Recensione: Transparent love di Hitomi
Trama
Transparent Love di Hitomi è un manga BL che intreccia romance e fantasy, partendo da un’idea affascinante: Miki Donoue è un ragazzo perseguitato dalla sfortuna, schiacciato da una vita fatta di stress, solitudine e maltrattamenti. Un giorno incontra Shiro – nome che Miki stesso gli dà – un akashibito, un demone che si nutre delle emozioni umane, in particolare quelle negative.
Il loro rapporto nasce da una convivenza quasi forzata: Shiro trae forza dal dolore di Miki, ma, pagina dopo pagina, tra i due inizia a germogliare qualcosa di diverso. Un sentimento che sfuma i confini tra nutrimento e legame, tra bisogno e amore. Ma l’amore, per un essere come Shiro, è un dono o un veleno destinato a consumarlo dall’interno?
L’idea di base è originale e il contesto fantasy ha un buon potenziale, ma la narrazione procede con estrema lentezza. Gran parte del manga si concentra sui pensieri e sullo stato emotivo di Miki, ripetendo spesso le stesse dinamiche, mentre Shiro rimane nell’ombra: il lettore riceve solo poche informazioni su di lui, insufficienti a costruire una vera connessione emotiva con il personaggio.
Dal punto di vista tematico, Transparent Love esplora il lato più ambiguo e doloroso dell’amore: il modo in cui un sentimento può al tempo stesso guarire e ferire, proteggere e logorare. Tuttavia, lo sviluppo poco equilibrato tra introspezione e azione rischia di rendere la lettura piatta, lasciando la sensazione di un’occasione solo parzialmente sfruttata.
Il tratto di Hitomi è curato, con espressioni intense che trasmettono bene la malinconia di Miki, ma a livello di scrittura avrei desiderato più ritmo e una caratterizzazione più profonda di entrambi i protagonisti.
In sintesi: un manga con un’idea intrigante e un’atmosfera malinconica, ma che non riesce a coinvolgere pienamente, soprattutto a causa del poco spazio dedicato alla costruzione del personaggio di Shiro e a uno sviluppo più dinamico della trama.
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