LE NOSTRE RECENSIONI


Recensione: Il santuario della montagna silenziosa di Nanami Kamon

 


IL SANTUARIO DELLA MONTAGNA SILENZIOSA



                                                                   di Nanami Kamon



Prezzo: €  12,90 | Ebook: € 0,99 - KU |
Pagine: 256 | Genere: Horror|
Editore: Newton Compton |  Data di pubblicazione: 25 aprile

Trama

Non sfidarla.
La punizione potrebbe essere terribile.

Alle prese con la stesura del suo ultimo romanzo che stenta a decollare, la scrittrice horror Minami viene contattata da Asako, una vecchia conoscenza in cerca d’aiuto. Da quando hanno visitato un sito abbandonato su una montagna per mettere alla prova il loro coraggio, Asako e i suoi amici stanno vivendo delle strane esperienze.
Vedendo l’opportunità di trovare l’ispirazione necessaria per il suo libro, Minami accetta di incontrarli. Sebbene inizialmente scoraggiata, la scrittrice comincia a indagare sulla storia della montagna, anche perché i tormenti e le vicissitudini del gruppo diventano sempre più gravi: le punture d’insetto di uno di loro non fanno che peggiorare, mentre un altro è colpito da un fulminante disturbo della personalità e l’elenco si allunga giorno dopo giorno. Tuttavia, più cose Minami scopre, più una sensazione terrificante la avvolge. E più cerca di prendere le distanze dal caso, più ne viene coinvolta. Cosa vuole la montagna da loro? E come possono liberarsi dalle sue forze apparentemente occulte?

Erano stati avvertiti che la montagna era maledetta, ma ci sono andati lo stesso...


IL MIO PENSIERO SUL LIBRO


Il santuario della montagna silenziosa di Nanami Kamon è un'occasione mancata nel panorama horror giapponese.

Amando profondamente la cultura asiatica – e in particolare quella giapponese – mi avvicino sempre con grande entusiasmo a opere che promettono di fondere folklore, spiritualità e suspense. È stato quindi con curiosità e aspettative piuttosto alte che ho iniziato la lettura de Il santuario della montagna silenziosa di Nanami Kamon, romanzo che si presenta come un horror intriso di suggestioni tradizionali nipponiche. Purtroppo, al termine della lettura, non posso che esprimere una certa delusione.

Una trama dal grande potenziale... inespresso.

La sinossi sembrava promettere un’esperienza inquietante: una scrittrice con poteri sensitivi si trova coinvolta in un’indagine su strani avvenimenti accaduti a un gruppo di amici dopo la visita a un luogo misterioso e potenzialmente infestato – una vecchia segheria immersa nella natura giapponese. Tuttavia, questo spunto iniziale, che sulla carta avrebbe potuto dar vita a una narrazione ricca di tensione e atmosfera, si sgonfia quasi subito.

La protagonista, Minami, è una scrittrice di romanzi horror in pieno blocco creativo, dotata di una vaga sensibilità paranormale. È lei a raccogliere e riportare le testimonianze degli amici coinvolti negli eventi misteriosi, ma lo fa in modo distaccato, quasi documentaristico. I fatti vengono semplicemente riferiti, senza che ci siano descrizioni vivide o coinvolgenti, e soprattutto senza che Minami stessa sia mai realmente parte attiva degli eventi, se non in rarissime occasioni.

Un horror senza orrore.

Il problema principale di questo romanzo risiede proprio nella mancanza di tensione narrativa. In un’opera horror ci si aspetta di provare inquietudine, angoscia, quella sensazione di pericolo imminente che tiene incollati alla pagina. Qui, invece, tutto resta in superficie. Gli eventi sono riportati come se fossero dei resoconti, privi di pathos o di empatia emotiva. Le scene che avrebbero potuto risultare disturbanti o suggestive sono raccontate “per sentito dire”, senza un reale coinvolgimento del lettore.

Non si prova mai vera paura, non ci sono momenti di suspense costruiti ad arte, e persino i passaggi più misteriosi o paranormali risultano deboli, quasi sbiaditi, come se l’autrice avesse paura di spingersi oltre o di osare.

Una scrittura piatta e poco evocativa

A livello stilistico, Il santuario della montagna silenziosa pecca di una narrazione eccessivamente descrittiva ma non visiva: tutto viene spiegato, nulla viene mostrato. Le ambientazioni, che avrebbero potuto rappresentare un punto di forza – soprattutto in un contesto culturale così suggestivo come quello giapponese – restano vaghe, sfocate, mai veramente vissute. Anche i personaggi secondari appaiono poco approfonditi, strumenti funzionali alla trama ma privi di spessore psicologico.

Il ritmo narrativo è piatto, con pochissimi picchi emotivi. Persino il finale, che avrebbe potuto riscattare in parte la lettura, si rivela affrettato, confuso e poco incisivo. Rimane una sensazione di incompiutezza, come se la storia fosse rimasta sospesa, non per scelta narrativa, ma per mancanza di sviluppo.

Conclusioni: un’idea interessante, ma mal eseguita

Il santuario della montagna silenziosa è un romanzo che, pur partendo da premesse affascinanti, non riesce a mantenere le promesse. L’ambientazione giapponese e l’elemento soprannaturale sono sfruttati in modo superficiale, e la scrittura – priva di atmosfera e di tensione – non riesce mai a coinvolgere davvero. Per chi, come me, cerca nella narrativa horror un’immersione sensoriale e psicologica, questo libro rischia di risultare una lettura fiacca e dimenticabile.

Un’opera che avrebbe potuto dire molto di più, ma che resta intrappolata in una narrazione piatta e priva di mordente. Consigliato solo a chi è curioso di esplorare la narrativa di genere giapponese, ma senza aspettarsi brividi o tensione.







Commenti