Recensione: [Anteprima] Perché il diavolo insegue la morte di L. J. Hayward
Trama
Dopo il turbolento viaggio di Dove la morte incontra il diavolo, ritroviamo Jack in Perché il Diavolo insegue la morte e scopriamo che, per lui, la quiete non è mai contemplata.
Se nel primo romanzo lo avevamo incontrato in una sala delle torture, stavolta le cose non iniziano certo meglio: lo ritroviamo nella fredda e impersonale sala interrogatori della polizia. Un modo sottile per ricordarci che il passato non smette mai davvero di rincorrere chi ha imparato a muoversi nell'ombra.
La struttura narrativa rimane fedele a quella del primo volume, alternando capitoli che raccontano un “prima” e un “dopo”, anche se il confine temporale tra i due piani narrativi è meno marcato. La trama si dipana comunque in modo chiaro, segno che l’autrice si affida con fiducia alla forza della storia e meno alla complessità della forma.
Jack lavora ancora per un’organizzazione governativa, anche se le coordinate del suo lavoro sono cambiate. Continua a operare sotto copertura e, un anno dopo gli eventi del primo libro, la sua vita si è solo apparentemente stabilizzata. Al centro di tutto c’è Ethan Blade: assassino letale, affascinante, indecifrabile. Possono davvero definirsi una coppia? O sono semplicemente due esistenze che si sfiorano, si cercano, si respingono… eppure non riescono a fare a meno l’uno dell’altro?
Il thriller si arricchisce di nuove presenze oscure. Il primo a comparire è il “Messia”, catturato a Bangkok in un’operazione che ci riporta subito nel cuore dell’azione. Ma la vera nemesi del romanzo è il “Giudice”, un killer che lascia versetti della Bibbia accanto ai cadaveri. Un modus operandi disturbante e studiato… forse troppo? Ha delle capacità tali da far sospettare che i profili di Jack ed Ethan non siano così distanti dal suo.
E proprio per scovare il Giudice entra in scena Adam, profiler brillante ma soprattutto… ex occasionale di Jack. La sua presenza smuove equilibri già fragili. Jack si ritrova confuso, mentre cerca disperatamente di decifrare cosa prova davvero per Ethan e cosa lui provi a sua volta. Il cuore del romanzo pulsa proprio qui: nella tensione tra desiderio e paura, tra verità e bugie.
Ethan prova a cambiare. Dice di aver lasciato la sua attività di killer, ma le sue cicatrici – fisiche e dell’anima – non smettono di parlare per lui. I suoi occhi albini, bellissimi e spettrali, tradiscono emozioni che le parole non riescono a esprimere. Fugge, spesso: è il suo meccanismo di difesa. Ma torna sempre. E Jack lo aspetta. Sempre.
Nel frattempo, qualcuno ha messo una taglia sulla testa di Jack. Il killer che accetta l’incarico è uno dei nomi più temuti – una collega, per così dire, di Ethan. Ma quando si ritrova faccia a faccia con la sua preda, non la elimina. Perché? È un gioco al gatto e al topo o c’è altro dietro?
La taglia è collegata al Messia o al Giudice? O sono eventi separati?
Tra segreti, silenzi carichi di significato e verità non dette, Perché il Diavolo insegue la morte è più di un thriller d’azione: è una storia di identità, di ferite che non guariscono, di barriere che cadono, di relazioni che si costruiscono – o si distruggono – un passo alla volta. È il racconto di due uomini che si attraggono e si temono, legati da qualcosa che nessuno dei due sa nominare, ma che entrambi sentono come inevitabile.
Il romanzo riesce a tenere il lettore incollato pagina dopo pagina, tra tensione, colpi di scena e introspezione. Jack ed Ethan non sono eroi, né antieroi nel senso classico: sono esseri umani pieni di ombre. E proprio in quelle ombre si muove la vera forza del libro.
Chi protegge davvero chi? Quanto si può essere sinceri, quando la verità fa più paura della menzogna? E, soprattutto, si può davvero amare qualcuno, se non si è mai smesso di combattere contro se stessi?
Le risposte non arrivano tutte insieme, ma arrivano – e travolgono.
E una cosa è certa: Perché il Diavolo insegue la morte è un secondo atto potente, oscuro e irresistibilmente umano.
Barbara
E MEZZO








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