Recensione: Lucien di Grae Bryan
Trama
Uno dei due personaggi principali al centro della narrazione è Jamie, un ragazzo dotato di un dono particolare: sogni premonitori che lo accompagnano fin dall’adolescenza. Nei suoi sogni ritorna costantemente una figura enigmatica e magnetica: Lucien, un vampiro centenario — o meglio, un umano contaminato da un’entità mostruosa — che da decenni è alla ricerca della sua “ancora”, quell’anima predestinata capace di trattenerlo al confine con la sua umanità.
E quell’anima è proprio Jamie.
I due si riconoscono subito: il loro incontro non è casuale, né sorprendente, ma inevitabile. La connessione che li unisce è viscerale, silenziosa e potentissima. Jamie non fugge dal mostro che Lucien porta dentro di sé: lo riconosce, lo comprende, lo desidera. E, a modo suo, lo doma. Come se fosse nato per farlo. Come se avesse atteso quella creatura per tutta la vita.
Ma Lucien è molto più di un vampiro tormentato. È un essere diviso tra ciò che era e ciò che è diventato. L’incontro con Jamie lo sconvolge, lo riaccende e, allo stesso tempo, lo spaventa. Perché per legarsi davvero a lui, per averlo completamente, dovrebbe morderlo e trasformarlo. Ma farlo significherebbe strapparlo alla sua famiglia, al mondo umano, a quella luce che ancora lo definisce. Jamie è un fiore che Lucien ha paura di cogliere: per quanto lo desideri, non è pronto a condannarlo.
Il libro si muove tra introspezione e tensione, tra passioni incandescenti e dilemmi morali. L’amore non è semplice, e l’immortalità non è un dono privo di costi.
Attorno a Lucien e Jamie ruotano altri vampiri, figure secondarie ma decisive, legate al passato di Lucien e, presto, anche al destino di Jamie. È un microcosmo oscuro e affascinante, fatto di alleanze, lotte interiori e verità celate.
“Perché non lo morde e non lo rende il suo compagno per sempre?” Se lo chiede Jamie, e se lo chiede anche il lettore, sospeso tra speranza e paura. La risposta non è banale, e non è neppure soltanto narrativa: è profondamente umana. Lucien è un mostro che non vuole più generare mostri. E Jamie, con la sua consapevolezza, è l’unico a ricordargli che, sotto la crosta di sangue e dannazione, c’è ancora un cuore che batte.
Barbara
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