Recensione: My beautiful man di Nagira Yuu
Trama
Ambientato tra le mura di un liceo giapponese, My Beautiful Man racconta una storia che va oltre il semplice romance scolastico, addentrandosi nei territori complessi dell’idealizzazione, della dipendenza emotiva e della lenta, faticosa costruzione di un rapporto autentico.
Il protagonista, Hira, è uno studente timido e introverso, affetto da balbuzie. Vive in un mondo interiore fatto di frasi che si inceppano e desideri che non trova il coraggio di confessare. La sua vita procede in una routine silenziosa, finché nella sua classe arriva Kyoi: un ragazzo di una bellezza magnetica, quasi irreale. È arrogante, distante, a tratti crudele. Eppure Hira non riesce a staccargli gli occhi di dosso. Lo osserva, lo segue come un’ombra, lo venera in silenzio, come un devoto privo di voce.
Fin dall’inizio, il loro legame è tutto fuorché equilibrato. Hira si pone in una posizione di sottomissione emotiva, mentre Kyoi, consapevole del suo ascendente, mantiene una distanza che a tratti ferisce. È una relazione fatta di sguardi sfuggenti, gesti sottili ma incisivi, parole non dette e attese sospese. Eppure, sotto questa superficie asimmetrica, si intravede un filo invisibile che li unisce e li spinge continuamente a cercarsi.
Col passare del tempo, i confini tra amore, dipendenza e ammirazione si confondono. I due si feriscono, si respingono, si rincorrono. Non è un cammino lineare: è fatto di contraddizioni, di ruoli che si ribaltano, di momenti in cui l’adorazione cieca di Hira lascia spazio a una connessione più matura e reciproca.
L’autrice ci accompagna dentro la mente di Hira, mostrandoci le sue ossessioni, le sue paure, i suoi sogni a occhi aperti. La prosa è intima, quasi claustrofobica, e permette al lettore di vivere in prima persona quel senso di devozione assoluta e di bisogno disperato di essere riconosciuti per ciò che si è.
Leggere My Beautiful Man è come contemplare un tramonto coperto di nuvole: bello, ma inquieto, imperfetto. Non è una storia d’amore tradizionale: non cerca la dolcezza immediata, ma esplora le crepe, gli spigoli, il dolore e la bellezza che nascono dal tentativo di costruire qualcosa di vero partendo da un rapporto diseguale.
In definitiva, My Beautiful Man è la storia di una venerazione che diventa amore, di un amore che impara a liberarsi dalle catene della dipendenza, e di un bisogno profondamente umano e universale: quello di essere visti, scelti e amati.
Barbara
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