenti: più malinconico, più introspettivo, ma non meno potente. La violenza è ancora presente, ma lascia spazio alla speranza, a un amore che nasce tra un’anima spezzata e affamata d’affetto, come Elara, e uno spirito libero come Zex, che non ha mai conosciuto davvero l’amore, ma che impara a riconoscerlo nei gesti, nella presenza, nella lotta silenziosa di chi non si arrende.
A rendere ancora più dinamico il ritmo narrativo ci pensano gli inaspettati colpi di scena, che arrivano precisi e ben dosati, capaci di ribaltare situazioni e amplificare le emozioni del lettore.
Laura Fiamenghi, ancora una volta, ci regala personaggi profondi, sfaccettati, reali, e un universo narrativo che si arricchisce di sfumature sempre più complesse. Non mancano scene d’amore coinvolgenti e momenti di cruda violenza, a testimoniare le contraddizioni e la brutalità di un mondo che, però, può ancora essere riscritto.
Resurra si legge in un soffio, trascina pagina dopo pagina, e conclude il cerchio aperto in Zendar e Guardiara con delicatezza e forza.
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